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Metal Gear Solid V: The Phantom Pain - Potrebbero anche piacervi...

Abbiamo scelto per voi un film, un romanzo e un album musicale che potrebbero piacervi se avete apprezzato l'ultima opera di Hideo Kojima

RUBRICA di Simone Tagliaferri   —   07/09/2015

Ecco la seconda uscita della nuova rubrica a cadenza periodica nella quale vi suggeriamo un film, un romanzo e un album musicale che potreste apprezzare dopo aver terminato un determinato videogioco. Dopo Until Dawn è la volta di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain di Kojima Productions, titolo ambiziosissimo, probabilmente l'ultimo con mire autoriali tra i tripla A, cui abbiamo dedicato un'approfondita recensione, scritta a quattro mani, punto di partenza perfetto per aprirsi ad altre opere d'intrattenimento e non solo. Ora mettetevi comodi, ma non troppo che sennò vi atrofizzate, e continuare la lettura, lasciandoci magari detto a fine articolo quali sono i vostri consigli, quali opere affini suggerireste di leggere, vedere o ascoltare.

Vi è piaciuto Metal Gear Solid V: The Phantom Pain? Ecco cosa dovreste guardare, leggere e ascoltare...

Romanzo: “Annientamento” di Jeff Vandermeer

Pensando ai Metal Gear Solid sarebbe facile consigliarvi di leggere una spy story qualsiasi. Magari una con la trama particolarmente intricata in cui i personaggi nascondono sempre qualcosa al protagonista e al lettore.

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Abbiamo però preferito scegliere un libro che ci sembra più vicino all'opera di Kojima non tanto per temi o atmosfere, quanto per la capacità di coinvolgere in una trama misteriosa e dai contorni indefiniti, in cui gli eventi hanno una natura ambigua e non sono mai completamente chiariti, anche quando appaiono nella piena evidenza della loro tragicità. "Annientamento" di Jeff Vandermeer racconta la storia dell'Area X, una zona della Florida ormai disabitata in cui agisce una forza dalla natura ignota, che sta mutando completamente l'ecosistema del posto. La Southern Reach, una misteriosa agenzia governativa, invia regolarmente gruppi di ricerca all'interno dell'area per studiarla e cercare di capire cos'è successo. Nel libro seguiamo le vicende della dodicesima missione, composta soltanto da ricercatrici donne. La trama, apparentemente molto lineare, è permeata di mistero sin dalle prime pagine, in cui apprendiamo che i membri dei gruppi di ricerca perdono il loro nome prima di entrare nell'Area X, assumendo come identità la loro specializzazione, in questo caso una biologa, un'antropologa, una topografa e una psicologa. Leggendo le prima pagine del libro le domande si moltiplicano e arrivati alla fine ci si trova con più questioni aperte di quante abbiano ricevuto una vera risposta. Cos'è veramente la "Torre"? Perché chiunque abbia esplorato l'Area X ne è uscito completamente cambiato? In base a quali criteri vengono selezionati i membri dei gruppi di ricerca? Cosa si vuole scoprire in realtà? Trattandosi del primo libro di una trilogia, è probabile che molti chiarimenti arriveranno nei capitoli successivi, intanto è difficile non farsi coinvolgere dai misteri di questa storia di fantascienza che in molti tratti ricorda il Ballard di "Il Mondo Sommerso" e il film "Stalker" di Andrej Tarkovskij.

Film: “1997: Fuga da New York“ di John Carpenter

Peccato che nell'edizione italiana il protagonista di 1997: Fuga da New York, film di John Carpenter del 1981, abbia perso il suo vero soprannome, ossia "Snake", tradotto come "Jena" per esigenze di doppiaggio (lasciarlo in originale pareva brutto), altrimenti sarebbe stato chiaro anche a noi italiani, senza bisogno di chiarimenti successivi, da dove Hideo Kojima ha preso il nome del protagonista della serie Metal Gear.

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Non è un mistero che il game designer giapponese abbia creato i primi Metal Gear proprio pensando a questa pellicola, che racconta la storia di una New York trasformata in un'immensa prigione, dove i criminali vengono lasciati a loro stessi, ma senza la possibilità di scappare dalle alte mura erette intorno alla città. "Le regole sono semplici: una volta entrati, non si esce più" come narra il celebre brano introduttivo che apre sulle vicende di Jena Plissken (Kurt Russell), criminale condannato a morte che si trova a dover salvare il presidente degli Stati Uniti (Donald Pleasence) finito nelle grinfie del Duca di New York (Isaac Hayes), il più potente criminale del mega carcere. Jena ha ventiquattro ore di tempo per compiere la sua missione, pena la morte istantanea. Il commissario di polizia Hauk (Lee Van Cleef) gli ha fatto installare due microbombe nel corpo (vi ricorda qualcosa pensando alla serie Metal Gear?) che esploderanno allo scadere del tempo stabilito. Celebre la sequenza dell'aliante con cui Jena atterra in cima al World Trade Center, ma in generale è l'intero film a essere diventato oggetto di culto. Guardandolo fuori dalla facile mitizzazione operata dai fan, rimane ancora oggi una potente allegoria del potere, con la società di "fuori" vittima di un feroce egoismo, cui sacrifica uomini e cose, e con il fiore della civiltà occidentale, New York, in preda a una decadenza senza ritorno ben sottolineata dall'eterna oscurità in cui l'ha ammantata la fotografia di Dean Cundey. Il film, che riprende alcuni dei temi più cari a Carpenter, già affrontati in pellicole precedenti come "Distretto 13 - Le brigate della morte" (1976) o "The Fog" (1980), avrà anche un seguito: "Fuga da Los Angeles" (1996), comunque meno riuscito.

Disco: Le Colonne Sonore Dei Film Di Sergio Leone di Ennio Morricone

Immaginate il selvaggio West del cinema, quello fatto dagli immensi deserti americani, dai saloon malfamati, dai duelli al sole, dalle prostitute affacciate dalle finestre dei bordelli, dai cavalli sellati in attesa dei loro cavalieri e, soprattutto, da questi uomini misteriosi e selvaggi, i cowboy, che vagano per questo mondo arido alla ricerca di fortuna, aiutando o depredando i coloni che cercano di crearsi una vita in un continente nuovo e ancora non completamente esplorato, i cui smisurati spazi sembrano non bastare a soddisfare l'avidità umana.

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In fondo, a leggerlo bene lo Snake di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain ha più a che fare con il Joe di "Per un Pugno di Dollari" che con lo Snake degli altri Metal Gear Solid; e non per niente è lo stesso Hideo Kojima, da grande appassionato di cinema, ad aver scelto un brano del maestro Ennio Morricone per la colonna sonora di alcuni Metal Gear Solid. Parliamo di "Here's to you", tratto dal film "Sacco e Vanzetti", che viene usato in Ground Zeroes e ripreso in The Phantom Pain, ma che era stato incluso anche in Guns of the Patriots. Sospeso tra epicità ed esistenzialismo, sempre cosciente dell'incombenza della morte, il Morricone degli spaghetti western di Sergio Leone è la colonna sonora perfetta per accompagnare le lunghe cavalcate di Snake nei deserti dell'Afghanistan e, soprattutto, per dare sfogo a quella volontà di disperata rivalsa che permea l'intero gioco. Immaginate di lanciarvi contro un avamposto nemico cullati dal brano dei titoli di testa di "Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo" o di partecipare a una sparatoria ascoltando il tema principale di "Per Qualche Dollaro in Più", o ancora di camminare verso morte certa con il tema principale di "Per un Pugno di Dollari" che vi tiene per mano. Se non volete limitarvi ai soli western, di cui esistono innumerevoli raccolte (la più recente è "Sergio Leone: Famous Movie Themes", che contiene brani completamente rimasterizzati) potete optare per la Platinum Collection del 2007, un resoconto più ampio dell'opera di Morricone, che offre una visione a tutto tondo dell'artista, capace di spaziare in ogni genere.