I videogiochi piacciono per molti motivi: stimolano l'intelligenza, soddisfano il bisogno di competizione, appassionano con le loro storie e soprattutto sono in grado di farci fare cose fuori dall'ordinario. In effetti non capita tanto spesso di esplorare una galassia, pilotare un carrarmato, gestire le finanze di un'intera città oppure, come nel caso di The Climb, arrampicarsi a mani nude su un pinnacolo di roccia alto 60 metri. A differenza dei titoli precedenti infatti, il nuovo progetto di Crytek non è uno sparatutto in cui indossiamo una nanotuta né narra le gesta di un centurione romano bravo con le combo, riprende invece la semplice e primordiale sfida fra l'uomo, i suoi limiti e la natura, vissuta attraverso Oculus Rift.
Abbiamo provato The Climb, un'arrampicata virtuale con Oculus Rift... occhio alle vertigini!
A picco sul mare
Abbiamo provato The Climb nella sede di Crytek a Francoforte dove, vista l'atmosfera natalizia, ad accoglierci abbiamo trovato una statua di Prophet, il protagonista di Crysis 3, con tanto di cappellino di Babbo Natale. Un po' più in là, una pesante tenda di velluto nascondeva uno schermo da 40'', una sedia e un kit di sviluppo Oculus Rift di ultimissima generazione, l'ultimo step prima della versione consumer.
"In piedi o seduto?" ci chiede lo sviluppatore di Crytek? Decidiamo di giocare in piedi e subito un sorrisetto divertito gli si stampa sul volto. "Attento alle vertigini, per qualunque problema noi siamo qua vicino e comunque puoi sempre sederti". Indossato il Rift e regolate le cinghie dietro la nuca, gli occhi si riempiono di un panorama da sogno: siamo su una piattaforma di legno verniciato di rosso a circa 20 metri d'altezza. Sotto di noi, un'enorme tartaruga marina nuota nel mare cristallino che incornicia un'isoletta piena di vegetazione dove si erge una tipica pagoda orientale. In lontananza una serie di alture rocciose circondano lo specchio d'acqua, trasformando la zona in una grande baia ricca di spiagge e insenature che ricorda il porto vietnamita di Ha Long. Al centro di tutto questo ci siamo noi alle prese con un lunghissimo pinnacolo di roccia da scalare usando solo le nostre mani e un po' di gesso per avere una presa più salda. "Comincia pure quando sei pronto", dice la voce fuori campo del programmatore Crytek. Per nostra fortuna non abbiamo problemi di equilibrio, gli sviluppatori ci hanno raccontato però che alcuni tester si sono dovuti sedere dopo i primi minuti, mentre altri hanno semplicemente smesso per la troppa paura. In effetti l'impatto iniziale può disorientare i meno avvezzi alla realtà virtuale e ammettiamo che per qualche frazione di secondo anche il nostro cervello è stato ingannato dall'altezza, regalandoci un brevissimo momento di vertigine.
Una mano alla volta
The Climb è ovviamente un gioco sul free climbing, quindi tutto ruota attorno alla meccanica di arrampicata e alla possibilità di esplorare l'ambiente circostante con lo sguardo. Davanti a noi, oltre al panorama, possiamo infatti vedere le nostre mani con al polso un cronometro per misurare il tempo della nostra scalata.
Per il momento il sistema di controllo del gioco ruota attorno al nostro punto di vista e un normalissimo pad. I grilletti destro e sinistro controllano la presa delle rispettive mani, dunque per arrampicarsi bisogna continuamente stringere e mollare la presa sui vari appigli presenti sulla roccia che potremo raggiungere con lo sguardo. Quando guardiamo un appiglio sicuro la nostra mano libera si avvicinerà e si aprirà, per farci capire che possiamo premere con sicurezza il tasto corrispondente e procedere. Nei passaggi più difficili è fondamentale anche alzarsi in punta di piedi o spostare leggermente la testa, in questo modo il sistema di tracking può modificare il nostro punto di vista e simulare il gesto di allungarsi verso un appiglio più lontano. Come meccanica si rivela fin da subito intuitiva e facile da assimilare, in pochi secondi cominciamo a macinare i primi metri, esplorando l'ambiente e godendoci la vista. Ovviamente arrampicarsi utilizzando un joypad non è il massimo del coinvolgimento, Crytek ci ha però rassicurato che gli sviluppatori stanno già sperimentando una versione del gioco che utilizza Oculus Touch e che l'effetto finale sarà incredibile. Dal punto di vista tecnico il gioco pare già abbastanza stabile e pulito. Non abbiamo incontrato alcun tipo di bug e solo una volta siamo caduti perché le nostre mani hanno inspiegabilmente mancato la presa. Per fortuna qua e là sono posizionati dei checkpoint, raffigurati come moschettoni per la corda di sicurezza.
Il salto della fede
Arrivati a un certo punto della scalata abbiamo visto che le nostre mani stavano cominciando a farsi lucide per il sudore e che la presa era sempre meno salda. Per ovviare a questo problema è possibile premere il bumper superiore destro e sinistro per applicare sulle mani un po' di polvere di gesso, un gesto che gli scalatori professionisti compiono continuamente per rendere le mani meno scivolose.
Questa trovata aggiunge senza dubbio un tocco di realismo e rende il processo di ascesa meno meccanico. Tuttavia è bene valutare con attenzione quando effettuare questa delicata operazione poiché per compierla ci troveremo con una mano che non potrà essere usata per aggrapparci alla roccia. È quindi fondamentale identificare il momento giusto per fare una pausa o per riprendere fiato, evitando di trovarsi penzoloni a cento metri d'altezza appesi con una sola mano senza uno spazio per riposarsi. Un'altra meccanica fondamentale da padroneggiare per arrivare sani e salvi fino in cima è quella del salto. Premendo un tasto salteremo infatti nella direzione in cui stiamo guardando, così da superare strapiombi o sezioni in cui il successivo punto d'appoggio è posto troppo in alto per arrivarci in maniera normale. Ovviamente una volta in aria dovremo afferrare l'appiglio col giusto tempismo, pena una caduta rovinosa. Questa fase è senza dubbio uno dei momenti più emozionanti del gioco ed è sottolineata dall'aumentare del battito cardiaco del nostro alter ego, dall'effetto del sudore che ci cola sugli occhi offuscando la vista e dal respiro che si fa pesante. Durante la prova eravamo così immersi nell'esperienza quando saltavamo ci è capitato qualche volta di staccare d'istinto i piedi da terra come per mimare l'azione.
Una scalata non priva di rischi
The Climb è senza dubbio un'esperienza interessante che ci mostra tutte le potenzialità di Oculus Rift e della realtà virtuale, ma per altri versi al momento ne evidenzia anche i limiti. Senza dubbio ci troviamo di fronte a qualcosa di molto emozionante anche per dei veterani del settore che hanno già avuto modo di provare questa tecnologia, ma una volta esaurito l'effetto "WOW!" sul tavolo rimangono parecchie domande.
Oculus Rift costerà non meno di 300 euro, anzi probabilmente qualcosa di più e richiederà un computer abbastanza avanzato per funzionare al meglio. Una spesa ingente che non può essere giustificata da titoli che per ora sembrano assomigliare più a demo tecniche. Certo, in futuro The Climb avrà molti scenari in cui arrampicarsi, anche uno infinito, sarà possibile sfidare amici e sconosciuti in classifiche online, con tanto di "scalatore ghost", ma questo forse non è comunque sufficiente per giustificare l'investimento. Intendiamoci non stiamo dicendo che la realtà virtuale sarà un flop, anzi, siamo esaltatissimi dalla tecnologia, però è necessario un minimo di cautela per capire quanto effettivamente Oculus Rift e i suoi colleghi potranno effettivamente regalare al mondo del gaming. The Climb è una esperienza che miscela molto bene momenti estremamente rilassanti, quasi zen, a situazioni che emozionano e divertono il giocatore, ma è anche l'esempio di come all'inizio la realtà virtuale potrà forse contare su titoli pensati per un utilizzo sporadico. Per portare una rivoluzione copernicana in questo settore c'è bisogno di qualcosa di più, ci vogliono giochi che invoglino le masse, che le tengano occupate per un bel po' di tempo e che giustifichino la spesa. Fino a quel momento però, niente vieta di ammirare i panorami mozzafiato di The Climb.
CERTEZZE
- Visivamente impressionante
- Molto convincente la sensazione di fatica e di pericolo
- Allo stesso tempo divertente, rilassante ed emozionante
DUBBI
- Rischia di essere un gioco privo di profondità
- Ci piacerà ancora dopo l'effetto WOW della realtà virtuale?