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Overwatch League: il recap della quarta settimana della Fase 2

Gladiators e Mayhem fanno festa mentre i Valiants tornano a casa con la testa bassa e le ossa rotte

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   19/03/2018

Che settimana incredibile signore e signori! Se c'è una cosa che non manca in questa Overwatch League sono le sorprese che spesso dimostrano quanto sia difficile mantenere un elevato standard di performance e di continuità, una caratteristica che solo i team veramente forti possono permettersi, al di là dei risultati negli scontri diretti. Questa settimana sarà senza dubbio ricordata da Valiant come la peggiore della loro carriera, mentre in Florida si fa festa grande e i cugini Gladiators brindano alla loro ritrovata continuità.

Giorno 1

Pronti via e i Boston Uprising passeggiano sui Dallas Fuel, che dopo le ultime vicissitudini avranno sicuramente bisogno di tempo per ritrovare coesione e continuità. A dire il vero le fiamme blu hanno onorato lo scontro, ma Striker e Dreamkazper hanno mantenuto la situazione sotto controllo, garantendo un secco 4 a 0. Va poi in scena una delle più bella partite della settimana: Dinasty vs Excelsior, uno scontro al vertice e una delle probabili finali della Overwatch League. Il risultato è stata una partita bellissima e giocata ad armi pari in cui a fare la differenza sono stati i dettagli. Fleta non ha saputo imporre il proprio gioco e ha subito la pressione avversaria, Saebyolbe invece ha confermato di essere la persona più letale al mondo con Tracer tra le mani, ancora più di Munchkin. Forse ciò che ha permesso a New York di spuntarla è stata la flessibilità di Libero, che ha fatto danni con Genji, Hanzo e Soldier 76, garantendo a Saebyolbe tutto lo spazio necessario per fare flanking sugli avversari. C'è poco da dire invece sull'ennesima sconfitta dei Dragons, che hanno permesso ai Fusion di brillare e di mostrare tutte le capacità del loro nuovo acquisto: Eqo. Tra lui è Shadowburn sarà una bellissima lotta per la maglia da titolare.

Giorno 2

Niente da dire sul 4 a 0 con cui gli Excelsior superano i Dragons, se non che nel triste team cinese si è visto MG mettere in mostra discrete doti da Tracer, ovviamente insufficienti di fronte alla corazzata in blu. La partita successiva in teoria aveva un risultato già scritto, invece sarà ricordata come il primo schiaffo di una serie di mazzate per i Los Angeles Valiant. Agilities e soci non erano particolarmente in forma, quindi ci stava un match contesto, ma nessuno si aspettava una sconfitta. A onor del vero va detto che i Mayhem erano in crescita e la settimana scorsa hanno rischiato di vincere con Houston. Cosa non ha funzionato nei Valiant? Di sicuro SoOn, che non è mai entrato in partita, mentre dall'altra parte Logix e TviQ hanno offerto una prestazione solida. L'unico momento di incertezza c'è stato sulla terza mappa, in cui Florida si è sentita abbastanza forte da tentare un triplo tank che però non ha dato i risultati sperati. Purtroppo per i Valiant, i ragazzi in giallo poi si sono ripresi e hanno portato a casa una vittoria incredibile.

Dopo tutte queste emozioni era lecito aspettarsi un po' di calma, e invece Los Angeles Gladiators e Houston Outlaws ci hanno fatto emozionare con un altro match deciso sulla mappa di spareggio. L'arrivo di Fissure ha drammaticamente cambiato il volto di una squadra che ha iniziato zoppicando e che adesso vola sugli avversari. Il tank coreano è in grado di imporsi sugli avversari in maniera asfissiante permettendo ad Asher di giocare con relativa calma i suoi flank con Tracer. Proprio l'eroina inglese è l'artefice della sconfitta di Houston, o meglio, l'incapacità degli Outlaws di usarla al meglio, visto che Clockwork, Jake e Linkzr non si trovano a loro agio col personaggio e preferiscono fare altre scelte in cui sono bravissimi, ma meno efficaci.

Giorno 3

Terza giornata e le emozioni non finiscono. Si scontrano Gladiators e Mayhem, ovvero i due team più in forma della settimana, soprattutto dal punto di vista mentale. Il risultato è una roba da overdose di ansiolitici finita 2 a 1. Le cose non iniziano benissimo per i Gladiators che vengono costretti al pareggio su Volskaya e perdono su Nepal, la tattica dei Mayhem è semplice quanto efficace: martellare la fonte del gioco degli avversari, ovvero Fissure, impedendogli di creare gli spazi necessari a far brillare i suoi DPS. Per due mappe questa idea funziona alla grande, poi, quando la classe del campione deve venire fuori, il tank coreano si scrolla di dosso gli avversari e inizia a giocare come sa. Il risultato è un match incredibile in cui la vittoria è arrivata solo sul finale, quando ormai evidentemente i Mayhem non riuscivano più a reggere sul piano mentale, tuttavia è assolutamente obbligatorio fare i complimenti a due squadre che ci stanno sorprendendo sempre di più.

La giornata prosegue con gli Spitfire che devono riscattare la sconfitta con i Glaidators: il modo migliore per farlo sarebbe una netta vittoria con gli Shock e infatti è proprio così che va a finire. In chiusura è arrivata la seconda tegola sulla testa dei Valiant, che vengono sconfitti dagli Uprising, un team che ultimamente sta brillando un po' meno ma che è sempre in grado di capitalizzare sulle incertezze di team sulla carta più forti. A meritare gli elogi questa volta è stato senza dubbio Gamsu, che con Winston ha creato lo spazio necessario ai suoi compagni per creare azioni bellissime, come una teamkill di DreamKazper con Genji su Volskaya. Sul versante dei Valiant Envy e Fate son apparsi molto in forma e senza di loro probabilmente il risultato sarebbe stato peggiore, mentre Kariv è risultato essere l'ingranaggio incastrato nel meccanismo di Los Angeles. Per tutto il match non saputo trovare la continuità, cambiando spesso eroe e risultando spesso più un peso che una risorsa.

Giorno 4

Doveva essere uno scontro tesissimo, un classico 3 a 2 al cardiopalma pieno di incertezze e invece la partita tra Seoul Dinasty e London Spitfire ha confermato la capacità di quest'ultimi di arrivare preparatissimi allo scontro per mostrare tutte le difficoltà che Seoul nasconde sotto la sua incredibile skill. 4 a 0 fu nella Fase 1 e 4 a 0 è stato anche in questo rematch che ha visto gli Spitfire condurre i giochi senza troppo problemi fin dall'inizio. Fin da subito gli Spitfire hanno applicato uno stile che potremmo definire "guerriglia" sfruttando la capacità di Profit di eliminare Ryujehong, privando così i Dinasty del loro main support, e allo stesso tempo sfiancando i tank con BDosin e invitandoli a un contrattacco che trovava il resto del team pronto a fare piazza pulita. A tutto questo si sommavano le capacità balistiche di Birdring, in grado di giocare al tiro al piccione e bloccare quasi sempre la controffensiva di Fleta. Questa sconfitta trascina i Dinasty sotto i Gladiators nella classica dei prossimi playoff e rende ancora più interessanti gli scontri della prossima settimana, col rischio per Seoul di mancare nuovamente lo spareggio di fine fase.

Le emozioni continuano nel secondo scontro della serata che vedeva contrapporsi Shock e Outlaws, due compagini che escono parecchio acciaccate da questa fase. I primi hanno quasi sempre perso gli scontri importanti mentre i secondi erano partiti molto bene e poi si sono persi per strada. Una strada che ancora non hanno recuperato vista la sconfitta per 3 a 1. Ancora una volta la chiave di volta è stata l'incapacità di Houston di schierare una Tracer che fosse efficiente e in grado di punzecchiare il team avversario. Jake non la sa usare e Linkzer neanche, visto che il suo ruolo sarebbe quello di picchiare duro con Genji e Widowmaker una volta che il team avversario viene distratto dal flanking. Dall'altra parte invece Danteh è sa usare l'eroe inglese molto bene e questo alleggerisce il lavoro di Babybay che può accumulare kill indisturbato. Nell'ultima partita gli Shock hanno gioco facile con dei confusi Fuel, schierando Snillo e Eqo al posto di Carpe e Shadowburn per mescolare un po' le carte e rinsaldare l'alchimia del team anche con composizioni meno utilizzate in partita. Dall'altra parte i Fuel soffrono tantissimo la mancanza di un leader che chiami i bersagli e questo lo si capisce sia ascoltando le comunicazioni sia vedendo la loro scarsissima coordinazione in partita. Doveva essere la fase del riscatto, così non è stato.