Versione testata: Xbox 360
Sulla polo con cui Richard Franke ci accoglie nella saletta predisposta alla presentazione di Burnout Crash! campeggia la scritta Criterion Games Veteran, ma non è questo l'elemento che mette nero su bianco il senso di appartenenza di Richard per quel luogo di lavoro. E' il modo in cui il creative director parla del gioco e lo descrive, che rende inequivocabile il trasporto con cui il piccolo arcade in uscita su PSN e Xbox Live è stato sviluppato nei diciotto mesi precedenti da un team di dimensione variabile, tra le due e le dodici persone, ma a cui tutto lo studio di sviluppo inglese sembrerebbe aver contribuito.
Almeno da un punto di vista delle idee e delle suggestioni. Il progetto nasce dalla precisa volontà di rendere tributo all'omonima modalità extra che tanto è stata apprezzata prima di tutto da Criterion Games stessa, e ha cambiato nel tempo forma, modalità e portata: iniziato con il motore di Paradise, è passato attraverso documenti di design che lo volevano dotato di un editor con cui architettare incidenti via via sempre più complessi per giungere infine all'attuale forma di puzzle game d'abilità, con vista dall'alto e gameplay bidimensionale.
Attenti all'ingorgo
Lanciati a tutto gas verso l'incrocio o la rotonda di turno: così incomincia ogni livello di Burnout Crash! e finisce l'impegno alla guida richiesto al giocatore. Quello che segue dipende da quale delle tre partite presenti si sta giocando. Road Trip è una sorta di survival: dopo essersi scontrati con il primo mezzo, la propria auto resta immobile sulla carreggiata, pronta a esplodere ancora e ancora al comando del giocatore che può indirizzarne la traiettoria, così da coinvolgere nuove vetture nell'ingorgo e usarle, a loro volta, come proiettili utili ad intercettarne altre o per far brillare gli edifici che compongono i singoli scenari di gioco. L'obiettivo, accumulare quanti più punti possibili, si interrompe in caso di crash over, eventualità che si concretizza se un massimo di cinque vetture riescono a sfuggire da questa mattana automobilistica. Per rendere più eccitante l'esperienza, bonus che aumentano il moltiplicatore si ottengono in caso di combo o interazioni speciali - se ad esempio si lanciano delle vetture in una voragine a bordo strada - mentre piccole sfide, come fermare un bulldozer o delle volanti della polizia, sono eventi di intermezzo in attesa dell'ultima, clamorosa possibilità di fare punti extra che è differente a seconda dello stage e può, per dirne una, propiziare l'arrivo di un tornado. Giocando in modalità Rush Hour lo svolgimento è simile ma si hanno novanta secondi per accumulare quanti più punti possibili, magari coinvolgendo negli scontri i camioncini della pizza che, se distrutti, agiscono sul gameplay aumentando la velocità o al contrario rallentando il traffico, accrescendo il moltiplicatore e così via. Infine in Pile Up le auto distrutte restano su schermo per l'intero svolgimento del match, finché non si attiva l'Inferno Mode e si deve cercare di mantenere almeno un oggetto in fiamme per più tempo possibile.
Le tre varianti sono raccolte in una campagna composta da diciotto stage e accompagnata da una versione semplificata dell'Autolog, così da confrontarsi con gli amici. Ci sono alcune meccaniche di contorno, come i sei veicoli diversi tra cui scegliere o la necessità di acquisire delle stelle, ottenibili facendo certi punteggi o soddisfacendo condizioni speciali, ma l'unico vero cuore pulsante di Burnout Crash! sono gli incroci, le esplosioni e soprattutto i punteggi. Una scelta sensata considerando quanto i flipper, richiamati anche dagli effetti sonori del gioco oltre che citati come fonte d'ispirazione, siano una delle passioni più radicate all'interno di Criterion Games. Loro e gli anni '80, come Gold degli Spandau Ballet, a tutto volume all'ottenimento di certi risultati assieme a una decina di altri brani su licenza, stanno a dimostrare. Peccato quindi che da un punto di vista visivo non si sia scelto di seguire quella linea, optando per una grafica simil cartoon piacevole ma già vista.
La prova è avvenuta su Xbox 360, console per cui è stato garantito anche il supporto a Kinect: i controlli con la periferica di movimento Microsoft sono semplici - muovendosi si decide dove indirizzare la macchina e saltando la si fa esplodere - ma la precisione e la rapidità del pad sono ovviamente un'altra cosa.
Buona quindi l'idea di creare per Kinect una seconda modalità in stile party game, esclusiva e pronta per essere rivelata ad agosto durante la GamesCom. Cercando di interpretare le prospettive di riuscita di Burnout Crash!, l'immediatezza è garantita e in modo simile sembrano esserci abbastanza sfumature da renderlo impegnativo da padroneggiare al meglio. Ci rimangono dei dubbi, invece, su quanto appeal possa avere dopo ore di gioco l'idea di tornare a far saltare per aria della automobili in livelli che sono in apparenza molto simili tra loro. Per il momento la giocabilità è parsa graziata da un'idea di fondo interessante, ma è forse mancata la scintilla che nel panorama DLC spesso accende gli animi, facendo bastare pochi minuti per far sì che un gioco catturi completamente le attenzioni. I ragazzi di Criterion sembrano crederci molto, a noi non resta che aspettare di poterlo giocare come si deve per tirare le conclusioni del caso.
CERTEZZE
- Gameplay interessante
- Tanti spunti e motivi d'ispirazione, messi assieme
- Campagna dotata di parecchi livelli e modalità...
DUBBI
- ... che dovranno dimostrare sufficiente varietà di situazioni di gioco
- Giocato qualche livello, è divertente ma manca del coinvolgimento di alti DLC
- Grafica carina ma poco personale