Dalla Cina con furore!
Dopo questa piccola ma necessaria introduzione, è giunta l’ora di esaminare quanto sviluppato dai programmatori di Ronin entertainment. Vi anticipo subito che il lavoro alla base di questo titolo è immenso; ho potuto leggere in rete alcune interviste ai programmatori del gioco che affermano di aver implementato nel titolo tutte le caratteristiche del mitico Bruce: dalle sue urla alla sua filosofia di vita, un mix che può rivelarsi esplosivo! E sono quasi certi che la perfezione ed il fascino del Jeet Kune Do, i suoi scatti e la sua velocità saranno riprodotti alla perfezione sul nostro XBox.
Dalla Cina con furore!
Senza dubbio, una licenza sul mito di Bruce Lee fa molta paura: da una parte perché bisogna assolutamente evitare di deludere i giocatori, e dall'altra perché si tratta comunque di una trasposizione di un certo calibro, dai contenuti particolarmente imponenti e che soffre il rischio di essere sfruttata male. Sono comunque fiducioso del titolo e mi aspetto molto da questo Bruce Lee: Quest of the Dragon.
Mi chiamo Lee... Bruce Lee!
La trama vede Bruce alla ricerca di suo padre che è stato rapito da una pericolosa banda criminale. Egli dovrà inoltre recuperare la “reliquia d’oro” che contiene il segreto delle arti marziali e che non deve assolutamente finire in mani sbagliate. I livelli da affrontare saranno circa 30, sparsi per tutto il mondo tra cui, ovviamente, Honk Kong e San Francisco. Il gameplay è un buon mix d’azione ed avventura: avremo sezioni dedicate alla lotta ed altre focalizzate sulla ricerca d'indizi. Non troppo raramente, ci capiterà di andare avanti nel classico stile delle avventure. Se pensate che il gioco sia tutto improntato a smanettare sul pad, avete sbagliato di gran lunga: molte volte bisognerà avanzare nell'ombra, in perfetto stile Metal Gear Solid. Potremo sbirciare dagli angoli o strisciare alle spalle dei nemici e tutto ciò riesce ad aggiungere un fattore tattico al gioco. Le animazioni hanno goduto di moltissima attenzione durante la realizzazione del titolo. E' stata infatti adottata la tecnica del motion capture, applicata proprio sugli allievi dello stile del Maestro. Avremo a disposizione una quantità enorme di mosse e tecniche speciali con movimenti ultra realistici dei personaggi. In base ai combattimenti vinti, sarà possibile imparare nuove mosse ed aggiungerle a quelle già possedute fino ad acquisire e raggiungere una tecnica praticamente perfetta. Gli avversari non staranno certo a guardare; avranno anche loro uno stile particolare di combattimento, e mosse sempre all’altezza della situazione. A volte le cose si potranno mettere male: dovremo infatti ingaggiare lotte contro più avversari contemporaneamente che si trasformeranno in risse senza tregua nè un attimo di respiro. Il comparto grafico è di ottima qualità (come dimostrano i filmati disponibili), ed ogni personaggio rispecchia la controparte reale. Le animazioni dal canto loro, sembrano raggiungere una fluidità senza paragoni e nonostante sia difficile giudicarle in questo stato dello sviluppo, sono abbastanza certo che una tale velocità di gioco verrà mantenuta anche in presenza di molti personaggi su schermo. Vi rimando dunque alla recensione definitiva e non posso nascondere la mia attesa per l'uscita di un titolo che già si preannuncia affascinante e spettacolare come il personaggio a cui s'ispira. Il grande Bruce Lee.
Bruce Lee, un mito che non tramonterà mai.
Nato a San Francisco (USA) nel lontano 1940, prese il nome Bruce da un’infermiera a cui non andava a genio il nome Lee Yun Fan. Un anno dopo la sua nascita si trasferì a Hong Kong con la famiglia ed ebbe, nei primi anni della sua infanzia, una normale vita come ogni bambino cinese. Arrivato alle superiori, si innamora dell'arte del Kung Fu, imparando in fretta tutti gli insegnamenti dell'amato maestro Yip Man. Trasferitosi nuovamente America, frequenta un college di Seattle ed è qui che perfeziona la sua filosofia di vita e dà inizio ad un nuovo stile di combattimento che unisce tutte le arti marziali: il Jeet kune do! Muore il 20 luglio del 1973 durante la lavorazione di un film a Hong Kong.