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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   29/06/2001

Diario del capitano

Una premessa a quanto sto per commentare è d'obbligo: non ho preconcetti su Microsoft. Nutro un sano rispetto, dovuto, perchè una manica di uomini, da soli, è riuscita a realizzare il sogno americano (e perchè no, il sogno di ogni singolo uomo sulla terra). Quindi parlerò del fatto con assoluta tranquillità d'animo.
Bill Gates ce l'ha fatta ancora una volta. Quella che sembrava una delle più grandi vittorie della Pubblica Amministrazione americana, si è trasformata in una delle più grandi affermazioni di volontà privata degli ultimi anni. Ieri la Corte di Appello di Washington ha decretato che l'ordinanza di smembramento di Microsoft deve essere annullata. Microsoft non deve essere più divisa in tante società quanti sono i settori di interesse (sistemi operativi, internet, etc). Tra le giustificazioni che hanno portato l'alta corte americana a cambiare idea c'è che "la società non avrebbe cercato di monopolizzare il mercato dei navigatori Internet". In effetti è vero: invece di criminalizzare Microsoft, si dovrebbe criminalizzare chi non è riuscito a porsi come valida alternativa.
La tendenza al monopolio è una logica imprescindibile in ambito tecnologico. Guardate Microsoft, guardate nVidia (fino a qualche anno fa avrei detto "guardate Intel", oggi non più). L'unico modo di sopravvivere è dettare le leggi di obsolescenza del prodotto tecnologico (sia esso un software o un hardware). Considerate Intel prima e Intel dopo AMD: la corsa delle frequenze verso l'alto e dei prezzi verso il basso si è fatto estenuante (e vantaggiosa certamente per noi consumatori). Ma cosa succederebbe se non dovesse essere più profittevole? Non avremmo più CPU. Insomma l'equilibrio è delicato, e sempre instabile.
Microsoft l'ha raggiunto dai tempi dell'MS-Dos, e da allora l'unica realtà che si è frapposta con forza tra l'azienda americana e il monopolio di fatto (inteso come mancanza di alternative) sono state le Autorità americane. Ma è lecito pensare che un genio imprenditoriale possa essere punito per la mancanza di concorrenti capaci di farsi valere?
Senza dubbio un controllo sulla leceità di alcuni comportamenti è auspicabile (come alcune manifestazioni aberrate del potere derivante dalla posizione "dominante").
Questo è quanto. Microsoft ha vinto, viva Bill Gates.