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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   02/12/2001

Diario del capitano

Secondo tentativo di scrivere il diario per oggi, dopo una prima versione andata perduta per dabbenaggine personale poco prima di pranzo. Di fronte ad un piatto di ravioli non ho saputo resistere ed eccomi dunque ad affrontare nuovamente questo impegno quotidiano con lo stomaco pieno. Cercherò di ricostruire il discorso iniziato prima.
Ho passato oltre un'ora in cerca di ispirazione per scrivere oggi, ma a parte la saga legale tra Interplay e Bioware la rete è avara di notizie stuzzicanti dal nostro mondo. In compenso, un articolo noir su "La Repubblica" ha catalizzato il mio interesse: un'intervista al nuovo fidanzato virtutale dj di Erika (si quell'Erika lì, di Erika e Omar). Ne sono rimasto piuttosto colpito, perchè testimonianza di un fatto assolutamente surreale che non riesco a rendere concepibile in nessun modo.
Tuttavia non ritengo il diario posto per parlare della vicenda (oltretutto trita e ritrita) dei due ex fidanzatini di Novi Ligure perciò mi butterò su qualcosa di indubbiamente più frivolo e adatto ad una domenica solare come oggi, almeno da queste parti. Stanotte, mentre guardavo un film di produzione cinese, mi sono chiesto perchè una persona sana di mente entrerebbe in una videoteca arricchita da tutte le uscite a noleggio autunnali, uscendone poi con una videocassetta dal titolo piuttosto anonimo "The Stormriders". La risposta è duplice. Innanzitutto, la popolazione dotata di videoregistratore era passata prima di me razziando tutti i film cosiddetti "guardabili". A seguire, sul retro di questa copertina, c'era il classico messaggio fatto apposta per i polli che si credono aquile e che cercherò di riportare qui a memoria: "il più grande kolossal cinese di tutti i tempi con effetti speciali d'altro mondo". Essendo dunque io un pollo che si crede un'aquila ho abboccato al messaggio propagandistico e mi sono portato a casa ben centotrentadue minuti di film made in China con protagonisti due giovani eroi del kung-fu magico chiamati Nube e Vento (e non dimentichiamo il loro amico Gelo). Ecco, iniziare a guardare un film i cui protagonisti si chiamano Nube e Vento (e Gelo) mi ha fatto sentire terribilmente pollo.
Tuttavia, per salvare il salvabile, va detto che esiste di peggio e in altre occasioni ho saputo inorridire in modo più clamoroso. Sui titoli di coda di "The Stormriders" si conclude il diario domenicale. Da dimenticare come il film cinese.