Lasciati da parte questi aspetti tutto sommato di contorno, Animal Crossing DS presenta a ben guardare interessanti novità che ne possono senza dubbio arricchire il gameplay. La prima e più ovvia riguarda l’utilizzo del touchscreen, che può sostituire i comandi tradizionali per quanto riguarda il controllo effettivo del personaggio. La funzione che tuttavia abbiamo trovato più adatta a venire esplicata per mezzo dello stylus si è rivelata quella relativa alla navigazione nei vari menu, specialmente quelli riguardanti la scrittura di lettere o il desing di pattern e quant’altro. Altre new entry nell’economia di gioco sono l’allargamento del salone di esposizioni del museo cittadino e l’inserimento all’interno del paese di un salone di bellezza, dove poter cambiare acconciature al proprio personaggio. Tra le tante cose, Animal Crossing DS sembra soprattutto in grado di porre rimedio al più grande limite mostrato dalla versione Gamecube, ovvero l’impossibilità di interagire concretamente con altri utenti. Sfruttando l’ormai arcinota funzionalità wireless dell’handheld Nintendo si potrà infatti non solo visitare le città dei membri della propria friends list, ma addirittura chattare ed agire in compagnia in tempo reale. A conferma di questo fatto, lo stand Nintendo era fornito di una postazione dedicata che permetteva di avere una breve sessione di gioco multiplayer con Charles Martinet (lo storico doppiatore di Mario), visibile in diretta da New York tramite un collegamento TV. Insomma, Animal Crossing DS sembra un prodotto decisamente interessante, a quanto pare capace di abbattere i limiti single player che affliggevano la versione Gamecube del gioco.
Annunciato da diverso tempo, Animal Crossing DS ha fatto la sua apparizione sullo showfloor dell’ E3 in forma giocabile, dando conferma delle sue caratteristiche. Il gioco è a tutti gli effetti una versione riveduta e corretta del titolo apparso su Gamecube: compito dell’utente rimane dunque quello di farsi una vita virtuale all’interno della comunità, arredando la sua casa ed occupandosi di una serie di diverse attività compresa quella relativa ai rapporti coi compaesani. Lo schema di gioco è quindi rimasto lo stesso, affermazione che si può sostanzialmente estendere anche al comparto grafico del prodotto Nintendo. Se si eccettua l’evidente (ed inevitabile) minore definizione delle texture e poco altro, infatti, Animal Crossing DS differisce poco dall’originale incarnazione casalinga. Di sicuro, invece, questa versione handheld offre di più dal punto di vista della personalizzazione del proprio personaggio, che può essere agghindato in molte maniere diverse sfruttando una vasta serie di elementi (occhiali, cappellini eccetera), con risultati spesso decisamente buffi.