marzo 2001...
Basterebbe questo per aspettare con ansia il mese di Marzo prossimo venturo, ma è giusto aggiungere 150 vetture, americane, europee e giapponesi, anche di nuova fabbricazione, riprodotte con estrema fedeltà e precisione. Il feeling del gameplay è invariato, vincere delle competizioni di crescente difficoltà, guadagnare denaro, scegliere strategicamente se utilizzarlo per modificare la propria vettura o per acquistarne un’altra. Quando si inizia è difficile smettere: il piccolo meccanico che è in noi ci intimerà di andare avanti all’infinito, fino ad avere un garage fornitissimo di bolidi dall’aspetto e dalle prestazioni decisamente non compatibili con il codice della strada.
Una corsa quasi poetica...
I tracciati, molti, sono stati modellati splendidamente: alcuni sono stati reimplementati da i vecchi Gt, tipo Laguna Seca e Deep Forest. In quest’ultimo la luce che filtra tra gli alberi, insieme ai riflessi dell’ambiente sulle carrozzerie delle vetture ci regala dei momenti che dire poetici è riduttivo. Altre novità riguardano, tempo permettendo, l’introduzione di una visuale interna che mostra l’abitacolo in tutti i suoi dettagli . Il multiplayer è assicurato dallo split screen, ma anche grazie all’Ilink, potendo collegare tra loro fino a 6 console, tramite una centralina di collegamento. In più è pronto per la commercializzazione un modello di volante con force feedback sviluppato da Immersion® TouchSense™ Technology, su porta usb, che a sentire il capo della Poliphony Digital, Kazunori Yamauchi, gli ha fatto provare sensazioni molto vicine al gioco di guida perfetto, che sogna sin dal primo Gt. Suvvia! Marzo non è poi cosi’ lontano…
Cambia il nome, ma il contenuto?
Normalmente il cambio di nome rappresenta solo un esigenza di tipo commerciale, invece i tipi della Poliphony Digital, hanno fatto qualcosa in più. Le prime immagini di Granturismo 2000 non avevano fatto gridare certamente al miracolo, ma come Gp3 insegna, un gran titolo non è fatto di sola grafica. E così i rifacimenti estetici si sprecano: environmental mapping come se piovesse, scalettature pressochè inesistenti e goduria assoluta, alta definizione. Certe immagini fanno pensare al fotorealismo più spinto, praticamente indistinguibili dalla realtà. Le costruzioni poligonali sono di una precisione incredibile e il livello di dettaglio è assolutamente fuori parametro. Nel replay poi è presente l’effetto di sfocatura delle immagini causato dal surriscaldamento della temperatura: si rimane decisamente a bocca aperta