27

I videogiochi vanno a ruba

Poi ci si lamenta dei videogiochi violenti: Grand Theft Auto è una favola se paragonato alla realtà.

DIARIO di Andrea Pucci   —   24/11/2007
I videogiochi vanno a ruba

Quando l'altra notte, verso le 2:30, percorrevo la strada principale della zona industriale, deserta come Milano a Ferragosto, sono giunto a due conclusioni. La prima è che per quanto le software house si sforzeranno di imitare una sorta di realtà verosimile o futuribile, non riusciranno mai ad anticipare la crudezza e le infinite possibilità della realtà vera. La seconda è che GTA è una favola per bambinette se paragonato a certi fatti. Non c'è nemmeno bisogno di fare facili esempi di cronaca nera efferata (di cui i media tradizionali si assicurano di fornircene una dose massiccia tutti i giorni), basta citare quanto accaduto a noi, umile azienda del centro Italia, situata in quella che l'ISTAT definisce un "piccolo capoluogo di provincia tranquillo e noioso".
Nel solo 2007 siamo stati oggetto di di due furti con scasso e un tentativo di furto, l'ultimo giusto qualche notte fa.
E' proprio il caso di dire che i videogiochi vanno a ruba. Altro che gioiellerie e rame. Negli ultimi diciotto mesi mi sono dovuto improvvisare esperto di sicurezza per proteggermi/ci da altri sedicenti esperti e ho infilato la testa nel cesso della società, scoprendo un mondo fatto di ladri, abili o maldestri, delicati o brutali, ironici e protagonisti. E poi un esercito di poliziotti, carabinieri e vigilantes volenterosi, svogliati, disillusi o incazzati. Ho scoperto che CSI dice un po' di balle, ma anche un po' di verità. Che le impronte digitali non stanno ovunque, anzi non ci stanno mai e che solo nei serial tv i malviventi sono abbastanza stronzi da agire senza guanti.
E' una partita a scacchi, è Chess Master 9000. Ogni giorno fai una mossa per evitare scacco al re, pena il furto e la beffa. Come la volta, mesi fa, che oltre ad una bella scorta di PlayStation 3 i visitors si sono fatti un caffè, mangiati il panettone e bevuti lo spumante, festeggiando Capodanno come i cinesi, a marzo. Oppure come l'altro giorno, quando, dopo aver blindato ogni entrata, si sono fatti il buco sul muro. Non posso nemmeno dire che è orribile senza confessare che sia anche stimolante questo "Guardie e ladri", a chi è più furbo. L'unico problema è che le partite, purtroppo, le paghiamo sempre noi.
Articolo sul Messaggero