La completezza del tutto
La conversione, affidata ai ragazzi di Cero C, si porta in dote tutti i contenuti presenti su PC e Xbox 360, più ovviamente tutto quello resosi successivamente disponibile per il download. Sono disponibili quindi in ambito multiplayer, contrariamente alla versione Windows, ben dodici mappe, compresa quella chiamata Battleground, inizialmente disponibile solo nell'edizione limitata del gioco, undici personaggi di cui 4 sbloccabili (giocabili anche nella campagna single player) e tutte quelle modalità presenti precedentemente come Team Elimination, Post Grab e Fugitive. Ovviamente, come per la versione Xbox 360, fino ad un massimo di 16 giocatori potranno sfidarsi tra i ghiacci del pianeta E.D.N. III.
La completezza del tutto
Giocando la campagna, è stato possibile testare una buona metà del titolo, potendo verificare la bontà del porting sia in livelli "chiusi" che in quelli in cui le nevi perenni la fanno da padrone. Il feeling del gioco è rimasto intatto, il pad risponde benissimo alle sollecitazioni del gioco, inoltre la vicinanza dei due stick analogici facilita nei momenti più concitati il controllo del personaggio. Sembra purtroppo persistere il problema riscontrato su Xbox 360, e cioè quello relativo al tasto per salire e scendere dai mech che serve anche per staccare le armi dagli stessi e portarsele in giro come in Halo. In pratica si rischia, per una questione di postura rispetto al mech, di salirci sopra quando invece lo si voleva solo disarmare, o viceversa. Niente di irreparabile, resta da capire perchè Capcom abbia fatto questa scelta.
La completezza del tutto
Ovviamente, quello che tutti i possessori di Playstation 3 si staranno chiedendo è se questo porting soffra della sindrome che ha colpito molti prodotti multipiattaforma usciti per la console Sony. La build arrivata in redazione, vuoi per la probabilissima giovinezza della stessa, denunciava problemi di pulizia e di frame rate. Le textures sembrano soffrire di evidenti carenze di anti aliasing, con ovvie grosse esposizioni di scalettature. In alcuni frangenti sembra quasi che l'anti aliasing sia del tutto assente: nei primi momenti del titolo, quando Wayne scappa dalla base incalzato da Green Eye, è un tripudio di travi e tubi che sembrano spezzarsi. Sicuramente la versione finale del gioco saprà porre rimedio a questa criticità. Inoltre il dettaglio di alcune textures, ad esempio quelle applicate sui muri o su alcune strutture è decisamente basso, col risultato di stonare vistosamente rispetto a quelle implementate sul protagonista e in generale su tutti i nemici, antropomorfi e non, dello stesso. Anche il frame rate, soffre di sporadici rallentamenti, soprattutto in presenza di tormente di neve e slavine, quando cioè lo schermo si oscura, pieno di effetti particellari e quant'altro. L'impressione generale è che comunque la velocità del gioco, complice anche un persistente effetto blur abbassa frame, sia più lenta rispetto alle precedenti versioni.
La completezza del tutto
Questi piccoli "peccati di gioventù" non inficiano comunque la bontà di un reparto grafico che nonostante tutto, a distanza di un anno dalla prima uscita su console Microsoft, e dopo il rinnovamento cosmetico a colpi di Direct X 10 su PC, sa ancora stupire per l'ottimo design generale, per la varietà di mezzi e soprattutto per gli enormi boss di fine livello, tra i più grandi mai visti in un videogioco. In definitiva questa versione preliminare di Lost Planet: Extreme Condition ha denunciato notevoli margini di miglioramento. Il gioco c'è, le meccaniche sono le solite, solide e ben congegnate. Se la versione finale apporterà i dovuti aggiustamenti al settore grafico si preannuncia un porting decisamente ben fatto, che finalmente non avrà nulla a che fare con il triste trend dei titoli multipiattaforma usciti sin'ora su PlayStation 3, salvo eccezioni.