Le due metà della mela
Il problema principale di Outrun 2, al di là dei cambiamenti nel gameplay dettati dal primo approccio con le tre dimensioni, è rappresentato dalla longevità. La sfida con se stessi su tracciati disegnati ad arte è una carta vincente nel mondo dei videogiochi ma non è certamente sufficiente per un titolo del ventunesimo secolo, epoca in cui l'entertainment elettronico ha raggiunto vette di complessità inimmaginabili anche solo pochi anni prima. Per ovviare a questo problema Coast 2 Coast compie un'operazione piuttosto semplice. Pare infatti che SEGA abbia semplicemente preso le due metà di un videogioco, ovvero Outrun 2 e Outrun Special Tours, e le abbia finalmente messe insieme. A dirla tutta in Outrun 2 Coast To Coast persino i due gameplay della serie convivono attraverso i veicoli delle due versioni, permettendo di giocare, in sostanza, l'arcade in due modi diversi. Possiamo quindi pilotare veicoli incollati alla strada sui tracciati del titolo XBox e derapare selvaggiamente sui tracciati del Coin-Op e il tutto nello stesso titolo. Inutile dire che la longevità di questo Outrun, grazie a questo mix completo, sbaraglia facilmente quella del predecessore, senza contare che l'intero mix viene moltiplicato all'ennesima potenza quando portato in multiplayer.
Finalmente Outrun
Una volta poste le basi per un titolo finalmente completo SEGA ha anche deciso di inserire ogni modalità storica della saga, compreso l'Heart Attack mode, dove possiamo sfogare selvaggiamente le nostre riserve di testosterone per impressionare la bella bionda suicida che ci siede al fianco. I contenuti sbloccabili si ottengono attraverso le Outrun Miles, una sorta di punteggio derivato dall'avanzamento in determinate modalità di gioco; pare che questi punti saranno trasferibili dalla versione PSP a quella PS2 per poter sbloccare contenuti esclusivi. Tra i contenuti extra più appetibili spicca una serie di Ferrari "modificate" ed approvate direttamente dalla casa madre e per quanto ho potuto vedere anche i primi modelli sbloccati sono piccole opere d'arte. Il motore grafico, almeno nella versione XBox, pare invariato. Troviamo quindi modelli dei veicoli più che buoni e alcune piste particolarmente ispirate e ricche di dettagli e costruzioni a bordo pista, ma troviamo anche lunghi tratti pressochè deserti dove l'unico elemento ad attrarre la nostra attenzione è il traffico. Ovviamente, soprattutto in questo caso, è d'uopo aspettare la versione finale per dare un giudizio completo, ma nell'insieme, anche solo dalle prime battute, Outrun Coast To Coast appare il ritorno ideale per una serie che appartiene alla storia del videogioco. Nelle prossime settimane a
Outrun, da ormai venti anni, è il gioiello di quella SEGA regina dei Coin-Op ed è indiscutibilmente il simbolo del racing arcade. Il suo ritorno, con SEGA relegata a software house e con il medesimo modello di gioco alla base, ha tanto esaltato i fan della serie quanto preoccupato i puristi del racing e i videogiocatori più esigenti, e non è sbagliato dire che entrambe le categorie hanno ragione per buona parte. Outrun è tornato non con lo stesso gameplay, trovandosi ora a che fare con le tre dimensioni e con un modello fisico assai più complesso, ma con quella che potremo chiamare una possibile trasposizione moderna dello stesso. In termini pratici Outrun 2 si è rivelato una goduria per chi desiderava semplicemente perdersi nel traffico di una costa soleggiata, a bordo di una Ferrari, accanto a una biondona mozzafiato, ed è risultato una delusione per chi cercava un racing game di nuova generazione, ricco, longevo e non improntato sul semplice conseguimento di tempi record. Il plauso a SEGA va comunque fatto a prescindere dalla categoria di giocatori in cui ricadiamo, perchè Outrun 2, a conti fatti, è il primo titolo SEGA, dopo diverso tempo, ad aver pienamente raggiunto gli obiettivi preposti con una realizzazione qualitativamente elevata e con una certa considerazione per gli irriducibili fans che non hanno mai abbandonato la storica società giapponese.