Il primo zombie non si scorda mai
Raccoon City, una misteriosa organizzazione segreta, tale Umbrella Inc., effettua strani esperimenti biogenetici circa il cosiddetto G-Virus, un virus capace di moltiplicare notevolmente le capacità vitali di ogni essere umano. Il problema è più grosso di quello che sembra. Infatti le autorità locali vengono informate sulla scomparsa di alcuni scienziati nella stessa cittadina. E’ così che due squadre di soccorso, Alpha e Bravo, vengono mandate sul posto a fare maggior chiarezza sugli accaduti. Queste ultime, appena giunte a destinazione avranno a che fare con grossi grattacapi; non per niente la prima delle suddette viene fatta fuori da misteriose entità in men che non si dica, mentre l’altra riesce a “rifugiarsi” in una magione abbandonata, o così sembra (anche se parlare di rifugio è un tantino azzardato…). E’ qui che l’avventura più paurosa di tutti i tempi ha inizio. Chi conosce la vecchia versione per Psone sa inoltre che si tratta di un videogioco che cattura tutte le attenzioni del videogiocatore e lo risucchia all’interno di un mondo parallelo in cui si respirano atmosfere cupe, tenebrose e ricche di colpi di scena degne delle più note pellicole cinematografiche horror, prima fra tutte “La notte dei morti viventi” (film che ha ispirato Mikami-san alla creazione della serie ludica).
“Resident Evil” con la grafica migliore?
All’annuncio dello sviluppo di Bio Hazard su GC la domanda che tutti si sono posti è questa: ”ma il gioco sarebbe il vecchio con la grafica ultra-pompata?”. Videogiocatori nel panico… Invece no, a detta del producer questo nuovo episodio è il medesimo a quello vecchio solamente per il trenta per cento. Il restante settanta rappresenta una novità. Fatto questo chiarimento potete o dormire sonni tranquilli oppure festeggiare con dello champagne questa bellissima notizia. Questo, infatti, rende il videogame in questione un titolo che può (e DEVE) essere gustato da tutti, anche da coloro che lo già hanno spolpato in passato sull’ormai vetusta Psone. Per chi non lo sapesse, Bio Hazard è un horror/adventure 3D, ovvero un gioco in cui bisogna procedere attraverso le varie locazioni facendo un po’ di pulizia di mostri e risolvendo qualche bell’enigma a destra e a manca, per poi concludersi con l’immancabile scontro con il boss finale (che di umano ha ben poco…). A livello di gameplay il titolo targato Capcom risulta molto semplice ed intuitivo fin dalle prime battute “di caccia”. Infatti sul joypad del cubo, oltre alla levetta designata ai movimenti del protagonista, si usa un solo tasto d’azione combinato, poi, con quello dorsale. Questo è dedicato ad aprire porte, esaminare e raccogliere oggetti e così via, mentre insieme al grilletto destro serve ad usare l’armamentario a disposizione. Citiamo anche il tasto con cui si accede al menu di gestione degli oggetti. Da notare in questa sede come il proprio personaggio non possa portare nel suo zainetto una quantità infinita di oggetti, dovendo lasciare negli appositi bauli sparsi tutti quelli ritenuti meno essenziali dal giocatore. Per quanto riguarda le armi a disposizione sappiamo già per esperienza che il maschietto della situazione, il mitico Chris Redfield, all’inizio dell’avventura porta con se un misero coltello, mentre la femminuccia, tale Jill Valentine, ha fin da subito una bella Beretta 92. Tra le altre armi che si incontrano nel gioco ricordiamo la potentissima Python, il lanciarazzi, il lancia granate, il fucile a pompa, il lancia fiamme e la mitica 357 Magnum. Vale la pena sottolineare come bisogna seguire una certa strategia di economia nell’uso delle munizioni in quanto il gioco è molto avaro sotto questo punto di vista. Quindi cercate di mirare bene e sbagliare poco, oppure vi ritroverete a vagare per le buie stanze della magione senza nulla con cui difendere la vostra pericolante pellaccia che rappresenta una gustosa pietanza per gli abitanti della casa (non del Grande Fratello).
Un restyling accattivante
Ciò che ha consacrato il primo Bio Hazard è stato un mix di elementi che mai prima di allora si erano visti in un videogame. Come non ricordare l’ansia evocata dalle lugubri e anguste locazioni, gli infarti presi nei momenti che sembrano più “calmi”, i muggiti dei carissimi amici zombies che fanno da sottofondo all’esplorazione della magione e via dicendo. Insomma, tutto ciò che ad un videogioco si poteva chiedere (almeno a quei tempi). Oggi siamo lieti di poter gustarne una nuova versione più bella, reale, cattiva e tenebrosa. Grazie alla potenza grafica del Gamecube i programmatori hanno potuto sbizzarrire e sfogare tutta la loro creatività. Basti pensare e notare nei filmati come la differenza tra elementi pre-renderizzati (ovvero gran parte dei fondali) e strutture poligonali (cioè tutti i personaggi ed alcuni particolari) sia inesistente. Il motore grafico non da segni di affaticamento, almeno a giudicare dai video, e presenta un livello di dettaglio mai visto prima. I personaggi, compresi mostri di ogni genere, sono stati curati in maniera a dir poco maniacale presentando non solo volti ed espressioni fotorealistiche ma anche particolari di ogni tipo (ad es. le pieghe animate sui vestiti, le ferite con conseguente perdita di sangue, i tagli e i colpi inflitti ai nemici ecc.). Altro particolare che ha fatto rimanere la comunità videoludica con la mascella a terra è senza dubbio il gioco di luci ed ombre. Infatti tutte le strutture tridimensionali quando vengono investite da una qualsiasi fonte di luce come lampadari, torce, fiamme ecc., proiettano la propria ombra sull’ambientazione di contorno. E non pensate che quest’orgia visiva sia limitata a brevissime fasi di gioco, anzi! E’ tutto il perfetto contrario, rimanendo una costante fissa in ogni momento. Che dire, Capcom merita una statua.
Succede tutto all’improvviso
Una peculiarità dell’intera serie horror della casa di Osaka è rappresentata dal tipo di emozione che ogni suo episodio riesce a trasmettere al giocatore. Il terrore in Bio Hazard differisce molto da quel particolare “disturbo psicologico” che caratterizza i due Silent Hill. Infatti nella serie Konami il sentimento d’ansia rimane si fisso per tutta la durata dell’avventura ma non ha mai sbalzi eccessivamente intensi. Invece nell’horror game di Capcom ciò che si prova è molto diverso. Qui il cuore del giocatore riceve delle stimolazioni molto intense in un brevissimo lasso di tempo, a causa di particolari eventi nel gioco. Non per niente è sconsigliato vivamente ai deboli di cuore. Dopo quest’analisi psico-ludica è importante trattare ed esaminare il comparto sonoro di questo Bio Hazard. Innanzitutto va ricordato che tutti i passati capitoli della serie vantano un accompagnamento sonoro d’eccezione, evocando atmosfere tristi ed oscure sensazioni. Per la gioia di tutti questo episodio avrà una colonna sonora tutta rinnovata così come anche dei nuovi effetti sonori. A giudicare da quel poco che si sente dall’audio contenuto nei filmati non possiamo che rimanere abbastanza soddisfatti del lavoro svolto. Ragazzi, nella convinzione che tutto il pianeta videoludico stia sbavando di fronte alle foto di questo bellissimo ed interessantissimo Bio Hazard, vi rimando a successive news per eventuali novità sul progetto. Per adesso bisogna solo mettere gli euro da parte (siamo o no in Europa?) per accaparrarsi un bel cubo e portarsi a casa il prossimo 22 Marzo una copia di questo accattivante videogame, che farà la sua comparsa nel vecchio continente soltanto verso Giugno. State certi che Joypad.it non mancherà all’appuntamento.
Solo su Gamecube?
Una delle notizie che ha lasciato a bocca aperta la comunità videoludica è stata sicuramente quella che ha visto la migrazione dei futuri progetti, da parte di Capcom, circa i prossimi giochi della serie Bio Hazard (Resident Evil in occidente) dai sistemi Sony a favore del nuovo cubo Nintendo. Infatti non solo il primo episodio ma anche il secondo, il terzo, il Code: Veronica e addirittura il QUARTO (si ragazzi, quello inedito) saranno esclusivo appannaggio della grande N. Il direttore del progetto, Mr. Shinji Mikami, non ha dato particolari spiegazioni ma si è limitato a sottolineare la nuda realtà nel modo seguente:” therefore the series will be GameCube exclusive”. Più chiaro di così. Il pianeta dei videogiocatori è così diviso a metà, chi da un lato piange lacrime amare, e chi dall’altro ancora salta e si sollazza dalla gioia (mi riferisco a coloro affetti da una grave ed incurabile malattia, la Nintendomania). Fatto sta che il prossimo 22 Marzo i possessori del piccolo grande Gamecube potranno godersi il primo capitolo della serie che ha aperto le danze ad un nuovo genere qual è l’horror game. Ragazzi, Bio Hazard è tornato più cattivo e pauroso di sempre, in una nuovissima e fotorealistica veste grafica. Chi non muore dalla voglia di giocarci, non comprende la vera essenza del divertimento e delle emozioni che un videogame può regalare. Ma poi basta dare uno sguardo alle foto per capire bene cosa (N)intendo…