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[TGS2001] "Imo alla Mecca dello videogioco: Capitolo 1"

Due cavalieri nostrani alla corte dell'imperatore dell'estremo oriente, in cerca delle favolose meraviglie elettroniche di Tokyo.

APPROFONDIMENTO di La Redazione   —   11/10/2001

Si respira, ci si rende conto che siamo stati coinvolti in un fuso orario di 8 ore e si stilano gli obiettivi che animeranno i nostri giorni futuri. Occorre seguire la sagoma di Tokyo attraverso la linea dei videogiochi, ma soprattutto recarci al TokyoGameShow per il reportage; ivi troveremo inusitate meraviglie che non mancheremo di descrivervi minuziosamente. 8
Il Giappone al TokyoGameShow: molti dicono che la vecchia regina dei videogames ormai trattiene lo scettro solo per l' ARCADE annaspando nel mercato HOME sotto il peso delle Software-house Americane; lo vedremo poi, al momento Tokyo brulica di vita tutta intorno a noi, arroccata sopra se stessa in negozi che si accavallano a vicenda dietro promesse al neon. 11
Pochi passi intorno all'Hotel e già si dischiude un universo nuovo, occorrerebbe fermarsi solo qui (magari provando più a fondo l'arte della pugna con Virtua Figther 4...), ma ci sono tante altre promesse che questa città deve mantenere ai nostri occhi. 4
Si nota subito la scarsa diffusione delle carte di credito così come della lingua inglese; non ci sentiamo comunque spaesati, anzi sebbenni zuppi fino al midollo e senza ricambio, siamo tranquilli ed accolti dalla città. 17
Pare che il migliore amico di ognuno qui sia il proprio cellulare (tecnologia video umts, noi la sperimeteremo forse il prossimo anno), ma attenzione, non c'è nulla d'ostentato, solo un continuo ed intimo dialogo continuato con la tecnologia. Ci vengono distribuiti volantini con molta educazione dai procacciatori locali, per segnalare il loro locale aperto in qualche piano di quel dedalo di palazzi che forma le vie. 16
Ci inghiotte la notte ma non prima di un'ultima tazza di the nel fornellino che adorna la scrivania della castra. Il viaggio in terra straniera inzia ora sia per noi che per voi (speriamo). 5

Capitolo 1: Viaggiatori alla partenza

Solitamente più una meta è lontana più determinazione occorre per raggiungerla. La ricompensa è sempre grande perchè si è comunque certi di incotrare nuove prospettive. Sicchè, mentre i venti di guerra spirano un poco ovunque, i due intrepidi cavalieri Luca e Federico della corte del Multiplayer Network, s'avviano senza indugi, contro i perigli d'un viaggio contro il sole, risalendo il suo cammino. Incontrando gli sguardi di altri viaggiatori, dietro i loro occhi si cela la segreta paura che un figlio di Allah voglia farci visita con il suo fervente ardore di seguace, i poverini non hanno subito l'arringa galvanizzante di Ser Pucci, supremo signore della contea nostra, che ci ha reso impavidi. "Fortunatamente" neppure l'integerrima security dei vari aereoporti sembrava allarmata da alcunchè e ci ha lasciato andare con controlli minimi. Tra ritardi e disorganizzazioni abbiamo attraversto mezzo globo con estenuanti occupazioni (io ad esempio sono riuscito a non vomitare per undici ore di volo e sono stato giustamente ricompensato con la perdita del mio bagaglio...). 9
Approdiamo a mezzogiorno (ora locale), una pioggia insistente ci ha introdotto ai modi gentili di questa popolazione, sulla quale si narrano molti miti ma la prima realtà che ho percepito è stata quella di una insolita vivibilità sconosciuta a noi affannati occidentali. Indubbiamente il tempo scorre anche qui, ma pare con più grazia. 15
M'aspettavo tanta frenesia, d'essere sospinto dagli eventi e dalle usanze di "creature straniere", ma nulla di tutto ciò c'è stato; ho attaversato parte di una città mastodontica, costruita con incomprensibili criteri urbanistici ma da gente che ha ancora il tempo di guardarsi intorno. 6
Il primo obbiettivo era quello di sistemare il nostro accampamento nel quartiere di Takadanobaba: la linea metropolitana e la pioggia ci hanno fedelmente accompagnato alla meta. 3
Preso possesso della grotta ci abbigliamo come gli autoctoni. 1