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Ubersoldier - Hands on

A distanza di oltre 10 anni, i programmatori russi di Burut prendono a modello Wolfenstein per il loro nuovo FPS a base di nazisti e zombie... Scopriamo gli Ubersoldier nella nostra anteprima.

ANTEPRIMA di Fabrizio Montebello   —   20/03/2006

Ubersoldier infatti ha ripreso ben più di qualche citazione da Wolfenstein

Nazisti e Zombie d'annata

Shafer, tipico rappresentante della categoria “scienziato pazzo”, è intento in esperimenti volti a creare degli “Ubersoldier”, super soldati capaci di spazzare via le truppe nemiche. Per farlo si dirige in Tibet dove ha modo di scoprire il segreto della resurrezione dei morti e la mette subito in atto per i suoi scopi militari. Ma le cose non vanno per il verso giusto (e quando mai?) e gli Ubersoldier sono ben lontani dal rispettare la gerarchia del reich. In questo guazzabuglio, il nostro alter ego è un soldato tedesco il cui processo di trasformazione in Ubersoldier si è interrotto nel mezzo: in questo status di “ibrido” dovremo farci strada tra i nazi e gli zombie e ritrovare la libertà.

Ubersoldier - Hands on
Ubersoldier - Hands on
Ubersoldier - Hands on

Resurrezione andata a male

Cosa state dicendo? E’ la stessa identica storia di Wolfenstein solo che il protagonista è tedesco e non americano? Avete perfettamente ragione ma la somiglianza con il capostipite di id persiste anche sotto l’aspetto del gameplay: l’opera dei programmatori russi di Burut infatti è il tipico esponente degli FPS immediati ed arcade oriented senza alcuna velleità simulativa o realistica. Con un ottimo arsenale adeguato al periodo storico di riferimento, la nostra condizione di semi-ubersoldier ci permetterà di usufruire anche di qualche potere speciale come degli scudi antipallottole ed altri. Nei livelli provati in questa preview code, non abbiamo potuto annotare alcuna variazione sul tema degna di segnalazione ad esclusione di qualche mini-enigma semplicissimo da risolvere per continuare nell’avventura.

Ubersoldier ci ha favorevolmente colpiti grazie ad un motore grafico tridimensionale ricco di effetti visivi di ultima generazione

Resurrezione andata a male

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Ubersoldier ci ha favorevolmente colpiti grazie ad un motore grafico tridimensionale ricco di effetti visivi di ultima generazione (bump mapping, normal mapping, splendidi effetti in particolare per le fiamme) ed anche il motore fisico si dimostra adeguato a gestire le varie interazioni nel corso dell’azione di gioco. La produzione di CDV lascia un po’ il fianco invece in fatto di animazioni e character design piuttosto povero. Il gioco soffre anche di rallentamenti quasi continui, nonostante sia stato testato su di un PC con caratteristiche doppie rispetto ai requisiti consigliati, ma ci auguriamo che tale problema sia da correlare ad un codice ben lontano dall’essere quello definitivo (tanto che mancava ancora tutto il doppiaggio dei dialoghi).

Ubersoldier - Hands on
Ubersoldier - Hands on
Ubersoldier - Hands on

Un FPS senza multiplayer???

Ubersoldier non si porrà in diretta concorrenza con i masterpiece del genere (anche perchè il titolo non avrà alcuna componente multiplayer… al tempo stesso, bisogna segnalare come il gioco fortunatamente sarà commercializzato ad un prezzo budget) ma tenterà di attrarre gli amanti degli FPS “old id style”. Da quello che abbiamo potuto constatare con mano, US è ancora da limare in alcuni suoi aspetti: se questo avverrà, potrà regalare un po’ di ore di divertimento nel corso dei dodici livelli previsti dalla storia a chi ha la nostalgia degli shooter tipici dei tempi del 386…

Nazisti e Zombie d'annata

Ubersoldier - Hands on

Tanti anni fa, una “certa” id Software cambiò per sempre il panorama videoludico mondiale con Wolfenstein 3D, titolo di cui si è realizzato anche, qualche anno fa, un remake. Nel frattempo il genere degli FPS si è evoluto, si è diversificato in tanti sottogeneri ma sembra che anche fra i programmatori ci siano ancora alcuni che guardano alle radici degli shooters in prima persona per avere ispirazione. Ubersoldier infatti ha ripreso ben più di qualche citazione da Wolfenstein tanto che l’incipit narrativo è quasi pedissequo: ci troviamo infatti nel 1938, i nazisti sono intenti alla conquista del mondo e per il loro scopo cercano di sfruttare qualsiasi mezzo a disposizione, compreso il paranormale.