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Uno swiffer per il Wii

Qualcuno bisbiglia che la macchina prodigio del 2006 si vende bene, i giochi un po' meno. Che stia prendendo polvere?

DIARIO di Andrea Pucci   —   13/10/2007
Uno swiffer per il Wii

Uno swiffer per il Wii

E' la classica verità scomoda, quella che si confida uscendo da una riunione. La console si vende, e bene, ma l'unica che sorride a trentadue denti sembrerebbe Nintendo. Ne avevo avuto già il sentore parlando con un amico product manager, che si occupa di un gioco che macina centinaia di migliaia di copie. Il gioco esce per due piattaforme, di cui una è Wii. Ma già dal principio lui mi ha mostrato il suo scetticismo "non è che ci conto più di tanto". Ci dovrebbero essere duecentomila macchine lì fuori che però raramente comprano giochi di publisher esterni a Nintendo. In altre parole lo comprano (perchè "fa fico"), lo installano, giocano a Wii Sports (perchè "si suda pure e fa bene") e poi spesso lo spengono. A volte definitivamente.
Il sospetto l'avevo avuto con Zelda, gran bel gioco, dimenticato abbastanza presto. A furia di professare il mass market, il videogioco con la V maiuscola, quello con le palle insomma, rischia di rimanere sullo scaffale, ad esclusione dei videogiochi marchiati Nintendo.
Il mio assicuratore è una persona in gamba, affabile. Sai, il classico brizzolato stile Panariello, con un'età indefinita da quaranta a sessant'anni. Ha comprato il Wii subito, "sono stato uno dei primi in città" ha ammesso, non senza un pizzico di orgoglio. "Ho giocato a Wii Sports per un mese, tutte le sere, fino a tardi" ha confessato, "ci facevo attività sportiva, sudavo e mi faceva stare bene. Poi un giorno l'ho spento perché ero stanco e ora sono tornato a dormire davanti alla televisione. Non l'ho più acceso.. Questi sono i rischi del mass market: arriva in massa ma dimentica in fretta. Sotto questo punto di vista il GameCube non dava soddisfazioni sui numeri, ma certi videogiochi non passavano di certo inosservati. Sono cambiati i videogiocatori. Questo è certo. Una ricerca sugli acquirenti del Wii dice che l'acquirente medio è adulto, nel 50% dei casi donna. Un'autentica rivoluzione! Ecco perchè Cooking Mama esiste. Ecco perchè giochi come Zelda non sono, per il Wii, una ragione di esistere. Nuovi stili, nuove tipologie stanno emergendo a discapito delle vecchie.

Sull'argomento non sono il primo ad esprimere perplessità, anzi. Le mie riflessioni prendono il via da un quotidiano finanziario giapponese, il Nikkei Business Daily, che ha intervistato diverse software house in proposito. E' interessante la dichiarazione del presidente di una società di primo piano rimasto "anonimo": "Il Wii è come un programma di dimagrimento video in DVD. Un sacco di gente lo compra per curiosità, ma è probabile che pochi lo usino". Dichiarazione forte. Alla fin fine comunque Nintendo è contenta: è sostanzialmente autonoma e quindi non ricattabile (non necessita sviluppatori terzi per garantire titoli di successo), vende bene e le sue console sono diventate lo status symbol tecnologico per la nuova generazione di videogiocatori. Già diversi mesi fa qualcuno aveva sollevato dei dubbi sulla longevità della console: cosa succederà quando non sarà più trendy comprarsi il Wii? E il fatto che il gotha degli sviluppatori sia diffidente sulla console avrà degli effetti a lungo termine sul successo di Nintendo? Nel frattempo ho avuto un'idea di Natale che potrebbe aiutare Nintendo in caso di bisogno. Il panno per pulire il Wii: lo swiiffer. Lo strumento definitivo per conquistare tutte le casalinghe del mondo.