Quando si parla dei poteri forti nel mondo dei videogiochi a chi si fa riferimento? Ai grandi publisher? Ai proprietari delle tecnologie più importanti? Agli accordi commerciali internazionali? No, ovviamente di sviluppatrici indipendenti come Zoe Quinn e Brianna Wu e, soprattutto, della vera burattinaia dietro a ogni male di questo mondo: la femminista Anita Sarkeesian (mandate a letto i bambini). È notizia di qualche mese fa che Electronic Arts e DICE le hanno chiesto una consulenza per Mirror's Edge 2. Secondo voi EA e DICE hanno il diritto di chiedere una consulenza a chi vogliono? Ma proprio no, visto che è la Sarkeesian: il nemico number one, colei che minaccia l'integrità di un medium altrimenti specchiato.
Così ecco arrivare la petizione, probabilmente tardiva (il suo lavoro di consulenza si sarà concluso da tempo), per chiedere a publisher e sviluppatore di non farla lavorare. Le motivazioni sono abbastanza ridicole, nonostante possano apparire consistenti: Anita Sarkeesian non ha esperienza nello sviluppo di videogiochi, quindi non può essere inserita in un team di sviluppo. Dov'è il problema di questa affermazione? Facile: è normalissimo e comune che i team di sviluppo più grandi chiedano consulenze su argomenti specifici a professionisti di settori che con lo sviluppo dei videogiochi non hanno nulla a che fare, se ne hanno necessità per i loro titoli. Ad esempio, pensate che le ricerche storiche per gli Assassin's Creed siano state condotte da degli informatici? Oppure che tutti quelli che realizzano colonne sonore per i videogiochi siano anche appassionati del medium? Magari sì, ma non necessariamente. Ma ovviamente qui il problema non è affatto la sua professionalità.
Ci mancava la petizione per chiedere a EA e DICE di non far lavorare Anita Sarkeesian a Mirror's Edge 2
Aperta con almeno un anno di ritardo