Partiamo da un dato di fatto: Microsoft, se vuole vendere console, ha bisogno di produrre più esclusive, soprattutto per supportare un hardware che ha ormai superato il mezzo del cammin di sua vita e non è più una novità. Altro fatto: gli utenti Xbox One hanno ragione a chiedere più titoli esclusivi di alta qualità. Non è una questione di essere fanboy o meno, ma se hai acquistato una certa macchina ti fa piacere che sia supportata, a prescindere dalla possibilità di giocare con titoli di terze parti.
Detto questo, continuare a chiedere giochi a Microsoft su base giornaliera sta diventando penoso, quando non stucchevole (anche da parte della stampa, sia chiaro). Non sappiamo cosa abbia in cantiere la casa di Redmond per il futuro di Xbox One e del settore Xbox in generale. Ciò che sappiamo è che per realizzare un videogioco tripla A ci vuole tempo, in alcuni casi molto tempo.
Ci vuole tempo perché fondare e rendere operativo uno studio di sviluppo non è cosa facile, né veloce, soprattutto se lo vuoi formato da centinaia di professionisti ultra specializzati e in grado di lavorare ad alti livelli. Ci vuole tempo perché ormai anche solo la pre-produzione può portare via mesi, quando non anni, se si vogliono fare le cose per bene. Ci vuole tempo perché, semplicemente, i videogiochi tripla A sono diventati dei mastodonti difficili da gestire e da mettere insieme. Insomma, se anche Microsoft avesse deciso a inizio 2017 di tornare a investire pesantemente nello sviluppo di videogiochi esclusivi per il suo ecosistema, qualcosa di concreto si inizierà a vedere probabilmente nel 2019, se non proprio nel 2020. Magari gli annunci saranno fatti nel 2018 e all'E3 vedremo sicuramente qualche frutto degli sforzi più recenti, ma difficilmente entro l'anno giocheremo al titolo del team b di Playground o a quello del neonato studio di Santa Monica.
Con questo non vogliamo giustificare la situazione, perché di errori Microsoft ne ha fatti, e anche tanti, cercando prima di vendere la sua console come una stazione multimediale adatta all'hardcore gamer quanto al casual, quindi chiudendo studi e cancellando esclusive su cui i giocatori contavano molto, pensando di poter campare solo di servizi. Detto questo però i problemi pratici per arrivare a una "rinascita" rimangono e sono insormontabili nel breve periodo. Chiedere è lecito, ma poi bisogna accettare il fatto che, almeno nella generazione attuale, ci sia poco da recuperare. Insomma, dal nostro punto di vista Microsoft in questo momento deve puntare a crearsi un solido futuro, futuro che comunque non è detto sia dietro l'angolo.