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Brucia cosmo, brucia...

Anche per i Cavalieri dello Zodiaco è giunto il momento di fare i conti con la nuova generazione videoludica: il loro cosmo sarà all'altezza di questa missione?

RECENSIONE di Christian Colli   —   14/03/2012

Pensiamo di poter affermare con ragionevole certezza che per molti dei nostri lettori i Cavalieri dello Zodiaco sono stati una parte fondamentale dell'infanzia, un appuntamento quotidiano a cui non si poteva mancare che costringeva a vere e proprie battute di caccia tra oscuri canali televisivi regionali e televendite fiume. Trasmessa negli ormai lontani anni ottanta, quando anime e manga erano ancora prodotti assolutamente di nicchia e ben noti palinsesti replicavano puntate su puntate di Denver o dei Puffi al posto di Dragon Ball o Detective Conan, la serie animata Saint Seiya ispirata all'omonimo fumetto scritto e disegnato da Masami Kurumada, divenne un vero culto nella nostra penisola con il titolo I Cavalieri dello Zodiaco, grazie anche a un adattamento italiano decisamente poco fedele ma tra i più epici ed emozionanti di sempre.

Brucia cosmo, brucia...

Il successo dei "santi di Atena" non si è mai esaurito, qui come in Giappone. Spinta costantemente da ristampe, serie animate, nuovi fumetti e sopratutto un merchandising sfrenato basato particolarmente sul modellismo, Saint Seiya ha attraversato almeno due generazioni con gran classe, generando nuovi fan e ringiovanendo agli occhi innamorati di quelli un po' più vecchi. Sulla scena videoludica, in tutti questi anni la serie si è fregiata di pochi titoli e ora, dopo i due mediocri picchiaduro a incontri sviluppati su PlayStation 2, tocca a Namco Bandai riprovarci: quale occasione migliore per sfornare l'ennesimo musou?

Dinasty Saints

Speriamo proprio che la moda dei musou si concluda al più presto, perché onestamente cominciamo a essere un po' stufi di tutti questi cloni di Dinasty Warriors basati su franchise diversi, quando il risultato è poi sempre lo stesso: noia e ripetitività. Ce l'ha dimostrato il recente gioco di Ken il Guerriero, l'ha fatto anche Bleach: Soul Resurreciòn e ce lo dimostra nuovamente I Cavalieri dello Zodiaco: La Battaglia del Santuario. Per chi non sapesse cosa sia un musou, vale la pena spiegare che si tratta di un sistema di gioco reso noto dalla serie Dinasty Warriors (o Sangokumusou, per l'appunto) di Koei, popolarissima in Giappone e discretamente famosa in occidente.

Brucia cosmo, brucia...

Da qualche tempo a questa parte, il gameplay "musou" caratterizza con preoccupante frequenza i videogiochi delle più famose serie animate, proprio come nel caso di La Battaglia del Santuario. Il giocatore controlla infatti uno dei Cavalieri di Atena e deve farsi largo tra dozzine e dozzine di nemici contemporaneamente, contando principalmente su due attacchi, uno leggero ma veloce e l'altro più lento ma potente, che possono essere concatenati in lunghe combo. Un terzo tasto consente di saltare e un quarto, invece, è adibito all'esecuzione dei famosi colpi speciali dei personaggi. Le orde nemiche si spazzano via tirando pugni e calci nella direzione dei bersagli, senza poterne agganciare uno ben preciso e piuttosto colpendo tutto ciò che si trova nel raggio d'azione dei nostro attacchi. Questo tipo di gameplay tutto sommato riflette abbastanza bene lo spirito della serie animata, in cui bastava un solo colpo di un Cavaliere per abbattere decine di anonimi soldati, ma in più Namco Bandai ha pensato di integrare nel sistema di combattimento anche il fattore del Cosmo, l'energia interiore che alimenta i poteri dei Cavalieri.

Brucia cosmo, brucia...

La barra che indica il Cosmo del nostro personaggio si caricherà sia colpendo i nemici che subendone gli attacchi e potrà essere consumata per scagliare i colpi speciali o attivare il famigerato Settimo Senso, grazie al quale sarà possibile rallentare il tempo per alcuni secondi, consentendoci un netto vantaggio sul nemico. Il Settimo Senso si attiva inoltre compiendo anche delle perfette schivate, incentivando in questo modo a uno stile di combattimento un po' meno ignorante. Il problema è che l'intelligenza artificiale dei nemici lascia parecchio a desiderare e anche ai livelli di difficoltà più alti i vostri avversari si limiteranno a caricarvi alla cieca da ogni parte. In questi casi, la vera sfida consiste nell'evitare i loro dannosissimi attacchi, più facile a dirsi che a farsi visto che per qualche strana ragione Namco Bandai ha deciso di optare per una telecamera fissa che inquadra costantemente il nostro personaggio, impedendoci di osservare cosa succede alle sue spalle.

Lo scontro con gli scagnozzi del Gran Sacerdote è comunque soltanto una parte del gioco, visto che li affronteremo soloo nelle brevi missioni che separano gli scontri con i veri e propri boss di turno, i Cavalieri d'Oro che presiedono ciascuna delle dodici case dello zodiaco. Purtroppo le battaglie con questi potentissimi guerrieri sono molto meno epiche di quanto apparivano in televisione o sulle pagine del fumetto, dato che perlopiù consistono nello schivare i loro colpi speciali nell'attesa dell'intervallo tra un'animazione e l'altra più adatto a colpirli, magari sfruttando proprio l'effetto slow-motion offerto dal Settimo Senso. I colpi dei Cavalieri d'Oro sono estremamente dannosi a ogni livello di difficoltà e attaccarli è più complicato di quanto sembra poiché molti di essi tendono a "teletrasportarsi" spesso da un punto all'altro del terreno di scontro,

Brucia cosmo, brucia...

rendendo le battaglie un estenuante esercizio di attese, corse e schivate, prolungato peraltro dall'eccessiva durata delle missioni stesse, che in più occasioni richiedono di sconfiggere il Cavaliere d'Oro di turno più volte, esaurendone la corrispondente riserva di energia vitale. Fortunatamente durante queste battaglie potremo approfittare di alcuni colpi speciali cinematici molto più spettacolari di quelli utilizzabili normalmente in combo, ispirati fedelmente ai coreografici attacchi della serie animata, in grado di infliggere notevoli danni al nostro avversario. Al termine di ogni missione le nostre performance verranno severamente valutate con un voto, una quantità variabile di punti esperienza e una ricompensa che potremo spendere per migliorare le caratteristiche dei nostri Cavalieri e acquistare dei particolari potenziamenti che, per esempio, ci permetteranno di incrementare la difesa o l'attacco durante l'attivazione del Settimo Senso, guadagnare più esperienza, alterare alcuni parametri del gioco e altri bonus adeguatamente bilanciati da opportuni svantaggi.

Trofei PlayStation 3

Numerosissimi i Trofei da sbloccare: 40 Bronzo, 6 Argento, 3 Oro e il prezioso Platino. Per ottenerli dovrete completare le missioni della modalità principale e di quelle secondarie, sconfiggere determinati nemici e usare i vari colpi speciali; per alcuni Trofei dovrete invece compiere azioni peculiari, per esempio affrontare gli scontri in un modo particolare o utilizzare alcune abilità in specifiche sequenze.

Un uomo chiamato cavallo

La principale modalità single-player de I Cavalieri dello Zodiaco: La Battaglia del Santuario ripercorre abbastanza fedelmente il primo arco narrativo del fumetto e della serie animata, omettendo l'intera introduzione della Guerra Galattica e dei Cavalieri Neri (presenti comunque in forma di scagnozzi e mini-boss) per raccontare immediatamente il tentato omicidio di Lady Isabel, attuale reincarnazione della dea Atena. Per salvarla dalla freccia maledetta che le ha quasi trafitto il cuore, i Cavalieri di Bronzo dovranno percorrere la lunga salita che conduce al Grande Tempio, profanato dal malvagio Arles, ma saranno ostacolati dalle truppe nemiche e dai potentissimi Cavalieri d'Oro guidati da fede cieca, controlli mentali o semplice ottusità.

Brucia cosmo, brucia...

Il gioco svolge un buon lavoro nel riproporre i principali eventi della storia attraverso cutscene che sfruttano il motore grafico, completamente doppiate in giapponese riproponendo le battute originali della serie animata. I sottotitoli sono invece completamente in italiano, con un importante dettaglio però. L'adattamento scelto per nomi, luoghi e colpi speciali è quello italiano "storico" degli anni ottanta. Tornano dunque le mamme profetiche che hanno chiamato i figli Pegasus, Phoenix o Andromeda e tutto quell'ambaradan di scelte terminologiche forse oggigiorno discutibili che sono però rimaste nel cuore di tutti i fan di vecchia data. E' dunque un peccato non risentire le voci di Ivo de Palma o Marco Balzarotti, fortunatamente il comparto sonoro si rivela comunque di ottima qualità con una risma di doppiatori giapponesi più entusiasti del solito e una serie di musiche remixate o importate direttamente dall'anime che faranno felici gli amanti della serie, i quali potranno anche sbizzarrirsi controllando uno qualunque dei loro beniamini nelle varie modalità di gioco alternative in cui è possibile affrontare delle missioni slegate dalla storia del gioco, alcune di queste anche insieme a un amico nell'unica feature multigiocatore disponibile, o un'interminabile sequenza di scontri da superare senza mai morire. La ricompensa per le nostre fatiche consiste in ulteriori punti da spendere per migliorare i nostri Cavalieri preferiti e in una corposa mole di filmati e illustrazioni da rivedere nella consueta galleria fotografica.

Brucia cosmo, brucia...

Dal punto di vista grafico, I Cavalieri dello Zodiaco: La Battaglia del Santuario rivela un netto contrasto tra la fedeltà alle fonti e la loro vera e propria resa poligonale. Se i nemici più comuni appaiono tutti molto simili e animati approssimativamente, i modelli dei personaggi principali invece, in special modo dei vari Cavalieri, sono curati e dettagliati, sopratutto nella riproduzione delle caratteristiche armature che contraddistinguono i vari segni, ma lasciano parecchio a desiderare i volti imbambolati e poco espressivi che ricordano, in effetti, più i modellini da collezione che i personaggi del cartone animato. Spettacolari gli effetti visivi dei colpi speciali e soddisfacenti gli inediti stili di combattimento realizzati per alcuni Cavalieri che non abbiamo mai visto lottare corpo a corpo in precedenza, un po' meno invece le animazioni che ci sono apparse generalmente poco fluide e fin troppo nevrotiche. Altrettanto fedele alla serie animata è anche la realizzazione delle varie location, purtroppo penalizzate di conseguenza da un'inevitabile monotonia tematica. Templi, colonnati, rocce e scale a intermittenza. La maggior parte degli elementi dell'ambiente può essere distrutta dai nostri colpi, ma non influenza in alcun modo un gameplay che si rivela presto ripetitivo quanto gli stessi campi di battaglia.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (78)
7.5
Il tuo voto

Nonostante il fascino della serie originale, è difficile consigliare I Cavalieri dello Zodiaco: La Battaglia del Santuario a chi non è un fan sfegatato dell'opera di Masami Kurumada. Anche in quel caso, comunque, bisogna essere molto chiari: la proposta Namco Bandai cerca di fare qualcosa in più rispetto ai soliti musou, rispettando in modo quasi maniacale l'opera originale sia a livello narrativo che estetico, ma purtroppo ci troviamo ancora una volta di fronte a un gioco superficiale ed estremamente ripetitivo e a un comparto tecnico appena discreto, pur non privo di tocchi di classe. Non è stata un'occasione del tutto sprecata, ma senza dubbio su PlayStation 3 il Cosmo dei Cavalieri poteva bruciare molto di più.

PRO

  • Molto fedele alla serie originale
  • Buona varietà di personaggi e mosse speciali
  • Varie modalità di gioco ed extra da sbloccare...

CONTRO

  • ... ma ben poche differenze di obiettivi, sviluppo e gameplay
  • Comparto grafico altalenante e scelte tecniche discutibili
  • Modalità multigiocatore appena accennata