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Non avete mai pensato a un tatuaggetto?

La spericolata, spettacolare e sempre diversa vita del tatuatore nell'ultimo prodotto Sabarasa per DSiWare

RECENSIONE di Michele Maria Lamberti   —   27/06/2012

"Ultimo prodotto" non è proprio l'accezione più esatta in quanto, per qualche strano motivo che va oltre la nostra comprensione in fatto di marketing, oggetto di quest'articolo è un gioco che sbarca sul DSiWare europeo ben oltre un anno dopo la sua comparsa sull'omologo servizio americano. Quale che sia la ragione di questo ritardo, il piccolo team argentino specializzato nella produzione di titoli per i vari negozi di Digital Delivery Nintendo dà finalmente anche a noi dall'altro lato dell'Atlantico la possibilità di improvvisarci tatuatori dai grandi sogni, dapprima apprendisti, ma con la possibilità prima o poi di aprire un negozio tutto nostro.

La follia della donna

Quella che dà il titolo a questo paragrafo è una canzone degli Elii in cui si sottintende malignamente quanto il gentil sesso sia vittima perlomeno di due gravi forme di squilibrio mentale: "quel bisogno di scarpe che non vuole sentire ragioni" e "il disagio mentale di iniettarsi l'inchiostro con gli aghi". Lungi da noi inchinarci a un simile bieco cliché: sono squilibri comunissimi anche tra i maschietti. O forse non sono neanche squilibri, semplicemente passioni. Follie o meno, sono due grandi business, e allora, in attesa del prossimo simulatore di calzaturificio, che ne dite di immergerci in una vera e propria simulazione della vita professionale di un tatuatore? Eh già, perché Art of Ink non si concentra solo sulla creazione del tatuaggio (idea piuttosto scontata su una console come il DS, ma pare che nessuno ci avesse pensato prima di Sabarasa...), ma anche su aspetti più di contorno e che potremmo definire, usando il termine in senso molto lato, "manageriali". E' la modalità Carriera il cuore del gioco: questa prevede la scelta tra tre tatuatori, ognuno con caratteristiche diverse di Carisma, Attenzione, Abilità e Approvazione, e solo portando a termine le carriere, piuttosto lunghette, di tutti e tre i personaggi si potrà dire di aver completato il gioco al 100%.

Non avete mai pensato a un tatuaggetto?

All'inizio il vostro personaggio è un semplice apprendista nella bottega di un artista già affermato, il quale vi accompagna nei vostri primi passi quando arriva il primo cliente, che è peraltro una caricatura di un classico italiano emigrato dall'altra parte dell'oceano. Se fossimo delle persone seriose potremmo anche offenderci, ma, visto che non lo siamo, ci concentriamo sul gameplay e scopriamo come, prima di metterci all'opera, dobbiamo farci "accettare" dal cliente e tempestarlo di domande sulla sua storia, sul suo lavoro e sulla sua famiglia per scoprire quale sia, tra quelli che abbiamo a disposizione, il tatuaggio a lui più adatto: se lo scopriamo entro tre tentativi ci offrirà a lavoro finito una mancia più alta del dovuto, altrimenti ci comunicherà esplicitamente il suo desiderio. All'inizio scoprire quale sia il disegno giusto è facile, talmente grossi sono gli indizi che il cliente ci dà e talmente limitato è il nostro catalogo; pian piano però le risposte dei clienti si faranno sempre più criptiche, e la scelta di modelli a loro disposizione sempre più ampia, e la cosa diverrà una vera e propria sfida nella sfida sostenuta tra l'altro da dialoghi forse un po' troppo prolissi ma molto ricchi di humour. Dopo una serie di clienti soddisfatti, passerete a divenire proprietari di un vostro parlour: il rapporto col cliente non cambierà, ma gestire uno shop significa avere accesso a nuovi disegni, nuove strumentazioni (aghi di diverso spessore per tatuaggi più precisi, per esempio, ma anche una serie di inchiostri colorati e di medicazioni da usare in caso d'errore) e doversi anche occupare dell'arredamento, scelta non secondaria in quanto influenza direttamente l'appetibilità del negozio e, di converso, le caratteristiche del personaggio.

Un tatuaggio è per sempre

Tutto molto bello, interessante e stimolante, ma, ovviamente, il fulcro del titolo, la sua meccanica principale, rimane sempre l'operazione vera e propria del tatuaggio. Questa si svolge nella maniera più ovvia: sullo schermo inferiore è rappresentato, sulla pelle del cliente, il modello tratteggiato del disegno scelto, che voi dovete ricalcare non prima però di aver azionato l'ago con i pulsanti L e/o R. Passando il pennino sul touch screen senza premere alcunché, invece, massaggerete la pelle del cliente: questo vi dà l'opportunità sia di eliminare gli eccessi d'inchiostro, sia di lenire il dolore. Sì, perché ogni cliente è dotato di una soglia del dolore diversa, e di una barra che la rappresenta che si riempie sempre più durante l'operazione, e in misura anche maggiore quando iniettate l'inchiostro al di fuori del modello suggerito; vostro compito è evitare che si riempia completamente, in quel caso infatti la soglia del dolore del cliente si abbasserà fino a che egli non deciderà di andarsene in preda a sofferenza e arrabbiatura. La barra si svuota semplicemente non operando, ma in maniera più veloce quando appunto

Non avete mai pensato a un tatuaggetto?

massaggiate la pelle del cliente, specie quando poi più avanti avrete a disposizione diversi medicamenti. Ogni modello è diviso in settori, abbastanza facilmente riconoscibili, e la riuscita perfetta o meno di ognuno di essi incide sulla soddisfazione dell'avventore: alla fine di ogni tatuaggio il cliente vi pagherà a seconda della suddetta soddisfazione, del tempo impiegato, della vostra precisione, senza dimenticare la questione della scelta del disegno della quale abbiamo parlato prima. E' innegabile come la meccanica di disegno e massaggio sia ben riuscita: intuitiva (anche se spingere il dorsale mentre si disegna può risultare un po' scomodo), sensibile e precisa, cosa peraltro non sorprendente vista la sua semplicità e la naturalezza con la quale si presta alle caratteristiche del DSi/3DS. Pur con la sua buona riuscita e tutte le variazioni sul tema di cui abbiamo parlato, però, non si può non notare una certa ripetitività: in fin dei conti per tutto il corso del gioco, che, ripetiamo, non è neanche corto (ancor meno se includiamo la presenza di un Free Mode), non si fa altro che disegnare, disegnare e disegnare, per un tempo poi piuttosto lungo per ogni tatuaggio. Non si può però negare il tentativo fatto dal team di ravvivare un po' le cose: oltre agli elementi "di contorno" già menzionati, bisogna ricordare la presenza durante la carriera di alcuni "boss", clienti molto esigenti da soddisfare tassativamente entro un tempo limite, e di un ormai classico sistema di obiettivi e trofei. Insomma, la ripetitività c'è e potrebbe non essere digerita da tutti, ma chi lo farà troverà una struttura ben congegnata, una sfida lunga e calibrata, e anche un reparto tecnico da non sottovalutare. Pochi gli asset sia grafici sia sonori, ma molto gradevoli, i disegni con uno stile piacevole e molto colorati (i personaggi ricordano vagamente il character design della serie degli Ace Attorney) e le musiche rock, con frequenti schitarrate, che ben si adattano all'atmosfera di un tattoo parlour.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.5
Lettori (8)
6.4
Il tuo voto

Ad un prezzo di 8 Euro, quindi leggermente superiore alla media dei titoli DSiWare, uno si aspetta di trovare un gioco divertente, ben realizzato, lungo e dalla struttura accattivante. Art of Ink tutte queste caratteristiche le possiede: è una simpatica "simulazione di tatuatore" che prende in considerazione, anche se in maniera leggera, non solo l'operazione vera e propria del tatuaggio, ma anche il rapporto col cliente e la gestione del negozio, e lo fa nella maniera semplice ed intuitiva che il sistema di controllo touch screen più pennino rende disponibile. La meccanica principale, quella del tatuaggio, è il punto di forza, ma paradossalmente anche il punto debole del tutto: la sua ripetitività potrebbe allontanare qualche giocatore. Tutti gli altri però troveranno un prodotto all'altezza del prezzo richiesto, capace di tenere impegnati per tante, piacevoli ore.

PRO

  • Simpatica e leggera simulazione
  • Meccanica principale divertente ed intuitiva
  • Tecnicamente poco vario, ma valido

CONTRO

  • Alcuni lo troveranno troppo ripetitivo