Sebbene il timido debutto di Little King's Story su Wii sia stato tra le cause che hanno costretto Cing a piantare baracca e burattini, il gioco è ancora ricordato come una delle migliori e inaspettate sorprese third-party sulla console Nintendo, nonché l'unico titolo in grado di accontentare almeno in parte chi da anni aspettava un nuovo capitolo di Pikmin.
New Little King's Story non è purtroppo il seguito che la talentuosa coppia Yoshiro Kimura e Yasuhiro Wada avrebbero voluto realizzare, quanto piuttosto il tentativo di Marvelous di dare una seconda chance a una promettente IP rimasta orfana dei suoi autori originali. Affidato alla divisione AQL (Fate/Extra CCC) e pubblicato su PlayStation Vita in collaborazione con Konami, questo nuovo capitolo non è però neanche un semplice remake, viste le novità più o meno evidenti che vanno ad affiancarsi ai personaggi, alle meccaniche e alle ambientazioni del gioco originale. Di certo appare strana e coraggiosa la scelta di riproporre il piccolo re in un'esclusiva PlayStation Vita, console non certo nota per regnare su un impero pieno di sudditi.
Piccoli sovrani crescono
La prima grossa differenza tra il vecchio e il nuovo Little King's Story riguarda senza dubbio la trama, stavolta dalle premesse più seriose e in linea con il pubblico ideale di Vita. Se il protagonista dell'originale era un paffuto e curioso bambino che ha cominciato a dare ordini a destra e a manca dopo aver trovato una corona per strada, stavolta Korobo è un re a tutti gli effetti, con tanto di Guardia Reale e ministri al seguito.
La storia si apre con un improvviso attacco che rade al suolo il castello reale, costringendo il giovane sovrano e il suo manipolo di consiglieri a ricostruire il regno di Alpoko partendo da una malridotta catapecchia e da una sedia di legno a fare da trono. Si tratta di un canovaccio chiaramente più appetibile per chi non digerisce fiabe e personaggi puerili, ma non necessariamente si tratta di una scelta fortunata, visto che una trama sui generis e ricca di personalità lascia ora il posto a una che è tanto canonica da essere quasi banale. A parte qualche new entry e pochi rimpiazzi, il cast di personaggi è rimasto invece pressoché immutato: il re è accompagnato nella sua avventura da alcuni ministri, mentre tra una missione secondaria e un combattimento con un boss ci si imbatte in una serie di principesse da salvare e riportare al proprio castello. Alcune novità riguardano proprio le giovani nobili, lo vedremo tra un po', ma fortunatamente Marvelous AQL ha lasciato intatto quel riuscito mix di RPG, strategia e simulazione cittadina che sembrava unire Pikmin a The Settlers. Nei panni di Korobo, il giocatore può gironzolare per il regno e assoldare i suoi sudditi: basta avvicinarsi, premere un tasto, ed ecco che il fannullone comincia a seguire il suo re come fosse la sua ombra; basta premerne un altro e lo si lancia alla carica verso un nemico o un oggetto con cui interagire.
Cinque, dodici, ventitré... presto al proprio seguito si ha un vero e proprio battaglione pronto a eseguire i propri ordini, ma l'aspetto più interessante è rappresentato dallo job system del gioco. A seconda delle strutture costruite nel proprio villaggio, è possibile infatti assegnare a ciascuno dei propri seguaci un lavoro particolare, dandogli così abilità utili in battaglia o nella raccolta di risorse: un cacciatore può scoccare frecce a nemici altrimenti irraggiungibili, un carpentiere costruisce ponti o scalinate, un agricoltore è in grado di riesumare tesori scavando nel terreno, e così via, fino a sbloccare soldati veterani, cuochi, mercanti e addirittura presentatori TV. Proprio l'enorme varietà e utilità delle classi rende fondamentale gestire con attenzione il party e organizzarlo a seconda delle proprie necessità, ma soprattutto diventa necessario anticipare ogni imprevisto; un esercito di soli soldati permette di polverizzare un boss in poco tempo, ma se la strada è sbarrata da un enorme masso l'unica soluzione è tornare indietro fino al villaggio per recuperare un minatore. Proprio riguardo alla gestione dei sudditi, una delle aggiunte più gradite di New Little King's Story riguarda la possibilità di personalizzarli e allenarli, potenziandoli attraverso un sistema di crescita abbastanza semplice e cambiando il loro equipaggiamento, così da evitare l'effetto da "guerra dei cloni" del primo Little King's Story.
Trofei PlayStation 3
Marvelous non si è sprecata nell'ideare Trofei originali, visto che la stragrande maggioranza si sblocca eliminando i boss e portando a termine le missioni secondarie. In compenso si tratta di un Platino abbastanza facile.
Tra vecchio e nuovo
New Little King's Story mantiene insomma alcuni paletti importanti della versione per Wii. La mappa del mondo è rimasta la stessa, mentre il castello, espandibile nel corso dell'avventura, funge ancora da hub in cui attivare nuove missioni, acquistare nuove strutture, organizzare le proprie unità e interagire con le principesse tratte in salvo. In questo capitolo per Vita è stata data maggiore importanza alle belle fanciulle, e adesso, oltre ad assegnare al giocatore delle missioni speciali, possono prendere parte alla battaglia aiutando Korobo e la Guardia Reale con una particolare abilità di supporto. C'è ancora la possibilità di portare avanti delle love story con ciascuna principessa, ma assai più interessante ai fini del gameplay è il sistema di relazioni dei propri sudditi: di tanto in tanto alcuni membri del proprio party potrebbero innamorarsi, e portandoli al santuario si sposeranno e avranno dei figli. A loro volta, i bambini del regno hanno l'abilità unica di arrampicarsi sugli alberi per raggiungere tesori inaccessibili a qualsiasi altra unità.
Il lavoro di rifinitura del gioco ha coinvolto proprio tutto, incluse le strutture, le unità e le missioni: costruire un ospedale permette di avere tutte le unità KO ricoverate in un unico luogo, con la possibilità di farli curare istantaneamente pagando una certa somma in denaro. Il nuovo team di sviluppo è arrivato addirittura ad aggiungere un sistema di crafting, che però si rivela utile quasi esclusivamente a chi vuole essere un po' più competitivo nelle inedite sfide online, missioni a tempo o a punti in cui competere per scalare le leaderboard del gioco. Questo anche perché, in generale, il livello di difficoltà è stato smussato parecchio, con alcune battaglie coi boss rese più accessibili ma allo stesso tempo meno epiche. Una menzione particolare va fatta alla colonna sonora, che come l'originale è basata interamente su arrangiamenti di opere classiche, tra cui la Marcia dello Schiaccianoci o l'Aida di Giuseppe Verdi: l'effetto complessivo è assolutamente gradevole, ma purtroppo anche in questo caso siamo davanti a un passo indietro, poiché gran parte dei brani originali adattati splendidamente da Yutaka Minobe e Yoko Shimomura sono stati rimpiazzati da musiche sì azzeccate ma meno brillanti.
Un regno trascurato
Il piano di Marvelous per rendere l'esperienza appetibile a un target più maturo non si è limitato alla componente narrativa, ma anche e soprattutto all'aspetto estetico e alla caratterizzazione dei personaggi, sia di quelli principali che dei comprimari.
Korobo non è più un buffo ragazzino grassottello, così come le sette principesse sono rese assai più attraenti da uno stile artistico più in linea con i tradizionali manga: quelle dal design più "audace" sono state del tutto rimpiazzate (come la cicciottella Spumoni o la troppo prosperosa Ferne), ma anche qui vale il discorso fatto per le modifiche alla trama, col gioco che perde parecchia personalità nel tentativo di inseguire un'estetica più tradizionale e meno particolare. New Little King's Story sarebbe stato un'opera di gran lunga migliore se gli sviluppatori avessero perso meno tempo a rendere il gioco più sexy e più tempo a rattopparne i difetti.
Soprattutto alla luce della potenza dell'hardware di Vita e della grafica low-poly del gioco, lascia senza parole il modo in cui il motore non riesce a gestire l'intelligenza artificiale nei paraggi, con pesanti rallentamenti già nei primi minuti di gioco, quando il villaggio è composto solo da pochi popolani, mentre crolla in maniera devastante e perde dei frame lungo la strada nella seconda metà dell'avventura, con gli avamposti pieni di sudditi e il re che si porta appresso trenta unità in fila indiana. Chiariamo, nel corso delle missioni meno affollate e nelle battaglie coi boss il problema è assai meno evidente, ma che senso ha arricchire ed espandere il proprio regno se una passeggiata al suo interno si trasforma in una frustrante processione funebre?
Altri difetti più o meno importanti spaziano da una mappa difficilmente navigabile a un sistema di puntamento poco preciso, da una telecamera di tanto in tanto dispettosa all'incapacità di spiegare bene al giocatore molti elementi del gameplay, mentre incomprensibile è la grandezza dei testi, talmente piccola da risultare quasi illeggibile in alcuni casi. Sfortunatamente, a oltre un semestre di distanza dall'uscita in Giappone appare ormai improbabile l'arrivo di una patch che possa correggere quelli che sono i principali difetti di New Little King's Story, difetti che oltre a rovinare un'esperienza deliziosa sarebbero stati senza dubbio evitabili con uno sviluppo più attento e meno frettoloso.
Conclusioni
Un'opera affascinante, fantasiosa e singolare come Little King's Story avrebbe meritato un adattamento migliore da parte di Marvelous. È innegabile che New Little King's Story resti un'esperienza unica, divertente e spensierata, una manna per una console che ha urgentemente bisogno di titoli solidi e originali, ma allo stesso tempo è impossibile chiudere un occhio sulle colpe del team di sviluppo che, alla ricerca del "più grande" e del "più bello", ha confezionato un prodotto con meno personalità ma pieno di elementi superflui, difettosi o malamente illustrati.
PRO
- Un fenomenale mix di strategia, RPG e simulazione cittadina
- Maggiore varietà nelle classi
- Restyling grafico accattivante...
CONTRO
- ...ma meno caratteristico dell'originale
- Pesanti rallentamenti nelle aree abitate
- Controlli poco precisi in battaglia
- Il gioco dimentica di descrivere elementi di gameplay anche importanti