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Incastro bionico!

In uno scenario post-apocalittico, cacciatori di taglie e agenti di polizia si scontrano per la cattura di un ricercato

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   14/01/2013

Il futuro dipinto da Anarchy Reigns è un luogo oscuro e pericoloso, in cui le mutazioni genetiche dovute a un particolare tipo di inquinamento hanno aperto la strada agli innesti cibernetici per rimpiazzare arti deformi o mancanti, mentre fuori dalle città controllate dal governo regna la più assoluta anarchia. Proprio all'interno di queste terre di nessuno, piene di bande di criminali senza scrupoli, si muovono cacciatori di taglie come Jack Cayman, che dopo l'uccisione della figlia adottiva viene assoldato da Jeannie Caxton perché catturi suo padre prima che lo facciano gli agenti del governo, visto che questi ultimi hanno ricevuto l'ordine di ucciderlo.

Incastro bionico!

C'è solo un problema: Max Caxton è proprio l'uomo accusato di aver sparato il colpo che ha ucciso la figlia di Jack, seppure involontariamente, ai tempi in cui era il comandante della stessa squadra d'assalto che ora è sulle sue tracce. Diciamolo subito: la narrazione non è il punto di forza dell'ultimo titolo di Platinum Games, che arriva in occidente con un ritardo mostruoso rispetto alla release giapponese ma con due importanti bonus: un appetibile prezzo budget (29,90€) e alcuni interessanti contenuti extra (il personaggio di Bayonetta e due modalità multiplayer: "Dog Fight" e "Mad Survival"). Seppure la trama del gioco abbia i suoi elementi di interesse e rappresenti per molti versi un sequel per gli eventi di MadWorld (il protagonista è lo stesso), il modo in cui le cose vengono raccontate è talmente confuso e fumoso che alla fine si giunge alla verità dei fatti per intuizione. Poco male, perché alla fine non si tratta che di un pretesto per menare le mani e in tale frangente gli autori di Bayonetta sanno dannatamente il fatto loro.

Bianco o nero?

Terminata una breve introduzione cinematica (in Anarchy Reigns ce ne sono molte, all'inizio e alla fine degli stage, tutte di eccellente fattura) che presenta le forze in campo, la campagna single player ci chiede di scegliere fra il già citato Jack Cayman e l'agente di polizia Leo Victorion, facendo riferimento rispettivamente a una "area nera" e una "area bianca". Vi diciamo subito che entrambe le campagne vanno completate due volte, in entrambi gli ordini (nera e poi bianca, bianca e poi nera) per accedere agli altrettanti livelli finali del gioco, per un totale di circa venti ore di gameplay. Certo, gli eventi di ogni story mode rimangono gli stessi a prescindere dall'ordine con cui scegliamo di affrontarli, ma l'esperienza si rivela piuttosto piacevole dopo le prime fasi un po' confuse, dunque si tratta di un "sacrificio" che gli appassionati di picchiaduro a scorrimento accetteranno senz'altro di fare.

Incastro bionico!

Se la direzione narrativa di Anarchy Reigns non è il massimo, di contro la caratterizzazione dei personaggi è davvero ottima, specie sotto il profilo del design. Jack è un cacciatore di taglie nerboruto, con un braccio bionico che nasconde una doppia motosega al plasma, mentre Leo è dotato di impianti cibernetici in quasi tutto il corpo e dai suoi avambracci fuoriescono potenti lame che ricordano molto quelle di Baoh (qualcuno si ricorda di questo manga, dello stesso autore di JoJo?). I compagni di quest'ultimo, Nikolai e Sasha, sono uno l'espressione della potenza, con i suoi enormi avambracci elettrici, e l'altra della velocità, grazie alla forma sensuale e agile. Ci sono poi gli amici di Jack, nella fattispecie il "pappone" Barone Blacker (doppiato dal mitico Massimo Corizza, che i più attempati ricorderanno per aver prestato la voce a Devilman o a Daigo in "Gordian" - da qui il titolo della recensione), con i suoi guanti di fuoco, e la sua compagna Mathilda, equipaggiata con vari strumenti in stile "sadomaso". Il roster conta un totale di sedici personaggi che vanno sbloccati durante la campagna single player e possono poi essere utilizzati nelle modalità multiplayer, insieme a Bayonetta. I ragazzi di Platinum Games non si sono fatti mancare proprio nulla, insomma.

Là dove regna l'anarchia

Lo story mode di Anarchy Reigns possiede una struttura molto semplice, con otto "fasi" ambientate all'interno di quattro scenari, ognuna composta da un certo numero di missioni principali e libere. Queste ultime possono essere ripetute all'infinito o addirittura snobbate se troviamo il modo di raggiungere il punteggio necessario per sbloccare le prime, che fanno effettivamente procedere la trama. Capire i meccanismi che regolano lo sblocco delle missioni e il design delle mappe sulle prime non è semplicissimo e trovarsi di fronte a orde di mutanti che ci attaccano senza sosta potrebbe apparire irrimediabilmente ripetitivo, ma per fortuna le dinamiche del gioco a un certo punto guadagnano in varietà e ci mettono al riparo dalla noia di obiettivo del tipo "uccidi cento nemici" oppure "sopravvivi per tot minuti".

Incastro bionico!

Durante queste fasi possiamo muoverci all'interno di location decisamente ampie, con vari "quartieri" collegati fra loro da rampe, cavi o potenti getti d'aria che ci proiettano in pochi istanti da una parte all'altra. Purtroppo sono decisamente pochi gli stage che ci hanno colpito, su tutti quello di Hong Long, con i suoi colori decisi e una personalità che invece ci è sembrata generalmente mancare agli altri, che si dividono fra città in rovina e "cantieri", funzionali all'azione ma piuttosto anonimi nell'aspetto. Un approccio che ricorda molto quello di God Hand, in cui gli sfondi erano pessimi ma tutta l'attenzione si concentrava sui combattimenti; combattimenti che in Anarchy Reigns ovviamente la fanno da padrone e possono contare su un repertorio di mosse non solo ampio ma anche terribilmente spettacolare, con un'eccellente resa dell'impatto e una disposizione sensata dei comandi. All'inizio abituarsi a tenere il grilletto destro premuto per parare gli attacchi (ed eventualmente schivarli, premendo A sul controller per Xbox 360 o X sul Dual Shock) non è una pratica così intuitiva, ma ci si fa la mano rapidamente e si capisce che tale scelta è stata fatta per consentire al dorsale sinistro di attivare la mira nel momento in cui si dispone di un'arma da fuoco. Il sistema di lock-on funziona bene ma non benissimo e la confusione è tanta quando gli avversari cominciano a essere molto numerosi, arrivando a situazioni di vero e proprio caos nel momento in cui quattro mutanti giganteschi circondano il nostro personaggio mentre questo si trova con le spalle al muro.

Obiettivi Xbox 360

Gli obiettivi di Anarchy Reigns premiano senz'altro la rigiocabilità, in quanto è possibile sbloccarne diversi sia completando i livelli al grado di difficoltà normale che al grado di difficoltà "hard". Si ottengono obiettivi anche ottenendo tutti i personaggi del roster, effettuando un certo numero di uccisioni ed eseguendo particolari mosse per un tot di volte.

Multiplayer e comparto tecnico

Sono davvero tantissime le modalità multiplayer messe a disposizione da Anarchy Reigns, tredici se contiamo anche le due extra da sbloccare tramite voucher. La più impressionante è la "Battaglia Reale", dove ben sedici giocatori si scontrano all'interno di una mappa estesa, ognuno con il compito di ottenere il maggior numero di punti e sfruttando respawn infiniti ma con un'attesa di dieci secondi a ogni rinascita. Si tratta di un banco di prova eccezionale per testare il netcode del gioco, e Platinum Games ne esce davvero a testa alta, riuscendo a offrire sia su Xbox 360 che su PlayStation 3 un ottimo matchmaking e, soprattutto, tempi di latenza decisamente accettabili e compatibili con le meccaniche di picchiaduro, in cui il timing è fondamentale per aprire la guardia dell'avversario e rispondere efficacemente ai suoi attacchi. Certo, trovarsi in sedici a combattere è un bel po' confusionario, ma ribadiamo che il risultato ottenuto è eccellente dal punto di vista della funzionalità. Pur non potendo effettuare misurazioni precise e attendibili, abbiamo però notato sulla console Sony diversi problemi che rendono l'esperienza online molto meno godibile, in particolare un frame rate ballerino e un grado di definizione della grafica inferiore alla controparte su Xbox 360. Attendiamo magari una comparativa realizzata con tutti i crismi per capire quale sia la verità.

Incastro bionico!

Ci sono diverse modalità multiplayer a squadre, con respawn e senza, nonché variazioni sul tema come il classico "Cattura la Bandiera" (a due o tre squadre), in cui bisogna appunto raccogliere una bandiera e portarla fino alla propria base per ottenere punti. L'offerta, lo ripetiamo, vanta numeri straordinari per un titolo del genere e per il momento la risposta del pubblico sembra essere decisamente positiva, nel senso che le sale d'attesa sono piene e il prezzo budget ha certamente contribuito a una maggiore diffusione del prodotto in occidente. Passando infine al comparto tecnico, come già detto è stato fatto un ottimo lavoro in termini design e nella caratterizzazione dei personaggi, con equipaggiamenti cibernetici che ricordano quelli del manga "Alita" (sicuramente un'ispirazione per gli sviluppatori), animazioni molto belle da vedere e sequenze cinematiche spettacolari, mentre gli scenari invece appaiono un po' troppo abbozzati e chiusi nel loro ruolo marginale, di mero sfondo all'azione. Nulla da dire invece, sulla colonna sonora e sul doppiaggio in italiano: la prima è un incredibile mix di generi e colpisce fin dai primi istanti, il secondo come detto è stato affidato a professionisti di indubbia capacità, che sanno giocare con i propri ruoli e che hanno senza dubbio aggiunto qualcosa all'esperienza, anche se i limiti della direzione del doppiaggio nei videogame purtroppo sono ancora lì e si notano tutti. Il problema si risolverà solo quando gli attori potranno vedere la scena e il contesto in cui il loro personaggio pronuncia la battuta, fino ad allora rassegniamoci a sentire frasi pronunciate con calma laddove invece la situazione è concitata, e così via.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360 e PlayStation 3
Multiplayer.it
8.0
Lettori (44)
7.8
Il tuo voto

Sembra assurdo dirlo, ma il ritardo ha fatto bene ad Anarchy Reigns, che arriva nei negozi italiani con un appetibilissimo prezzo budget e ci regala un'esperienza estremamente duratura, sia sul fronte del single player che del multiplayer, quest'ultimo dotato di numeri straordinari e capace di prestazioni superiori alla media per quanto concerne la velocità del matchmaking e i tempi di latenza in relazione al timing necessario per l'esecuzione delle eventuali parate e contromosse. La trama è interessante ma non viene raccontata nel modo più limpido possibile e certi dialoghi (quelli che precedono lo scontro con un boss, ad esempio) sarebbe stato bello poterli saltare, ma alla fine ciò che conta è l'azione e Platinum Games ha già dimostrato ampiamente di essere fra i migliori team di sviluppo quando si parla di picchiaduro a scorrimento. Se vi piace il genere, insomma, l'acquisto è vivamente consigliato.

PRO

  • Si picchia che è un piacere
  • Campagna in single player duratura
  • Tantissime modalità multiplayer

CONTRO

  • Le prime fasi sono un po' confuse e ripetitive
  • Visuale caotica in alcuni frangenti
  • Su PlayStation 3 si nota qualche rallentamento di troppo