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Wii Mini

Dopo anni di apparente disinteresse verso il redesign delle sue home console, Nintendo torna sull'argomento riproponendo il Wii sotto un'altra forma

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   15/04/2013

La pratica del redesign delle console non è certamente cosa rara; spesso e volentieri infatti i produttori di hardware rimodellano i propri prodotti magari per correggere problemi di vario tipo (vedi l'anello rosso di Xbox 360), per aggiornare alcune caratteristiche di particolare importanza (vedi le maggiori capacità degli hard disk in parallelo alla più ampia e frequente diffusione di contenuti in digital delivery) o piuttosto più semplicemente per mettere in pratica ottimizzazioni dei processi produttivi in maniera tale da ridurre i consumi elettrici e soprattutto i costi di realizzazione e limare di conseguenza il prezzo di vendita.

Wii Mini

In realtà Nintendo, perlomeno con le ultime generazioni di console, non ha approfittato granchè di questa opzione; Nintendo 64 è rimasto infatti pressoché intatto esteticamente limitandosi a offrire varianti di colore dello chassis, e analoga sorte è stata riservata al Gamecube. Se anche durante il ciclo vitale di Wii sono state proposte versioni con differenti tinte spesso associate a bundle speciali, questo non ha impedito però alla casa di Kyoto di realizzare quello che di fatto è quindi il primo redesign di una sua home console dai tempi del Super NES SNS-101. Purtroppo però, il risultato è talmente deludente che probabilmente sarebbe stato meglio farne a meno.

Tagliato con l'accetta

Wii Mini ha fatto il suo debutto inizialmente solo sul mercato canadese nel dicembre 2012; malgrado le iniziali dichiarazioni da parte di Nintendo sostenessero l'assenza di piani per estendere la commercializzazione ad altri Paesi, è chiaro come quello fosse un test per verificare la risposta del pubblico e decidere quindi il da farsi. I 35700 pezzi venduti nei primi due mesi hanno quindi evidentemente soddisfatto i vertici della grande N, e a metà marzo 2013 la console ha raggiunto anche l'Europa con un prezzo di vendita fissato attorno ai 100 €: una cifra non molto distante dai bundle più popolari di Wii "normale" più un gioco, e che diventa vicinissima in caso di offerte o promozioni particolari. Ma cosa offre questo Wii Mini per solleticare il pubblico? Partiamo dall'estetica, e più precisamente da quel suffisso "mini" che dovrebbe in teoria suggerire una particolare riduzione delle dimensioni rispetto al suo non certamente ingombrante predecessore; in realtà invece Wii Mini non è che leggermente più piccolo, poca roba in lunghezza, mentre larghezza e altezza sono grossomodo identiche.

Wii Mini

La forma rimane quella a parallelepipedo, anche se i lati non hanno una superficie piatta bensì leggermente a cuneo, rendendo di fatto impossibile il posizionamento in verticale; a livello cromatico invece, la console si presenta con un abito interamente rosso fatta eccezione per l'ampio sportello del disco, nero, che va ad occupare praticamente l'intero lato superiore. Parliamo di sportello perchè la premessa di riduzione dei costi ha suggerito infatti l'adozione di un sistema di caricamento dei dischi di questo tipo, come la prima Playstation per capirci, al contrario dello slot loading della versione originale. Completano la descrizione estetica il tasto per il sync dei controller, solitario su un lato lungo, e tutte le porte di connessione, di alimentazione e la singola USB disposte invece tradizionalmente sul retro. Nella confezione sono presenti, oltre ovviamente a cavi e sensor bar, anche un WiiMote e relativo Nunchuck di abbinata colorazione rossa; nessun gioco in bundle, invece. Complice anche il peso leggero e l'utilizzo di plastiche opache, l'aspetto e il feeling complessivo di Wii Mini appare quindi giocattoloso, un po' grezzo e decisamente meno elegante ed aggraziato rispetto al Wii classico; non si può dire che si tratti di una console brutta, sarebbe un'esagerazione, ma di sicuro nemmeno in grado di suscitare ammirazione per il lavoro dei designer. Si sarebbe potuto fare di più, poco ma sicuro; i problemi più gravi del nuovo hardware Nintendo non sono però certamente legati al piacere dell'occhio, quanto a ciò che i progettisti hanno scelto di sacrificare lato hardware.

Giochi Preziosi?

Wii Mini sembra infatti essere stato creato sforbiciando grossolanamente le caratteristiche presenti nella versione originale, inseguendo una logica di riduzione dei costi spesso quasi schizofrenica. Non sappiamo quanto possa davvero incidere nel prezzo finale per esempio l' uscita component, sta di fatto che questa è state eliminata lasciando a Wii Mini soltanto l'opzione dell'anacronistico e preistorico composito, retaggio di un'era che pensavamo morta e sepolta; se Wii è sempre stato accusato di offrire una risoluzione non HD che si fermava ai 480p, in questo caso quindi è stato fatto un ulteriore passo indietro obbligando a scegliere tra 480i a 60Hz o 576i a 50Hz e stop. Il risultato è, inutile dirlo, imbarazzante su un qualsiasi tv LCD o Plasma; magari il nonno ha ancora a casa un vecchio CRT più adatto a questo tipo di collegamento video, ma dubitiamo che sia questo il vero target del nuovo hardware Nintendo, così come fatichiamo a immaginare che nel 2013 qualcuno (bambini e "ignoranti tecnologici" compresi) riesca ad accettare una resa visiva di questo tipo. Dell'unica porta USB abbiamo già detto, ma è stata eliminata del tutto anche la retrocompatibilità Gamecube (che peraltro era stata già accantonata nella Family Edition di Wii) oltre che lo slot per SD Card, fattore quest'ultimo che limita la memoria disponibile ai 2171 blocchi interni e di fatto impedisce di trasferire salvataggi e contenuti da un altro Wii al Mini.

Wii Mini

Ma il colpo di grazia finale va ricercato nella totale assenza di qualsivoglia possibilità di collegamento a internet, che sia via wi-fi, cavo ethernet, o incredibilmente anche tramite l'adattatore USB; semplicemente, Wii Mini non può collegarsi alla rete in alcuna maniera, e proprio per questo motivo manca la relativa sezione di configurazione all'interno del menu di sistema. Se di browser e bizzarri canali se ne può fare tranquillamente a meno, tagliare di netto in tal modo l'intero catalogo Virtual Console e WiiWare appare del tutto assurdo, con il risultato di ridurre drasticamente l'offerta ludica di una console che ha saputo vendere 100 milioni di esemplari anche grazie a tali elementi. Fa amaramente sorridere quindi osservare che la struttura del menu principale (alla versione 4.3E) sia rimasta intatta, con l'organizzazione a caselle destinate a rimanere fatalmente vuote. Ed è chiaro che anche i giochi retail con funzioni online di riflesso non possono essere utilizzati nella loro interezza; per carità, Wii non è stata certamente una console destinata ad essere ricordata per la sua offerta multiplayer online, eppure è naturale pensare che titoli come Monster Hunter Tri, Mario Kart Wii, i titoli sportivi e molti altri ne escano infine castrati.
In conclusione, è francamente difficile trovare il senso anche solo commerciale di Wii Mini; se la volontà era quella di creare una versione economica della console, il prezzo a cui viene venduta non è certamente così inferiore alla variante classica da renderla attraente anche in ottica di un utilizzo molto superficiale. Con una manciata di euro in più, o addirittura in meno rivolgendosi al vastissimo mercato dell'usato, ci si può portare a casa un normale Wii che è oggettivamente una console più gradevole alla vista, offre una qualità dell'immagine migliore, e garantisce l'accesso ad un solido e particolarmente esteso catalogo online di titoli di straordinario valore, da affiancare a quello enorme su disco. A meno di una drastica futura riduzione del prezzo di vendita quindi, Wii Mini non può essere considerato altro che un buco nell'acqua di cui speriamo di dimenticarci in fretta.