114

Anime perdute

Con Reaper of Souls Blizzard mette un punto fermo sul lungo e travagliato sviluppo di Diablo III

RECENSIONE di Umberto Moioli   —   31/03/2014

Il concetto di espansione, antico e oramai quasi in disuso in favore di una distribuzione granulare dei contenuti attraverso i DLC e una serializzazione serrata dei capitoli principali, divenuti in molti casi annuali, resta uno dei più chiari quando si tratta di stabilire nel giocatore le aspettative. Anche etimologicamente, l'espansione è per definizione un "more of the same": un nuovo pezzo di storia, una classe inedita, qualche caratteristica extra e rifiniture costruite sulla base del gioco d'origine. Ciò che è interessante nel caso di Diablo III e di Reaper of Souls, è che il percorso fatto dal gioco di ruolo d'azione firmato Blizzard è stato incessantemente costellato da modifiche che ne hanno mantenuto le premesse ma sconvolto radicalmente il gameplay. Più che un'aggiunta, un punto d'arrivo e un nuovo inizio in larghissima parte veicolato dai feedback, spesso feroci, dei giocatori che nonostante le critiche hanno decretato il successo commerciale del prodotto e ne hanno reso possibile il mutamento. Interessante e ricco, anche se forse non completo di proprio tutto quello che avremmo desiderato, Diablo III: Reaper of Souls è un acquisto obbligato per tutti quelli che hanno seguito fino a questo punto la parabola del hack 'n' slash, ma forse anche una valida scusa per ricominciare a giocare per chi, deluso, ha abbandonato quasi subito l'originale.

Reaper of Souls arriva sul mercato con un carico di novità, migliorie e contenuti eccellenti

Ricominciare

Per capire le novità di Diablo III: Reaper of Souls bisogna insomma guardare a ciò che è stato fatto con la recente patch 2.0, messa a disposizione di tutti con qualche settimana di anticipo sul lancio dell'espansione. La chiusura della casa d'aste e la rivisitazione del sistema di raccolta degli oggetti, il cosiddetto Bottino 2.0, ha riportato al centro dell'attenzione la conquista del bottino e la capacità di contare unicamente sulle proprie forze per vedere l'equipaggiamento degli eroi crescere di partita in partita. Lo stravolgimento del sistema di difficoltà poi, ha fatto da apripista ad un'esperienza meno instradata entro certi paletti predefiniti. Un obiettivo simile a quello perseguito, scegliendo una strada differente, dalla rimozione di limiti per l'accumulo dei punti eccellenza e dalla loro apertura a tutti i personaggi dello stesso account.

Anime perdute

Spostando la componente ruolistica dalle schermate della casa d'aste ai campi di battaglia, Blizzard ha così seguito le richieste della sua fan base che chiedeva un'esperienza che premiasse la costanza e la capacità del giocatore. Un parziale ritorno alle origini dei primi due capitoli che giocando Reaper of Souls si intuisce anche solo lanciando il quinto atto e immergendosi nelle tetre stradine di WestMarch e poi fino alle folli lande del Pandemonio. La storia di questa porzione di storia è piuttosto prevedibile e ci chiede un ultimo sforzo per sconfiggere Malthael, l'Angelo della Morte, impossessatosi della Pietra Nera delle Anime con l'obiettivo di cancellare l'umanità dalla faccia della terra. Non bisogna aspettarsi grandi sviluppi narrativi, però le ambientazioni cupe e gotiche di questa aggiunta sono una risposta a tutti coloro avevano trovato i primi quattro atti troppo distanti dal passato visivo e stilistico della serie. In termini contenutistici non abbiamo problemi a definire questo spezzone di avventura, che intrattiene per circa quattro ore, il migliore in assoluto:

Anime perdute

il mix tra interni ed esterni è convincente e le transizioni avvengono in modo fluido, la varietà di panorami è notevolissima almeno quanto quella di nuovi nemici ed è stato fatto uno sforzo importante per migliorare sia la generazione procedurale delle mappe, che in certi casi è davvero consistente, sia la complessità degli eventi secondari che con maggior frequenza si presentano sotto forma di missioni e ambienti opzionali. I tre scontri con gli altrettanti boss principali dell'espansione sono curati e avvincenti, anche grazie alla presenza di set di oggetti leggendari dotati di caratteristiche che li rendono più allettanti che in passato, ma il processo stesso di eliminazione degli avversari che abitano le mappe beneficia di una maggiore diversità di situazioni, abilità inedite e nuovi ostacoli. Mai ci era capitato di sconfiggere un avversario e scoprire un nuovo livello di gioco entrando nel portale dimensionale situato sulla sua testa, e sono questo genere di piccole scoperte che invogliano a tornare sul titolo dopo avervi già dedicato diverse ore del proprio tempo.

In cerca d'Avventura

Se il quinto atto risponde alla necessità di ampliare la varietà di incontri e situazioni, la modalità Avventura è una decisa e riuscita spinta alla componente end game che si sblocca una volta completato il quinto atto. Da una parte ci sono infatti tutti coloro hanno ripetuto allo sfinimento le stesse sezioni di gioco, quelle più remunerative in termini di bottino e ricompense, dall'altra i giocatori meno hardcore che non hanno mai avuto la costanza e la voglia di addentrarsi in un certo tipo di fruizione dei contenuti meno accessibile per chi resta in superficie.

Anime perdute

Selezionando questa opzione si ha accesso ad una versione rivista della mappa dei cinque capitoli, dotata di tutti i punti controllo già sbloccati e costellata di volta in volta da cinque missioni da completare nell'ordine desiderato. Si va dalla sconfitta di un boss al completamento di un dungeon, dall'uccisione di un certo numero di nemici all'eliminazione di un singolo, preciso avversario. Sono sfide piuttosto brevi che si completano di solito in quindici o venti minuti, e regalano una buona dose d'esperienza, denaro e due ulteriori ricompense.

Anime perdute

I Frammenti di Sangue sono una valuta spendibile da un mercante per ottenere armi e oggetti casuali. Le Parti di Chiavi del Varco invece, aprono i Varchi di Nefilim: portando cinque di questi frammenti all'apposito personaggio non giocante si ottiene l'accesso ad uno speciale dungeon creato di volta in volta mescolando ambienti e personaggi presi da tutti gli atti; livelli da svuotare finché, dopo sufficienti uccisioni, ce la si deve vedere con il boss di turno. Il mix di partite veloci e la grande rigiocabilità fanno di questa aggiunta un'ottima idea e la scusa ideale per continuare a divertirsi dopo aver consumato la storia. Nonostante questo sia uno degli aspetti più riusciti di Reaper of Souls, nasce qui anche la nostra rimostranza maggiore: sarebbe infatti stato interessante avere uno sbocco ulteriore, magari sotto forma di classifiche o competizioni dirette tra giocatori - pur senza tirare in ballo un PvP vero e proprio - che desse un obiettivo di lungo termine agli utenti più irriducibili. La base è comunque solida e ci auguriamo che questa modalità Avventura venga espansa dalle patch future.

Soddisfazioni personali

Come ogni espansione che si rispetti, Diablo III: Reaper of Souls non si astiene dall'inserimento di un nuovo personaggio giocabile (in Diablo II le aggiunte erano state due, Druido e Assassina) che nel complesso abbiamo trovato davvero ben fatto. Il Crociato parte dall'idea del vecchio Paladino, anche narrativamente essendo una sorta di unità d'élite dell'ordine, ma poi prende una strada tutta sua: incassatore di danni e naturalmente votato al corpo a corpo, come lo scudo presente di default nel suo equipaggiamento suggerisce, è anche capace di fare male ed essere pericoloso dalla media distanza.

Anime perdute

Il suo pacchetto di abilità gli permette di colpire ad area, attirare a sé i nemici, recuperare vita consacrando il terreno circostante ed uscire indenne da situazioni estremamente affollate, ma come al solito la presenza delle rune apre una serie consistente di opzioni alternative.

Anime perdute

In termini di meccaniche non porta grosse innovazioni, accumulando collera con certi poteri per poi spenderla con altri, ma il godimento regalato dalla sensazione d'impatto sui nemici che già le altre cinque classi di Diablo III regalavano, viene qui esaltato da set di animazioni ed effetti speciali complessi e vari come non mai. Il Crociato è probabilmente la classe più bella da veder combattere e una tra le migliori da giocare. Tutte le altre beneficiano comunque di diverse aggiunte grazie all'aumento del level cap, che guadagna dieci livelli per arrivare a 70, e alle conseguenti nuove abilità attive e passive inserite. Gli sviluppatori hanno in questo senso lavorato in parte per tributare vecchi capitoli della saga, riportando in auge poteri da sempre amati dai fan, dall'altra provato ad introdurne di nuovi che stimolino a ripensare le proprie build e provare qualcosa di diverso. Bisogna infine assolutamente citare l'introduzione di un nuovo artigiano, la Mistica: oltre a cambiare l'aspetto di armi e armature, portandole un pezzo d'equipaggiamento le si può chiedere di cambiare un preciso attributo scegliendo tra una lista creata semi casualmente, così da avere una chance di migliorare un oggetto in cui magari contavamo per la nostra build ma a cui mancava una certa statistica o potere. La Mistica serve molto bene tutto il lavoro fatto con il Bottino 2.0 e aiuta anche a togliere un po' di denaro dal gioco, ora che la casa d'aste è stata eliminata.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
  • Processore Intel Core i7 2600
  • 8 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
  • Sistema operativo Windows 7

Requisiti minimi

  • Processore Intel Pentium D 2.8 GHz o AMD Athlon 64 X2 4400+
  • Scheda video NVIDIA GeForce 7800 GT o ATI Radeon X1950 Pro
  • 1 GB RAM (XP), 1.5 GB (Windows Vista/Windows 7/Windows 8)
  • 12 GB di spazio su disco fisso
  • Connessione ad internet permanente

Requisiti consigliati

  • Processone Intel Core 2 Duo 2.4 GHz o AMD Athlon 64 X2 5600+ 2.8 GHz
  • Scheda video NVIDIA GeForce 260 o ATI Radeon HD 4870
  • 2 GB RAM

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (151)
8.8
Il tuo voto

Con Diablo III: Reaper of Souls Blizzard conclude un lungo percorso di cambiamento e arricchimento dell'esperienza ludica. Il level cap innalzato per tutti i personaggi ma soprattutto l'aggiunta del Crociato danno nuovi stimoli mentre il quinto atto si inserisce come il punto più alto dell'intera campagna, un lungo e articolato viaggio nella più oscura e meglio caratterizzata pagina di Diablo III. Decine e decine di ore di gioco si nascondono nella modalità Avventura, che serve lo scopo di aprire definitivamente l'end game ai giocatori meno smaliziati e movimentarlo per tutti coloro ne avevano già indagato in passato ogni aspetto. Manca uno scopo a lunghissimo termine, qualcosa che possa farci intravedere ragioni per continuare a spendere ore ed ore online a mesi di distanza, ma se lo stesso percorso che ha portato alla patch 2.0 verrà proseguito è probabile che anche questa criticità troverà una risposta nei prossimi aggiornamenti.

PRO

  • Un ottimo quinto atto
  • La classe del Crociato e la Mistica sono due aggiunte azzeccatissime
  • La modalità Avventura

CONTRO

  • Si può ancora lavorare per dare all'esperienza maggiore respiro a lungo termine