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Echoes of the End, la recensione dell'action adventure ispirato a God of War

Un mondo alimentato dalla magia ma dilaniato dai conflitti fa da sfondo alle vicende di Echoes of the End, il nuovo action adventure in Unreal Engine 5 che si ispira a God of War.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   12/08/2025
Ryn e Abram in un artwork di Echoes of the End
Echoes of the End
Echoes of the End
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Quello di Echoes of the End è un progetto davvero interessante, e per più di un motivo. Parliamo infatti di un action adventure doppia A sviluppato da un team islandese composto da sole quaranta persone, ma che grazie alle tecnologie dell'Unreal Engine 5 riesce a portare sullo schermo sequenze degne di una produzione ben più importante.

Fortemente ispirato a God of War, il titolo d'esordio di Myrkur Games si pone dunque come un possibile spartiacque, un passo concreto (sebbene non il primo) verso un approccio allo sviluppo che fa leva su strumenti mai così potenti e sofisticati al fine di ridurre una distanza, quella determinata dal budget, che finora è sempre apparsa incolmabile.

Una storia di ghiaccio e fuoco

La storia di Echoes of the End ci porta su Aema, un impero un tempo ricco e maestoso che è stato devastato dalle guerre civili e di cui, dopo un secolo, non restano che macerie: nazioni cadute, sopravvissuti riunitisi in pochi insediamenti ma anche un esercito, quello di Reigendal, che non ha ancora smesso di perseguire il conflitto e la prevaricazione allo scopo di dominare su ciò che resta del continente.

Ci sono dunque ancora due fazioni in lotta: da una parte le truppe dello spietato Aurick, che puntano a controllare le energie magiche che alimentano il mondo; dall'altra la comunità pacifica di Noi Syrouve, che intende invece proteggere e tutelare il delicato equilibrio di queste forze. Entrambe le parti si servono dei Vestigi, persone in grado di "tessere la forza vitale", e la protagonista del gioco, Ryn, appartiene appunto a questa stirpe.

Uscita in missione insieme a suo fratello minore Cor per verificare l'integrità delle Egide, enormi cristalli che spuntano dal terreno e veicolano l'energia di Aema, la ragazza capisce ben presto che Aurick e i suoi soldati stanno tramando qualcosa, ma la situazione precipita e Ryn si ritrova a dover inseguire i suoi nemici insieme ad Abram, uno studioso che non si tira indietro di fronte a un po' di azione.

Ryn e Abram in Echoes of the End
Ryn e Abram in Echoes of the End

In qualche modo vicina alle atmosfere di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Immortals of Aveum, la trama di Echoes of the End fa riferimento a un universo fantasy affascinante ma un po' povero in termini di costruzione, e la narrazione stessa - per quanto ben scritta e ben interpretata in inglese - finisce per trascurare determinate caratterizzazioni all'inizio e inciampa poi nei momenti topici: "è morto questo tizio, ok, ma chi era?"

Un gameplay decisamente poco originale

Abbiamo affrontato spesso il tema delle "esperienze derivative", di quei giochi cioè che riciclano meccaniche e soluzioni viste altrove, cercando di capire ogni volta dove si ferma l'omaggio e dove comincia qualcosa di diverso: una mancanza di originalità e di creatività che sembra comunicare quanto in realtà gli autori siano stati poco coraggiosi nel costruire il proprio impianto.

La sezione in barca di Echoes of the End riprende ovviamente God of War
La sezione in barca di Echoes of the End riprende ovviamente God of War

Ebbene, il gameplay di Echoes of the End già nei primi minuti dimostra in maniera palese di essersi ispirato a titoli come Assassin's Creed e The Last of Us, ma è soprattutto God of War ad aver influenzato i ragazzi di Myrkur Games, che infatti hanno replicato il sistema di assistenza da parte del compagno di viaggio, l'impostazione dei combattimenti e finanche l'approccio agli enigmi ambientali, con tanto di suggerimenti opzionali per risolverli. E sì, ci sono anche le sezioni in barca.

Cerchiamo dunque di essere chiari: l'originalità nei videogiochi è ormai qualcosa di raro e non necessariamente prezioso, i diversi generi sono figli e sintesi delle sperimentazioni effettuate nel corso di decenni e va benissimo così, se il risultato finale funziona. Quando però ci si spinge oltre la semplice citazione e si scade in un tentativo di clonazione, il confronto diventa inevitabile e si finisce per uscirne con le ossa rotte.

Ryn affronta dei soldati in Echoes of the End
Ryn affronta dei soldati in Echoes of the End

Nel caso specifico di Echoes of the End, le meccaniche disegnano un quadro piuttosto completo fra esplorazione, arrampicate e combattimenti, questi ultimi regolati da un sistema che utilizza i dorsali per gli attacchi principali, mettendo in campo anche parate, schivate e i poteri del Vestigio che consentono a Ryn di lanciare oggetti sugli avversari, spingere via i nemici (magari per farli cadere da un burrone, soluzione sempre molto simpatica) ed eseguire devastanti colpi speciali.

Tramite i punti abilità ottenuti nel corso della campagna è possibile arricchire ulteriormente l'impianto di tante nuove manovre e il grado di sfida tutt'altro che banale, insieme alla discreta varietà delle unità ostili (che vanno dai troll ai soldati agli insetti giganti, senza dimenticare qualche enorme boss), dà vita a scontri sorprendentemente impegnativi, che vanno affrontati con un pizzico di strategia visto che i colpi subiti provocano ingenti danni e le magie curative sono giustamente disponibili in maniera limitata.

Lo scontro con uno dei boss di Echoes of the End
Lo scontro con uno dei boss di Echoes of the End

Insomma, sulla carta sembra tutto ben bilanciato e non c'è dubbio che i combattimenti diano vita a situazioni entusiasmanti e spettacolari, specie quando si riesce a mettere a segno determinate mosse, ma ci si rende conto piuttosto in fretta che il gioco avrebbe avuto bisogno di una fase di rifinitura sostanzialmente più lunga, e che il livello di difficoltà è in realtà legato soprattutto ad alcune problematiche tecniche.

Capita infatti che i nemici ci colpiscano anche mentre stanno incassando e le indicazioni visive dei colpi non compaiano correttamente per poter effettuare la parata istantanea, l'aggancio si spenga misteriosamente dopo aver eliminato un avversario anziché passare al bersaglio successivo, il feedback dei colpi risulti spesso inconsistente, la "telecinesi" sia davvero macchinosa da utilizzare, ci si incastri negli angoli dello scenario e siano presenti diversi glitch anche abbastanza gravi.

Ryn si avvicina a un'Egida in Echoes of the End
Ryn si avvicina a un'Egida in Echoes of the End

Purtroppo la mancanza di pulizia affligge anche gli altri aspetti dell'esperienza, ad esempio capita che durante un'arrampicata il personaggio non si agganci a una parete come dovrebbe e finisca nel vuoto (peraltro, inspiegabilmente, l'inversione della visuale verticale durante le scalate si disattiva), oppure che il nostro compagno smetta di darci suggerimenti proprio quando ci servirebbero per risolvere un enigma oscuro (nel nostro caso quello delle statue), o ancora che si blocchi da qualche parte costringendoci a ricaricare la partita.

Le prestazioni su PC

Come spesso accade, ciò che l'Unreal Engine 5 dà in termini di qualità visiva lo toglie sul piano delle prestazioni, ed Echoes of the End non fa eccezione. Il gioco non include una quantità spropositata di regolazioni, ma quelle presenti garantiscono in ogni caso un certo grado di scalabilità grazie ai diversi preset. Nel nostro caso, con una RTX 4070 siamo riusciti a far girare tutto al massimo (con l'unica eccezione delle ombre, impostate su "alto" anziché su "ultra"), inclusi Lumen e Nanite, scendendo però a 1440p con DLSS su "bilanciato" per ottenere i 60 fps: un compromesso non da poco. Peccato che, nonostante la precompilazione degli shader, il gioco si produca spesso in violenti stutter all'ingresso di nuovi scenari.

Tecnica e struttura

Dicevamo in apertura di quanto il progetto di Echoes of the End sia interessante per come è stato pensato e per il supporto tecnologico fornito dall'Unreal Engine 5, che ha consentito a un team di sviluppo di modeste dimensioni di portare sullo schermo personaggi di eccellente qualità sia nelle sequenze di intermezzo che nelle fasi di gioco effettivo.

I personaggi di Echoes of the End traggono vantaggio dalle tecnologie dell'Unreal Engine 5
I personaggi di Echoes of the End traggono vantaggio dalle tecnologie dell'Unreal Engine 5

La campagna, composta da dieci capitoli che si completano in circa dodici ore, laddove si vada alla ricerca dei vari forzieri nascosti e non si proceda dritto per dritto, è caratterizzata dalla presenza di scenari decisamente ampi e suggestivi, che sfruttano la potenza di Lumen e Nanite per guadagnare spessore, dettaglio e personalità, pur al netto di tante mura invisibili a delimitarne i confini.

Sulle animazioni il discorso è più complesso: le parti in motion capture sono ottime, ma si alternano a movimenti eccessivamente robotici (vedi le arrampicate) che risultano davvero brutti da vedere. Le compenetrazioni sono inoltre all'ordine del giorno e durante i combattimenti non mancano glitch grafici anche buffi, che vedono membra dei nemici restare sospese a mezz'aria.

Uno degli evocativi scenari di Echoes of the End
Uno degli evocativi scenari di Echoes of the End

La colonna sonora accompagna in maniera avvincente le diverse sequenze di gioco e i dialoghi, come già accennato, risultano molto ben interpretati in inglese (con sottotitoli in italiano). Purtroppo gli effetti audio lasciano a desiderare e ci sono diverse situazioni in cui si esprimono in maniera eccessivamente timida, vedi ad esempio quando i personaggi scivolano per decine di metri su di una superficie senza quasi produrre alcun rumore.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 13500
  • Scheda video: NVIDIA RTX 4070
  • Memoria: 32 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 11

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i3 12100, AMD Ryzen 3 1200
  • Scheda video: NVIDIA GTX 1080, AMD RX 580
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10, Windows 11

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i7 7700K AMD Ryzen 5 5600X
  • Scheda video: NVIDIA RTX 3070, AMD RX 5700 XT, Intel B580
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 11

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Multiplayer.it
7.0
Lettori (2)
8.6
Il tuo voto

Echoes of the End è un action adventure molto interessante, caratterizzato da un'ambientazione suggestiva e da una buona scrittura, pur al netto di qualche disattenzione. Sul piano del gameplay si ispira in maniera assolutamente palese a God of War e ai vari esponenti di un genere che ormai da tempo non produce esperienze davvero originali, anche se in questo caso si scade spesso nel tentativo di clonazione più che nell'omaggio appassionato. Ora, se l'impianto messo a punto da Myrkur Games funzionasse a dovere non staremmo a strapparci le vesti parlando di meccaniche derivative, ma purtroppo è chiaro ed evidente che il gioco manca di rifinitura e arriva all'appuntamento con il lancio viziato da problemi anche importanti, che richiederanno inevitabilmente un po' di tempo per essere sistemati. Il potenziale però c'è, indubbiamente, e ci si può costruire sopra qualcosa di buono.

PRO

  • Visivamente notevole, bella ambientazione
  • Ottimi enigmi ambientali e buona durata generale
  • Combattimenti impegnativi e un ricco repertorio di mosse

CONTRO

  • Lo sviluppo avrebbe avuto bisogno di più tempo
  • Tanti problemi tecnici più o meno fastidiosi
  • Effetti sonori debolucci e poco a fuoco