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È qui la festa?

Giunto al decimo capitolo, Mario Party scende in campo con supporto a Gamepad e amiibo. C'è del potenziale?

RECENSIONE di Marco Perri   —   16/03/2015

Mario Party 10 è un titolo fortunato; se un prodotto del genere fosse arrivato nei primi 12 mesi di Wii U, la ricezione sarebbe stata meno tollerante, focalizzata su aspetti che ora invece se la possono giocare con altri, giunti galoppando in corso d'opera. Sono due i fattori che maggiormente pesano su quanto proposto da NdCUBE e più in generale su questa tipologia di software: la ricchezza del pacchetto proposto e il prezzo di vendita raccomandato. Ci soffermiamo su questo ultimo elemento perché vi aiuterà ad assimilare e digerire molto meglio i punti a favore ma specialmente le critiche riscontrate. Mario Party 10 ha un prezzo di listino medio di soli 39.90€, esattamente come Captain Toad: Treasure Tracker. Con una politica così aggressiva, la volontà è chiaramente favorirne l'attach-rate e tenere vivo il software nel lungo termine; c'è però una marcata differenza tra i due esponenti della linea budget. Per quanto prodotto completo e assolutamente di classe, Captain Toad è assimilabile più a uno spin-off pregiato, un piccolo gioiello che fa di qualità e idee il centro della propria breve esperienza; Mario Party 10 è invece un capitolo ufficiale su home console, per questo ben venga la scelta di renderlo ancora più orizzontale di quanto non sia già di natura. E ora vediamo di districare la festosa matassa.

Mario Party 10 arriva su Wii U con idee e minigiochi, ma è la quantità a prevalere sulla qualità

Tabellone a fette

Giunto infine al traguardo della doppia cifra, Mario Party si divide in tre, una caratteristica che rispecchia quantomeno una certa maturità conquistata dal team. NdCUBE sceglie un approccio ben definito, separando sin dall'inizio le regole, aiutando a tirare fuori da ogni modalità aspettative chiare, plasmabili in base alla situazione sociale del momento. È anche questo il frangente in cui vi introduciamo alla prima revisione degli amiibo: la nuova serie composta da statuine della serie Mario Party - per intenderci, quelli con la base rossa e pose da boardgame - è stata sviluppata per affiancare ai nostri amiibo, già pieni zeppi di dati di Smash Bros, altri modelli vergine, liberi quindi di essere riempiti degli avanzamenti di Mario Party.

È qui la festa?

Quanto detto ci porta in volata alla modalità amiibo Party, vera incarnazione dell'anima storica della saga, in cui quattro personaggi si scontrano per il dominio delle monete con le quali acquistare le stelle; ebbene si, sembra incredibile ma lo spirito ventennale si trova proprio qui. Il funzionamento è semplice ma divertente, seppur limitato nell'ambizione: il tabellone altro non è che un quadrato composto da quadranti ad angolo, in cui si alternano caselle ben conosciute come guadagno e perdita delle monete, tubi per spostarsi, imprevisti, eventi specifici e altro. Obiettivo? Guadagnare più monete possibile per acquistare le stelle e vincere la partita; come da tradizione, a ogni fine turno un minigioco farà scontrare i contendenti. Ad allontanare lo spettro del vintage irrompono due componenti legati indissolubilmente: gli amiibo e i gettoni. I primi sono necessari per collezionare i secondi, i secondi garantiscono quel quid in più per movimentare la plancia: le abilità vanno dal semplice saltare allo spazio contenente la stella fino al modificare i quadranti in base al personaggio/gettone in proprio possesso. Non sarà raro iniziare un tabellone in un modo e ritrovarselo completamente modificato alla fine della partita; una trovata che scambia di continuo le carte e colora di unicità ogni quadrante.

È qui la festa?

Il problema è che le differenze non sono proprio soverchianti: avremmo apprezzato una maggiore enfasi sul caratterizzarli in maniera punitiva con trappole, ostacoli, particolarità che rendessero più difficile e appagante il passaggio, aumentando l'importanza dei minigiochi. NdCUBE si è invece mantenuta su un basso profilo, puntando più sul fan-service estetico che non prettamente ludico, condensato in quanto già esposto. Di gettoni ne troverete parecchi e la cerca dei collezionabili vi farà tornare più e più volte; peccato solo per una modalità appena graziosa che, viste le idee in campo, poteva veramente divenire epocale con un po' più di impegno lato level design. Inoltre, la pratica di posizionare di continuo la statuina sul chip NFC per tirare dadi, registrare e infine utilizzare il gettone risulta alla lunga forzata: passi la sensazione di pedina che si muove - sicuramente festosa all'inizio - ma almeno l'opzione di filtrare la routine poteva essere inserita. Una considerazione sulla compatibilità: sono nove gli amiibo che potranno essere utilizzati come personaggi e come sblocca-quadranti, tutti gli altri garantiranno una sorta di gratta-e-vinci utilizzabile una volta al giorno, con in palio punti da spendere nel negozio. Meglio di niente.

Drago a caccia

Sono passati più di due anni dal timido capolino di Wii U nei mercati, un periodo certamente difficile in cui gli uffici di EAD Kyoto non sono riusciti a farci affezionare come avremmo voluto a un accessorio chiave come il GamePad. Siamo dunque di fronte alla svolta agognata? Non ancora; quelli di Mario Party 10 sono timidi passettini in avanti e per quanto il percorso sia quello giusto, ci saremmo aspettati un focus maggiore. Ma andiamo con ordine. La modalità Bowser Party si spiega da sola: tre tabelloni a lunghezza e complessità crescente in cui il drago, controllabile con il GamePad da un eventuale quinto giocatore, ha l'obiettivo di raggiungere di turno in turno il party dei quattro, che a loro volta dovranno far di tutto per fuggire e mantenere sufficienti cuori per arrivare alla stella. Iniziamo sin da subito con la nota positiva: il gioco è assolutamente equilibrato e divertente anche in singolo.

È qui la festa?

Durante le varie sessioni, a fronte di una buona conoscenza generale delle sfide, la gestione intelligente dei dadi ha permesso al party di arrivare sempre alle battute finali, talvolta vincendo; una dimostrazione pratica di un fattore fortuna sulla plancia che, per quanto presente, riesce a mantenersi discreta fetta e non totalità della torta. Inaspettatamente, sono proprio i giochi a tradire parzialmente l'aspettativa: solo 10 sono infatti esclusivi della modalità con Bowser protagonista - quelli in grado di dare un senso al GamePad - ma appena la metà sufficientemente validi per intrattenere nel medio termine. Considerando la bontà assoluta dell'idea di rendere Bowser un personaggio controllabile, riteniamo occasioni mancate il ristretto ventaglio di scelta così come un design di gameplay non sufficientemente basato su abilità al pad; difficilmente il brand potrà tornare ai fasti ludici del passato se il team continua a infarcire un pacchetto già limitato con idee chiaramente minori o talvolta basate su fortuna, da sempre universalmente riconosciute come filler di dubbia identità. Presente la possibilità di cimentarsi in giochi a volontà, unita a una sorta di gara in cui competere per il record di raccolta cuori facendoli tutti di fila.

Gamepad

Questa volta, l'off-screen play non è supportato. Non è possibile giocare guardando esclusivamente il piccolo schermo di Wii U in quanto la maggior parte delle modalità richiederà l'utilizzo del televisore e di Wiimote; la modalità Bowser Party ne fa utilizzo unicamente nei minigiochi mentre amiibo Party nella gestione dei gettoni.

Quattro salti

Lasciamo da parte le nuove tecnologie e torniamo all'apice della rivoluzione Wiimote. La modalità Mario Party riaffonda le radici nella storica corsa su tabellone in cui quattro giocatori si confrontano per il maggior numero di stelle, ottenibili dentro e fuori le sfide. Il team opta per aumentare a cinque il numero di percorsi, con un design a qualità crescente; la competizione torna a impegnare in battaglie tutti contro tutti, due contro due o uno contro i restanti, stavolta con decine di minigiochi a disposizione, condivisi peraltro con la modalità amiibo Party.

È qui la festa?

La statistica aiuta: la scelta è abbondantemente sopra la media qualitativa, con divertimento dal gusto arcade affidato alla croce direzionale e qualche idea meno riuscita, in cui vengono disturbati sensori di puntamento e movimento con quasi dieci anni sulle spalle. Non c'è molto di nuovo sotto il sole: scontri con i boss, regole di accesso alle battaglie, eventi e trigger di modifica del tabellone seguono dettami standard ben conosciuti ma sporcati da una problematica principale. Privato del minigioco automatico ogni fine turno, il fulcro ludico viene affidato alla casualità del percorso, ai dadi e alla speranza di capitare nella giusta casella VS, con un impatto piuttosto pesante sull'effettivo guadagno in divertimento percepito.Per via di sfortunate coincidenze, alcune sessioni hanno toccato picchi negativi di 3-4 sfide in circa 25 minuti di giocato; pochissime, impercettibili nell'economia di una partita. Rappresentando l'anima di ogni Mario Party, non condividiamo l'algoritmo che a oggi ne regola funzionamento e tasso di incidenza. Non mancano sfide libere e torneo; ad accrescere il lotto interviene inoltre l'inserimento di alcuni semplicissimi passatempo esterni. NdCUBE chiude il cerchio infilando degli extra ormai noti: un negozio dove spendere i punti Mario Party accumulati, una sezione foto ai modellini e un riproduttore delle musiche acquistate.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (19)
7.4
Il tuo voto

Per quanto protagonista di qualche buona trovata, Mario Party 10 è un innesto nel franchise più timido del previsto. Pesa un'assenza di incisività nella qualità dei minigiochi che coinvolgono il GamePad nella modalità Bowser Party, sicuramente la più debole, mentre apprezziamo invece l'introduzione degli amiibo, in grado di portare un po' di freschezza ad alcune meccaniche. Qualche scelta di design non convince appieno: dopo l'ultimo episodio su Nintendo 3DS di certo non scoppiettante sembra quasi che Nintendo, consapevole dello stato cadaverico del multiplayer offline, voglia continuare a mantenere su un profilo da buon compitino quella che potrebbe tranquillamente tornare a essere una serie dallo spessore ludico importante. Nonostante Mario Party 10 non faccia quel salto ormai necessario, c'è da dire che il prezzo al quale viene proposto è talmente ghiotto che siamo sicuri saranno molti i possessori di Wii U che si lasceranno tentare.

PRO

  • Tre modalità a disposizione
  • Alcuni minigiochi sono veramente divertenti
  • Supporto agli amiibo intelligente
  • Prezzo estremamente allettante

CONTRO

  • GamePad poco protagonista
  • Due modalità senza il minigioco a fine turno
  • Level design poco ispirato
  • Acquistabili del negozio non troppo stimolanti