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Un'altra odissea nella recensione di Etrian Odyssey V

La serie di giochi di ruolo di Atlus arriva al quinto episodio col fiato corto

RECENSIONE di Christian Colli   —   27/10/2017

Etrian Odyssey è ormai un appuntamento quasi annuale col Nintendo 3DS e la sua nicchia di fan che puntualmente si catapultano nei labirinti di un mondo fantasy che Atlus ha disseminato di trappole, nemici e rompicapi. La serie ha esordito nel 2007 su Nintendo DS ed è approdata nel 2013 su Nintendo 3DS con Etrian Odyssey IV: tra quella avventura e il nuovo capitolo abbiamo giocato i remake dei primi due episodi, sottotitolati Untold, e uno spin-off incrociato col popolare franchise dei Mystery Dungeon. Era quindi venuto il momento di tornare all'iterazione principale, specialmente ora che l'attenzione degli sviluppatori e degli utenti si sta spostando sempre di più sulla nuova console ibrida Nintendo. Switch potrebbe accogliere il futuro di Etrian Odyssey, una serie fortemente ancorata al passato che con questo quinto episodio ci ha dimostrato due cose: c'è ancora posto per i giochi di ruolo vecchia scuola, ma Etrian Odyssey comincia a sentire il bisogno di novità più concrete.

Sempre più sofisticato

A scanso di equivoci, vogliamo subito premettere che Etrian Odyssey V, in termini di gameplay, è semplicemente il titolo migliore della serie. In questa versione Atlus si è assolutamente sbizzarrita, implementando una serie di novità contenutistiche che la rendono più completa e sfaccettata che mai. Si parte ovviamente dalla creazione dei personaggi, da cinque a trenta a inizio partita, che consente di scegliere anche la razza dei nostri avventurieri: essa determina le classi che possono interpretare e le statistiche di partenza, nonché la loro crescita a ogni level up. La personalizzazione dei nostri beniamini prosegue con la scelta di alcuni parametri estetici che includono, oltre alla solita illustrazione, anche i colori di alcuni dettagli come i capelli o gli occhi, nonché il tono della voce, maschile o femminile. Le quattro razze si differiscono secondo i canoni tipici del fantasy, perciò gli elfici Celestrian, per fare un esempio, essendo più portati verso le arti magiche, sono gli unici che, all'inizio del gioco, possono fare i Warlock o i Necromancer.

Un'altra odissea nella recensione di Etrian Odyssey V

È importante sottolineare quel "all'inizio del gioco" perché, in realtà, già nelle primissime ore, è possibile cambiare classe a ogni personaggio. Questa meccanica però ci è sembrata un'implementazione maldestra e poco ragionata, dato che le statistiche di partenza di ogni razza influiscono prepotentemente sulle performance dei personaggi, limitando la scelta di una nuova classe a quelle più consone alla razza del personaggio: è molto meglio proseguire con la classe originale scelta all'inizio, in questo senso, e poi "specializzarla" al momento opportuno. Questa operazione sostanzialmente modifica ogni classe, facendo leva su alcune caratteristiche in particolare con abilità specifiche completamente nuove. Il giocatore ovviamente è libero di costruire i suoi personaggi come preferisce, spendendo i punti guadagnati a ogni level up nei corposi alberi delle abilità che comprendono, oltre a quelle della classe, anche quelle della razza o le inedite abilità Union: queste ultime sono come delle "super mosse" che non impiegano turni e che il giocatore può scegliere soltanto quando si carica un indicatore apposito.

Un'altra odissea nella recensione di Etrian Odyssey V

L'effetto 3D

Come al solito Atlus non delude e implementa un effetto stereoscopico particolarmente curato che fa bella figura grazie alla visuale in prima persona, rendendo l'esplorazione dei labirinti molto più coinvolgente.

Perché siamo qui?

Nonostante le novità introdotte nelle meccaniche di gioco da alcune classi come il Rover o il Necromancer, che consentono di evocare dei famigli che occupano una nuova fila davanti al gruppo, Etrian Odyssey V si gioca come ogni altro Etrian Odyssey e richiede un livello di preparazione, strategia e "trial and error" che ai neofiti può apparire brutale. I nemici nei dungeon non scherzano e la maggior parte degli scontri suggerisce l'impiego di abilità e incantesimi di controllo che solitamente nei giochi di ruolo si tendono a usare molto poco. Etrian Odyssey V però non è un gioco di ruolo qualunque, ma un'avventura quasi "old school" nella sua impostazione, tant'è che la mappa bisogna disegnarsela sullo schermo inferiore del Nintendo 3DS, prendendo appunti grazie a una miriade di icone e segnalini, anche se una serie di opzioni consente di automatizzare gran parte della procedura. I labirinti congegnati da Atlus questa volta sono tra i più ispirati della serie, ricchi di trappole, rompicapi e FOE (Field On Enemies: i miniboss di Etrian Odyssey che gironzolano liberamente per i dungeon e che è meglio schivare se non si è abbondantemente preparati a una battaglia mozzafiato) che sfruttano persino l'environment per mettere il giocatore alle strette, magari intrappolandolo o inseguendolo mentre si sposta da una casella all'altra.

Un'altra odissea nella recensione di Etrian Odyssey V

Una novità interessante sono le ministorie in cui ci si imbatte gironzolando per i dungeon: sono in numero molto più elevato, rispetto al passato, e si sviluppano in base alla composizione del gruppo, alle classi nel party e alle razze che lo compongono. Esse garantiscono una varietà notevole e sorprendono il giocatore con esiti imprevedibili che, in un modo o nell'altro, conferiscono sempre qualche punto esperienza in più che non fa mai male. Nonostante ciò, Etrian Odyssey V resta un titolo ancora più povero dei precedenti sul fronte della narrativa, anche perché si ostina a descrivere ripetutamente un mondo che non possiamo esplorare. Se in Etrian Odyssey III si navigava e nel quarto si volava da una regione all'altra, esplorando i dungeon a tema, in Etrian Odyssey V si torna alle origini della serie e l'Albero del Mondo, per quanto gigantesco e vario a livello sia visivo che contenutistico, è l'unico dungeon che il giocatore può affrontare. I motivi delle nostre peregrinazioni sono vaghi e inconsistenti: la leggenda narra di un grande tesoro e noi lo stiamo cercando. Fine. Atlus abbozza una specie di storyline attraverso le missioni secondarie e qualche dialogo, ma il fulcro dell'esperienza è la gestione del party, la crescita dei personaggi e la ricerca della sinergia perfetta. Per le sceneggiature vere e proprio ci sarebbero gli Untold, ma questa volta ci troviamo di fronte a una narrazione ancora più striminzita che in Etrian Odyssey IV: chi cerca un motivo per combattere centinaia di mostri, senza poter neppure vedere i propri beniamini mentre si scambiano mazzate coi nemici, resterà fortemente deluso.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (6)
7.5
Il tuo voto

Etrian Odyssey V è un titolo che cerca di fare un passo avanti rispetto al passato, ma poi ci ripensa e ne fa due indietro, poi ne fa un altro avanti e prosegue così, a passetti indecisi, restando sostanzialmente fermo sul posto. Sul fronte del gameplay Atlus ha rifinito le meccaniche collaudate proponendo forse la miglior iterazione della serie soprattutto dal punto di vista dei combattimenti, ma tutto il resto, per quanto impreziosito da vari miglioramenti alla qualità della vita, è rimasto cristallizzato nel passato. I fan della serie adoreranno sicuramente ogni minuto dell'esperienza, ma Etrian Odyssey V si sforza davvero poco di farsi apprezzare anche da chi è a digiuno di dungeon crawler vecchia scuola.

PRO

  • Le nuove classi sono interessanti e divertenti
  • I labirinti sono tra i più ispirati della serie
  • Offre un'enorme varietà in termini di tattiche e sinergie

CONTRO

  • La trama praticamente non esiste
  • Le razze finiscono col limitare le scelte del giocatore
  • La difficoltà può frustrare i giocatori meno pratici