Torchlight è un piccolo gioco da circa 15 euro acquistabile via digital delivery, un progetto indipendente che anziché avere alle spalle qualche giovane dalle ottime idee può contare su personaggi come Max ed Erich Schaefer, oltre a Peter Hu, gente che ha lavorato a successi planetari come Diablo 2 prima di separarsi da Blizzard e buttarsi con Bill Roper nella sfortunata avventura di Flaghship Studios.
Il team, attualmente composto da circa venticinque persone, è quindi formato dai reduci della sede di Seattle, al tempo impegnata su Mythos, e anziché puntare a un progetto mastodontico - Hellgate: London era offline, online a pagamento e non, sparatutto e gioco di ruolo, con una traduzione in quattordici lingue - si è concentrato su qualcosa di più contenuto, estremamente immediato e di Blizzardiana memoria. Il risultato, inaspettatamente, è stato più che piacevole.
Ignorante
La premessa - una città con annessa cava mineraria afflitta da misteriose forze oscure - e il setting - un fantasy con elementi steampunk - non sono altro che una bieca scusa per mascherare l'unica natura di Torchlight: vicinissimo al secondo capitolo del gioco di ruolo Blizzard e ancor di più a Fate di WildStudios, porta all'estremo il concetto di action-rpg, offrendo una quantità sterminata di sotterranei piccoli e grandi da svuotare, migliorando le proprie statistiche e perdendo ore nella gestione dell'abbondantissimo loot lasciato sul terreno dai nemici.
Un dungeon crawl come da parecchio tempo non se ne vedevano, che messe presto da parte le esili e pretestuose missioni primarie e secondarie, garantisce ore di svago attraverso la solita sequenza di schemi generati casualmente, labirinti composti seguendo algoritmi ben scritti vista l'apprezzabile coerenza dei risultati e la buona quantità di eventi scriptati. La struttura è quindi semplice, con i nemici privati di un'intelligenza artificiale che non sia quella che li calamita verso l'utente e quest'ultimo impegnato a garantire loro una sopravvivenza inferiore a una manciata di secondi, ripetendo la pratica all'infinito tra esplosioni, pezzi di carne e sangue sparsi un po' ovunque, in contrasto con un comparto grafico fumettoso, super deformed e con le superfici disegnate a mano, ben più caricaturale di quello scelto da Blzzard per Diablo 3 e accostabile a quello del già citato Fate. La città in sé offre i classici negozianti, alcuni incontri più o meno piacevoli e un baule per condividere con gli altri propri personaggi gli oggetti, facendo quasi esclusivamente da hub.
Curiosità
Entro i prossimi 18-24 mesi è stato promesso un secondo gioco ambientato nello stesso universo ma questa volta di genere MMO. Non ci sono ulteriori dettagli ma il buon successo di Torchlight potrebbe dare una spinta importante a quest'altro progetto.
Tre eroi per tutti
Prima di lanciarsi all'interno dell'azione le uniche due scelte di fronte alle quali si viene posti sono legate al personaggio da interpretare e al pet che lo accompagnerà: il primo viene selezionato tra i tre classici modelli - guerriero, mago e ladro/arciere - mentre il secondo tra un cane e un gatto, senza che l'utente abbia il controllo sulle fattezze tanto dell'alter ego quanto del suo piccolo compagno. Discorso ovviamente diverso per la crescita che come detto si appoggia sui classici livelli e gli altrettanto tradizionali alberi delle abilità, in grado di aggiungere nuovi colpi, magie ed evocazioni alla propria controparte virtuale, sempre comunque con in testa l'azione e il divertimento.
La distribuzione del bottino permette di avere sempre qualche nuovo oggetto, arma, armatura o potenziamento da aggiungere, per un risultato che è difficile non reputare esaltante per quanto è simile, in termini di coinvolgimento, a Diablo. A prescindere da quale tra le due bestie ci si sia affidati per avere un po' di compagnia, si potrà potenziare anche il compagni quadrupede, facendone anche un'estensione del proprio inventario. Torchlight resta ad ogni modo un prodotto settoriale e che difficilmente piacerà a tutti, una corsa alle statistiche che vede nell'assenza del multiplayer il suo più grande difetto, davvero un peccato. Molto belle le musiche, curate da Matt Uelmann, già al lavoro per Blizzard, da StarCraft fino a World of Warcraft, mentre l'ottimizzazione fatta sul codice ha permesso di mantenere leggero il motore di gioco, che con la configurazione di prova, a 1650x1050 e con tutte le impostazioni al massimo, ha permesso di rimanere stabilmente al di sopra delle sessanta immagini al secondo.
Conclusioni
I soldi richiesti per l'acquisto sono pienamente giustificati dalle decine di ore offerte da un gameplay fatto da tantissime piccole soddisfazioni, con un ottimo senso di crescita e una quantità di diversi, possibili modi di svuotare i dungeon creati randomicamente. Diablo senza una storia o un hack&slash senza cornice, comunque la si voglia mettere, Torchlight diverte pur mancando degli elementi utili a essere apprezzato da tutti e, soprattutto, di un multiplayer che lo avrebbe reso ancora migliore.
PRO
- Divertente e immediato
- Migliaia di oggetti da trovare in infiniti dungeon
- Graficamente ben caratterizzato
- Prezzo competitivo
CONTRO
- Impostazione non per tutti
- Il multiplayer fa sentire la propria assenza
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: AMD Phenom 2 X3 720BE@3.5 GHz
- RAM: 4 GB DDR3
- Scheda video: ATI Radeon HD 4890 con 1 GB
Requisiti minimi
- Processore X86 da 800MHz
- 512MB di Ram
- Scheda Video 3D con 64MB di memoria, come Ati Radeon 7200, NVIDIA GeForce 2 o Intel GMA 950
- 600MB di spazio sul disco fisso