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Slash'em-up in salsa noir

Caratterizzato da uno stile grafico che simula l'acquerello, l'ultimo prodotto di Gamevil ci mette nei panni di un inarrestabile generale ai tempi del Giappone feudale.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   03/03/2010
VANQUISH: The Oath of Brothers
VANQUISH: The Oath of Brothers
Immagini

La sperimentazione, merce sempre più rara nel mondo dei videogame, trova nei dispositivi Apple un terreno più che mai fertile, complici i costi di produzione accessibili e la possibilità, dunque, di pubblicare su App Store anche un prodotto "a rischio" senza che ciò significhi per lo sviluppatore chiudere i battenti.

Slash'em-up in salsa noir

Nel caso di GAMEVIL, stiamo parlando di uno dei team coreani di maggior successo, che ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali e che vanta un catalogo di tutto rispetto, molto variegato nell'offerta e attento a tutte le tipologie di videogiocatori. GAMEVIL è anche il team responsabile della creazione, oltre dell'ottimo Zenonia, anche di quel delirio visivo/ludico che risponde al nome di NOM (gioco di parole?), un action game che definire originale è poco ma che non riusciva a miscelare freschezza, stile e divertimento in egual misura. Da questo punto di vista, insomma, l'esperimento effettuato con VANQUISH: The Oath of Brothers ha il sapore di un "secondo tentativo" nel segno dell'innovazione: uno slash'em-up ambientato nel Giappone feudale e caratterizzato da una grafica quasi in bianco e nero, talvolta stilizzata ed essenziale, in cui spesso l'unico colore caldo che vediamo è il rosso del sangue dei nemici uccisi.

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Uno stile grafico originale, dicevamo: il nuovo titolo di GAMEVIL punta tutto sull'impatto visivo, e oltre all'approccio "noir" gioca la carta di una rappresentazione tridimensionale del campo di battaglia fuori dal comune. Il nostro personaggio si muove a cavallo e corre verso l'esercito nemico per sbaragliarlo, con tanto di linee cinetiche a sottolineare il dinamismo dell'azione; quando si sposta in verticale, però, lo scenario "ruota" assecondandone il movimento e le cose cominciano a non quadrare: avversari che dovrebbero avvicinarsi si allontanano, la prospettiva cambia e diventa molto più complicato capire esattamente dove ci troviamo.

Slash'em-up in salsa noir

Per fortuna il gameplay ci chiede di pensare poco e di agire molto, dunque basta premere il pulsante di attacco in continuazione (eventualmente alternandolo a quello della "carica" o tenendolo premuto a lungo per una dirompente manovra "lampo") e fregarsene se i soldati che falciamo debbano o meno spostarsi più velocemente rispetto alla corsa del cavallo oppure trovarsi da un'altra parte quando la visuale cambia. Le variazioni sul tema sono poche, in effetti: i boss da eliminare alla fine di ogni stage, tutt'altro che indimenticabili; la presenza di alleati che corrono con noi e che vanno protetti; la possibilità di ricominciare il gioco utilizzando uno dei personaggi sbloccabili, una volta terminato. Alla fine dei conti l'azione di gioco si rivela molto limitata e ripetitiva, e purtroppo non bastano l'originalità della grafica e il coraggio di alcune scelte innovative a metterci una pezza. Il sistema di controllo è di tipo classico, con uno stick virtuale in basso a sinistra sul touch screen e alcuni pulsanti deputati all'attacco. Purtroppo il movimento del personaggio, anche per via del discorso sulla prospettiva fatto in precedenza, appare sempre caotico e impreciso. Allo stesso modo, la rilevazione delle collisioni è stata implementata un po' a casaccio, cosa che sminuisce ulteriormente la qualità dell'esperienza. Il comparto sonoro, infine, risulta ampiamente dimenticabile nella sua pochezza.

La versione testata è la 1.1
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
5.2
Lettori (2)
4.5
Il tuo voto

La strada dell'innovazione è lastricata da esperimenti falliti, e purtroppo VANQUISH: The Oath of Brothers fa parte appunto della schiera dei "vorrei ma non posso", di quei prodotti che si presentano nel migliore dei modi grazie a un'idea innovativa ma che finiscono per perdersi quando c'è da pensare a tutto il resto. E non si tratta certo di particolari di poco conto: stiamo parlando del gameplay, della struttura, del sistema di controllo, di tutti quegli elementi insomma che determinano la bontà di un videogame e che prescindono da grafica e sonoro. Alla fine dei conti, l'impatto visivo è l'unico punto di forza dell'action game targato GAMEVIL, che si rivela troppo povero di contenuti e troppo ripetitivo nelle dinamiche per competere con avversari di un certo peso.

PRO

  • Stile grafico originale e interessante
  • Buon numero di stage e personaggi
  • Tanta azione...

CONTRO

  • ...ma è tutto molto confusionario
  • Gameplay limitato e ripetitivo
  • Sonoro di scarso impatto