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Esplora, espandi, sfrutta e stermina

Con l'uscita di Diplomacy arriva anche Sins of a Solar Empire Trinity: l'intera esperienza a prezzi modici per chi ha sempre voluto conquistare l'universo ma non ha mai avuto l'occasione di farlo.

RECENSIONE di Mattia Armani   —   01/04/2010

Sins of a Solar Empire è un esplora, espandi, sfrutta e stermina. Un genere nato decenni orsono con Andromeda Quest ma che ha avuto un nome solo nel 1993, dal redattore Alan Emrich, in occasione di una preview di Master of Orion.

Esplora, espandi, sfrutta e stermina

La peculiare formula che ha appassionato milioni di imperatori galattici in erba si è infine fusa con Homeworld, regalandoci uno strategico in tempo reale che un paio di anni or sono è stato in grado di conquistare diversi premi e sorprendere parecchi utenti. Un titolo sicuramente unico che ha conquistato spessore e bilanciamento grazie alle due espansioni inserite nel pacchetto qui recensito, Sins of the Solar Empire Trinity, ma che non è comunque esente da difetti. Il primo, e più rilevante, è la totale mancanza di una storia. Una scelta spiazzante, perchè una fantascienza ricca di cieli stellati, pianeti incandescenti, mitologia e atmosfere uniche non può che richiamare alla mente epopee spaziali ed avventure da sogno. Capita, dunque, che giocandoci si avverta profondamente la mancanza di uno story mode, di una trama che ci conduca la dove nessun colonizzatore è mai giunto prima.

Guarda papà! Senza trama!

Per fortuna il background è solido e ci fornisce un'idea di come le tre fazioni siano in guerra tra loro e perchè abbiano in dotazione determinate tecnologie. In sostanza tre razze hanno intenzione di espandersi nell'universo senza troppi compromessi e la diplomazia, inizialmente inaccettabile, si è sviluppata solo in tempi recenti, ovvero in occasione dell'uscita della seconda espansione. La TEC è una lega di commercio piuttosto aggressiva che utilizza veicoli corrazzati dotati di potenti armi balistiche.

Un paio di supposte nucleari sistemano l'ospite indesiderato
Un paio di supposte nucleari sistemano l'ospite indesiderato

L'Advent è invece nata da una setta che è fuggita dallo spazio terrestre durante le guerre intergalattiche e si è sviluppata come una società liberale basata su tecnologie biogenetiche e capacità psioniche. I Vasari invece sono l'unica razza aliena, un tempo talmente potente da dominare la galassia con l'assimilazione pacifica dei più deboli e la distruzione dei più forti, con un'impostazione che ricorda molto da vicino alcuni imperi del nostro passato. Dopo la perdita per cause misteriose dei propri sistemi centrali, il potente impero si è trasformato in un popolo di rifugiati che cercano di ritornare agli antichi fasti. Per raggiungere questo obiettivo si affidano alle poche ma estremamente potenti unità che contraddistinguono la flotta Vasari.

Salpate le ancore spaziali!

Come dicevamo non esiste una trama e ogni partita, single o multiplayer che sia, è uno skirmish strategico su vasta scala. Ma mentre alcune mappe sono piccole e rapide, altre sono talmente ampie da costituire delle campagne a se stanti e l'atmosfera tutto sommato si difende più che bene creando quasi l'illusione che il tutto abbia senso. Il cuore pulsante di Sins of a Solar Empire - e quindi di questo pacchetto Trinity - è la gestione delle forze militari che garantiscono la capacità difensiva basilare e quindi permettono di sviluppare tecnologia, cercare risorse e pianificare invasioni o azioni diplomatiche. Al centro del sistema troviamo l'hangar. Una struttura scheletrica, simile ai cantieri orbitali di Star Trek, da cui partono le fregate che sono grado di colonizzare e costruire sistemi difensivi.

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Le fregate costituiscono la base della piramide e sono divise in combattenti, difensori, attaccanti a lungo raggio, navi di supporto, da assedio e navi coloniali. Nel mezzo ci sono gli incrociatori, più specializzati e più resistenti. A guidare la flotta troviamo invece le corrazzate, le capital ships, che sono sia una risorsa difensiva, sia la punta di diamante durante le azioni di conquista. In ogni caso possono essere impiegate negli stessi modi in cui utilizziamo le fregate, e quindi anche come navi di supporto, anche se con tutti i bonus che può avere una portaerei volante che comprendono una resistenza strutturale decisamente superiore a quella delle fregate. Una nave madre può infatti disporre di uno squadrone di velivoli in grado di combattere agilmente nello spazio o di un contingente di bombardieri che possono ripulire rapidamente le strutture che occupano asteroidi o pianeti ai quali siamo interessati. Oltre alla gestione dei bombardieri possiamo sviluppare le abilità delle capital ships che possono acquisire esperienza vincendo combattimenti per ottenere punti abilità da spendere in determinate tecnologie offensive o difensive.

Nozioni di base

Oltre allo sviluppo della flotta è importante sviluppare i pianeti, sia per incrementare la raccolta di materiali sia per attingere a risorse come i civili che purtroppo non crescono sugli asteroidi (antico proverbio spaziale ndr.). Per lasciare l'orbita di un pianeta e cominciare l'esplorazione è necessario allontanarsi dal pozzo gravitazionale. Una zona soggetta alla forza di gravità che circonda un pianeta e impedisce di utilizzare la propulsione extra planetaria. Ad indicare la strada di uscita sono le phase lane.Autostrade di fase che consentono di arrivare senza inconvenienti al pianeta più vicino. Sono collocate al limitare del pozzo gravitazionale e come quest'ultimo sono segnalate da una traccia luminosa. La zona soggetta alla forza di gravità costituisce anche quella orbitale dove costruire le strutture di difesa, colonizzazione e costruzione e rappresenta anche il campo di battaglia principale di Sins of a Solar Empire.

Esplora, espandi, sfrutta e stermina

E' molto importante tenere conto dei fattori che caratterizzano la zona in cui ci troviamo a combattere. Alcune, infatti, non forniscono solo bonus economici o gestionali ma subiscono effetti ambientali e hanno una differente ampiezza del pozzo gravitazionale. Le tempeste solari, per esempio, risucchiano antimateria lasciando le navi incapaci di usare le proprie abilità, mentre le stelle, al contrario, aumentano la rigenerazione di antimateria che consente di aumentare il ritmo con cui usiamo le abilità ma sono grandi e lente da attraversare. Anche la posizione delle strutture deve essere considerata con attenzione. Il luogo più esposto è sicuramente quello esterno alla zona gravitazionale del pianeta, soprattutto nei punti di congiunzione delle phase lane da cui è piuttosto probabile che prima o poi sbuchino uno scout o una flotta d'invasione avversaria. Per cui potrebbe essere saggio costruire diverse difese in questa zona anche se nel momento in cui i nemici dovessero superarla potremmo avere problemi nelle retrovie. Approdiamo infine al capitolo artefatti. Si tratta di oggetti molto potenti che possiamo reperire esplorando i pianeti e che garantiscono bonus importanti sia per la parte gestionale sia per le azioni sul campo. Alcuni tra i bonus più utili per il combattimento ci consentono, per esempio, di aumentare considerevolmente i danni o diminuire il consumo di antimateria.

Entrenchment

Nella prima delle due espansioni inserite in Trinity, l'albero tecnologico difensivo aggiunge una nuova dimensione ai combattimenti e propone abilità specifiche che corrispondono alle peculiarità di ogni popolo aumentando ulteriormente la specificità delle tre fazioni in campo. Le nuove opzioni difensive consentono ovviamente nuove strategie difensive e mutano radicalmente l'esperienza di gioco, oltre a scongiurare l'interruzione di un'invasione lungamente pianificata a causa di un attacco pirata improvviso.

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La costruzione di basi stellari, accuratamente sviluppate in punti chiave del nostro impero, può consentirci di spazzare via flotte nemiche in un batter d'occhio. Le basi possono essere piazzate ovunque, ma lo sviluppo è piuttosto costoso ed è bene assicurarsi di poter usare abilità come l'inibitore dei salti di fase e la possibilità di dare asilo a governi sotto attacco che ci consente di reclamare il pozzo gravitazionale del relativo pianeta. Ma la combinazione difensiva di mine e base stellare può rendere i sistemi centrali dell'impero praticamente impenetrabili quindi un impero prudente potrebbe decidere di tenere vicino al proprio cuore il più potente concentrato tecnologico di tutto Sins of a Solar Empire. Da annotare l'aggiunta di alcune opzioni diplomatiche che consentono di stabilire patti di non belligeranza e relazioni commerciali oltre alla possibilità di aggiungere moli commerciali alle basi stellari che consentono di incrementare gli introiti.

Diplomacy

L'ultima espansione di Sins of a Solar Empire aggiunge un utilissimo moltiplicatore di velocità in più, due livelli di difficoltà e qualche mappa, ma in sostanza, come suggerisce il titolo, è dedicata ad espandere il lato diplomatico del titolo. L'albero tecnologico diplomatico ci consente di stipulare alleanze, di pagare i pirati perchè rivolgano le loro attenzioni verso terzi, di formulare noi stessi missioni da proporre alle altre forze in campo e in questo modo aggiunge la possibilità di usare un avversario per colpire un nemico.

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Purtroppo non c'è modo di venire a patti con i pirati in termini pacifici ed è bene assicurarsi di avere le difese comunque pronte quando i bucanieri volgeranno le loro vele nella nostra direzione. Infatti i pirati sono molto più temibili rispetto al passato e un terzo albero tecnologico significa un terzo modo di spendere denaro. E il denaro, purtroppo, non può bastare per tutto. La via diplomatica è quindi impegnativa e irta di pericoli, anche più di quella militare che, alla peggio, ci consente di essere sempre e comunque attenti alle minacce dirette. Inoltre, per quanto il gioco spieghi nel dettaglio a cosa prestare attenzione per essere in pace con gli altri imperi, non è per niente facile seguire un'ulteriore componente gestionale. Un mare di variabili che si sovrappongono a quelle di base e comprendono la potenza della flotta che ancora una volta non può essere assolutamente trascurata. Anzi, alla flotta si aggiunge una nave diplomatica, basilare per creare rapidamente opportunità di dialogo e poter beneficiare da subito di tutti i bonus che i patti reciproci possono garantire. In ogni caso la possibilità di una vittoria diplomatica rappresenta un nuovo tipo di sfida, un modo di vincere la partita completamente alternativo che si basa sul quantitativo di relazioni positive ottenute.

Technology

Sins of a Solar Empire è piuttosto intuitivo e non è troppo dissimile da parecchi altri strategici in tempo reale. Diverse scorciatoie ci facilitano la vita. Lo zoom è implementato in modo semplice ed efficace. Basta cliccare due volte su un oggetto e darci sotto di rotella per poterlo osservare in primo piano o ridurlo fino a un granello di polvere senza che la telecamera scarti di un millimetro. Per seguire un bersaglio dedicandogli una telecamera dobbiamo invece tenere premuto ctrl per poi cliccare il tasto sinistro sull'unità. Premere il tasto shift infine ci permette di dosare lo zoom durante le battaglie ed evita che il nostro sguardo si trovi a fissare un intero sistema solare mentre in un angolino la nostra flotta salta per aria. Tutto il resto funziona attraverso icone comprensibili e alberi tecnologici che richiedono poco tempo per essere decifrati e consentono a chiunque di avvicinarsi rapidamente al gameplay del titolo Stardock. La componente multiplayer consente a 10 giocatori di sfidarsi online o in rete locale e permette anche di partecipare come semplici osservatori. Il network Ironclad è piuttosto evoluto e implementa gratuitamente matchmaking, statistiche e classifiche. Ottime le voci campionate, suggestive le sinfonie e modesti ma azzeccati i nuovi effetti video. Piacevole la resa globale che rende giustizia alle distanze spaziali e alle combustioni stellari e soprattutto ci permette di assistere deliziati a battaglie letteralmente zeppe di vascelli, stazioni e torrette senza perdere un frame anche su sistemi datati. Certo asteroidi e dettagli lasciano a desiderare e l'engine non è di certo all'ultimo grido ma è ancora sufficiente a reggere il gioco e a darci l'idea di un universo vivo che vale assolutamente la pena conquistare.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (18)
8.6
Il tuo voto

Bastano 40 dollari per acquistare l'intero pacchetto ed è possibile risparmiare ancora qualcosa puntando sul digital delivery. Non si tratta certo di un regalo considerando che il titolo Stardock è completamente privo di trama ed è ormai vecchio di un paio di anni. Ma le espansioni, già presenti dentro a questo Sins of a Solar Empire: Trinity, colmano diverse lacune e trasformano un buon titolo in un'esperienza completa, le cui migliorie si estendono di pari passo al multiplayer. Senza alcun dubbio consigliato agli appassionati del genere. Ma, ad un livello di difficoltà non troppo elevato, potrebbe intrattenere per parecchie ore anche giocatori meno smaliziati grazie ad un'interfaccia piacevole da usare e da guardare.

PRO

  • Vario e intuitivo
  • Intelligenza artificiale più reattiva
  • Finalmente la componente diplomatica funziona

CONTRO

  • Nessuna campagna single player
  • Resa grafica gradevole ma limitata

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema Operativo: Windows 7
  • CPU: Intel Core i7 920
  • RAM: 6 GB
  • Scheda Video: GeForce GTX 275

Requisiti minimi

  • Sistema Operativo: Windows XP/Vista/Windows 7
  • CPU: 1.8 GHz
  • RAM: 512 MB RAM
  • Hard Disk: 3 GB di spazio libero
  • Scheda Video: 128 MB DirectX9, GeForce 6600 o Radeon 9600

Requisiti consigliati

  • Sistema Operativo: Windows XP/Vista/Windows 7
  • CPU: dual core 2.2 GHz
  • RAM:1 GB (2 GB sotto Vista)
  • GPU: 256 MB RAM DirectX 9, GeForce 7600 o Radeon X1600