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Ancora una partita

Dopo aver sorpreso tutti nel 2007 Konami, a tre anni di distanza, continua a spremere il suo brand. Sempre che ci sia ancora qualcosa da tirar fuori...

RECENSIONE di Alessandro Bacchetta   —   23/11/2010

A inizio recensione non possiamo far altro che incorrere in una pratica abbastanza fastidiosa, ma in questo caso tristemente necessaria: la glorificazione del passato.

Ancora una partita

Assistere alla crescita di Winning Eleven, che poi con gli anni sarebbe stato conosciuto in Europa come PES, è stata un'esperienza unica: anzitutto perché è stato il primo gioco di calcio davvero simulativo - tanto che ci accorgemmo di quanto fosse arcade ISS, precedente punto di riferimento, solo col suo arrivo - in secondo luogo perché ogni anno Konami pubblicava (almeno) un nuovo episodio ricco di novità e aggiornamenti, avvicinandosi sempre di più alla simulazione calcistica perfetta. Col passare del tempo il processo è andato indebolendosi, con edizioni sempre più simili alle precedenti e una Konami incapace di sfruttare le potenzialità di Xbox360 e PS3, tanto che negli ultimi anni FIFA - in modo del tutto imprevedibile - ha scavalcato PES sotto qualsiasi punto di vista. Dal 2000 al 2007 (circa), ogni anno la serie saliva di un gradino, deliziando gli appassionati di calcio di tutto il mondo: è soprattutto questa costante evoluzione che ci manca.

Playmaker

Abbiamo scritto che FIFA, recentemente, ha sorpassato PES; tuttavia lo ha superato su Xbox360 e PS3, con quella che potremmo considerare la versione "principale" del gioco. Su Wii, invece, il discorso è diverso: la console Nintendo ha generato una specie di dimensione parallela, a cui ogni società ha dovuto - forzatamente - adeguarsi, visti i limiti tecnologici e, al contempo, le innovative possibilità garantite dal Wiimote. EA non è riuscita, nonostante gli sforzi e gli innumerevoli tentativi, a far conciliare FIFA col Wii; Konami, al contrario, è andata incontro a un clamoroso successo di critica (e, col primo episodio, ha avuto anche un discreto ritorno economico). Pur basandosi sulla versione per PS2 - con tutte le (grandi, anche in ottica Wii) costrizioni del caso - la società giapponese è riuscita a dar vita al gioco di calcio più originale degli ultimi anni: la grossa novità di questo "spin-off" sta nella possibilità di controllare in tempo reale, piuttosto che un singolo calciatore, gran parte della squadra.

Ancora una partita

PES Wii, astraendo per un attimo le meccaniche ludiche dal contesto pallonaro, si presenta come un mix riuscito tra un RTS e, naturalmente, un classico gioco di calcio. Con lo stick analogico si gestisce il giocatore in possesso della sfera, col puntatore del Wiimote i compagni di squadra, in modo da articolare la manovra offensiva/difensiva nella sua interezza: si possono effettuare sovrapposizioni, selezionare marcature, chiamare il fuorigioco, raddoppiare e molto, molto altro ancora. Konami quindi ha trovato un modo intelligente di sfruttare il Wiimote in un gioco di calcio, e non era facile; l'uso che ne ha fatto ha approfondito le meccaniche di PES, ma non le ha semplificate. La complessità generale dell'opera, che richiede diverso tempo per essere compresa, ha impedito alla serie di spiccare il volo: se un giocatore occasionale prova PES Wii per qualche minuto, difficilmente avrà il desiderio di tornarci sopra - e questo, al di là delle problematiche commerciali, ha reso e rende arduo apprezzare il gioco in multiplayer, quantomeno offline.

Uguale a sé stesso

Un altro motivo per cui questo PES non è riuscito a entrare nel cuore dei calciofili, molto probabilmente, è il "punto di vista". Indipendentemente dalla maggiore o minore qualità rispetto alle simulazioni tradizionali, non c'è dubbio che la sensazione di giocare a calcio, nel titolo per Wii, sia meno forte: è vero, si controlla anche il portatore di palla, ma il fulcro del gioco è avere chiaro l'andamento complessivo dell'azione, che può essere manipolata e indirizzata "dall'alto", aspetto - come dicevamo prima - che lo rende per certi versi più simile a un RTS che a un gioco di calcio. Allo stesso tempo, il contesto sportivo allontana gran parte dei giocatori "hardcore", che forse avrebbero potuto apprezzare queste meccaniche (pur non gradendo, appunto, l'ambientazione).

Oltre alle implicazioni commerciali, l'anomalo punto di vista influenza anche la natura delle azioni sul campo, che, rispetto alla realtà, avendo la possibilità di osservare - e manovrare - tutto dall'alto, risultano più elaborate e ragionate; insomma, non è impossibile vedere squadrette giocare come se avessero Xabi e Iniesta a centrocampo. Anche per questo motivo, dall'edizione 2009 in poi, Konami ha inserito la "modalità tradizionale" - che è sostanzialmente identica a quella della versione PS2 - ma è solo con questo episodio, PES 2011, che è finalmente possibile scontrarsi utilizzando i due diversi sistemi di controllo (in precedenza o entrambi i giocatori usavano quello nuovo, o entrambi quello vecchio). Nonostante questi confronti - quantomeno online - siano poco frequenti, le meccaniche si incrociano meglio di quanto ci si potesse aspettare: la partita che ne scaturisce è piuttosto equilibrata, e in generale a vincere è il più forte/fortunato, senza che il controllo influenzi troppo la sfida.

Ancora una partita

Certo, le due modalità, messe a confronto diretto, svelano l'una i limiti dell'altra: penetrare nella difesa altrui, così come dribblare, è molto più semplice ed immediato coi comandi tradizionali, mentre far girare il pallone (in fase offensiva) e organizzare le marcature (in fase difensiva) è più facile coi controlli via puntatore. Proprio questa modalità è la più importante novità dell'edizione 2011; per il resto si tratta di piccole aggiunte, sia dal punto di vista delle opzioni (Coppa Libertadores, multiplayer anche nei tornei), sia da quello dell'interazione, che è stata ulteriormente perfezionata rispetto al predecessore. Anche a livello tecnico, su tre anni - e quattro episodi - i cambiamenti sono stati, per forza di cose, marginali: Konami ha tutte le giustificazioni del caso (hardware in primis) ciò non toglie che guardare un PES (visivamente) quasi identico a quello di circa dieci anni fa non è molto gratificante.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.8
Lettori (43)
7.6
Il tuo voto

PES 2011, giocato in modalità tradizionale, è il miglior titolo calcistico su Wii; in modalità playmaker, è uno dei più interessanti (e ostici) giochi di sport dell'ultima decade. Chiarito questo, l'edizione 2011 è quasi identica a quella 2010, così come quella 2010 era quasi identica alla 2009: sono lontani i tempi in cui Konami, ogni anno, rinnovava la sua serie. Se non avete mai acquistato un episodio di PES su Wii, aggiungete pure un punto pieno al voto qui accanto.

PRO

  • Finalmente si può giocare "playmaker" vs "controllo tradizionale"
  • Rimane uno dei migliori giochi di calcio degli ultimi anni
  • Si possono costruire azioni estremamente complesse

CONTRO

  • Poco immediato
  • Scarse novità rispetto alle precedenti edizioni
  • Tecnicamente arretrato