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Che vita da cani

Senza dubbio uno dei titoli più attesi dell'anno per Nintendo DS, Solatorobo: Red the Hunter ha il grande pregio di farci vivere un'avventura piacevolissima, coinvolgente e persino ricca di sorprese

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   08/07/2011

Per i team di sviluppo, ogni videogame realizzato è un po' come un figlio: al di là dei risultati commerciali, rimane per sempre nel cuore. E nel cuore di CyberConnect2 è certamente rimasto Tail Concerto, un action adventure uscito nel 1999 per PSone che ha posto le basi per Solatorobo: Red the Hunter, da molti indicato come suo ideale sequel. Protagonista di questa nuova avventura è Red Savarin, un cacciatore di taglie che gira il mondo a bordo dell'aeronave Asmodeus insieme alla sorellina Chocolate, guadagnandosi da vivere portando a termine missioni più o meno pericolose per chi può permettersi le sue tariffe. Il mondo in cui Red si muove è molto diverso dal nostro: le persone hanno l'aspetto di cani e gatti antropomorfi, e le città in cui vivono sono gigantesche isole fluttuanti.

Che vita da cani

In uno scenario così meraviglioso, è difficile pensare possa annidarsi la malvagità; eppure è così: il potente boss di una grossa organizzazione ha lanciato le proprie truppe all'attacco per trovare una serie di pietre magiche che potrebbero permettergli di dominare il mondo. Red viene ingaggiato da un misterioso ragazzino, Elh, salvato durante una delle sue missioni, per recuperare queste pietre prima che lo facciano i "cattivi". Ma qual è il segreto di Elh? Perché queste pietre sono tanto importanti? Cosa si nasconde dietro tutta questa storia? Lo scopriremo attraverso due distinte campagne in single player, composte ognuna da dieci capitoli.

Sollevamento pesi

Sono due le anime di Solatorobo: Red the Hunter: da una parte la struttura narrativa, molto ben raccontata, capace di conquistarci dopo pochi minuti e persino di esprimere qualche concetto originale all'interno di un genere in cui ormai è stato raccontato tutto; dall'altra parte la fase action, che si esplica nelle missioni che Red deve portare a termine per guadagnare soldi ma soprattutto per salire di livello, elemento quest'ultimo che in pieno stile RPG diventa un requisito fondamentale per poter proseguire nell'avventura.

Che vita da cani

Man mano che vengono introdotti nuovi personaggi e sottotrame, gli scenari si moltiplicano e con essi le possibili destinazioni della Asmodeus, la cui cabina di pilotaggio funge in pratica da schermata di partenza per le nostre partite, con tanto di opzione per il salvataggio (ma i save point nel titolo di CyberConnect2 di certo non mancano) e suggerimenti per il prossimo passo da fare in base agli ultimi sviluppi. La peculiarità del personaggio che controlliamo è che si muove quasi esclusivamente a bordo del suo potente robot, DAHAK, dotato di braccia meccaniche che possono sferrare colpi rapidissimi ma rivelare una forza eccezionale quando bisogna sollevare un oggetto pesante. Ed è proprio sul sollevamento che si basa il sistema di combattimento del gioco: Red e il suo robot devono di volta in volta evitare gli attacchi del nemico di turno, quindi sollevarlo premendo ripetutamente il pulsante A (per un arco di tempo variabile a seconda della caratura dell'avversario) e infine scagliarlo a terra. La manovra è molto semplice, ma può essere resa più efficace inanellando delle combo: se spicchiamo un salto prima di lanciare il nemico, il danno inferto sarà maggiore; ma potremo afferrarlo nuovamente dopo che ha toccato il suolo, approfittando del suo "rimbalzo", e ripetere l'operazione tre volte di fila. La medesima soluzione ci permette di afferrare al volo dei proiettili e rispedirli al mittente, oppure usare un qualsiasi oggetto come arma da lancio.

Il bello dell'esplorazione

Le città sospese nell'aria di Solatorobo: Red the Hunter sono piene di zone misteriose, che Red può esplorare sia a bordo di DAHAK che a piedi. Nel corso della storia, il cacciatore di taglie entrerà in contatto con una serie di personaggi che gli consentiranno di raccogliere vari oggetti in giro, ad esempio fotografie o suoni, per utilizzarli rispettivamente nell'ambito di una galleria o per comporre delle musiche. In presenza di un "luccichio", dunque, faremo meglio a scendere dal robot e a dare un'occhiata...

La pulce nell'orecchio

Man mano che si sbloccano nuovi scenari e nuove quest, ci troveremo immancabilmente nella situazione di dover livellare Red perché raggiunga un determinato grado, in modo da consentirgli di accedere a una determinata missione chiave. Per raggiungere questo obiettivo, dovremo recarci presso il locale reclutatore (sempre la stessa ragazza, qualsiasi sia la città), controllare i lavori disponibili e accettare quello che più ci aggrada.

Che vita da cani

Le missioni sono in tutto ottanta, magari non tantissime per gli standard degli RPG ma caratterizzate da una buona varietà e dunque senz'altro più divertenti rispetto al ripetere pedissequamente le stesse sequenze, anche quando vengono "mascherate" in modo da sembrare diverse. Il completamento di una missione implica il guadagno di denaro, che Red può spendere per acquistare nuovi pezzi per il suo DAHAK e potenziarne la forza, l'idraulica, la difesa e la mobilità. Il sistema di gestione dei potenziamenti è molto semplice ma ci impedisce di diventare subito dei mostri, visto che i vari "blocchi" che liberano le posizioni per gli upgrade vanno eliminati spendendo dei punti che possono essere trovati solo esplorando bene le mappe e aprendo ogni cassa o baule.

Che vita da cani

A proposito di esplorazione, in alcuni frangenti il nostro personaggio deve necessariamente separarsi dal suo robot, rimanendo quasi del tutto privo di difese (Red dispone solo di una pistola stordente per rallentare i nemici). Ad ogni modo, le fasi puzzle che richiedono tale operazione si rivelano brevi, giusto il tempo di azionare un paio di interruttori. Da un certo punto di vista ci dispiace che gli sviluppatori non abbiano approfittato della vulnerabilità di Red per disegnare qualche situazione più ostica della media, visto che il livello di sfida del gioco nel suo insieme è fin troppo basso e non ci si trova mai ad affrontare situazioni davvero complicate. Prevale dunque la sensazione che Solatorobo: Red the Hunter sia un'esperienza molto "leggera", senza dubbio piacevolissima anche se viziata da qualche limite ampiamente evitabile (i dialoghi, tradotti molto bene in italiano, sono spesso inutilmente prolissi e non possono essere saltati). Sul fronte tecnico, invece, il lavoro fatto rasenta la perfezione: i ragazzi di CyberConnect2 si sono avvalsi della collaborazione di nomi di prima grandezza per le sequenze animate (lo studio Madhouse), per il character design (Nobuteru Yuki, che ha lavorato a Chrono Cross e ad anime come Escaflowne, Capitan Harlock, Battle Angel Alita...), per il mecha design (Yoshitake Taniguchi, conosciuto per la serie Super Robot Wars) e per le musiche (affidate a Chikayo Fukuda e Seizo Nakata). Il risultato finale è stupefacente in alcuni frangenti, tra le migliori cose si siano mai viste su un Nintendo DS. Le "zone" mostrate sullo schermo senza caricamento non sono di dimensioni enormi, ma vantano un dettaglio e uno stile davvero eccellenti, con pochissime incertezze dal punto di vista dell'integrazione con il movimento di Red al loro interno.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (32)
8.9
Il tuo voto

È difficile parlare di Solatorobo: Red the Hunter nei termini di una "bella sorpresa", dato che di sorprendente il prodotto di CyberConnect2 ha ben poco: le sue qualità erano state ampiamente preannunciate, la collaborazione con una serie di artisti molto noti nel panorama nipponico ha dato i suoi straordinari frutti dal punto di vista tecnico e l'avventura si rivela coinvolgente fin dalle prime battute, migliorando peraltro nella seconda "tornata" della campagna. Di certo non si tratta di un gioco difficile o particolarmente impegnativo, né il minigame dedicato alle corse aeree brilla per le proprie qualità, ma il quadro generale è quello di una produzione coi fiocchi, che trasuda uno stile di cui spesso si ritiene Nintendo l'unica possibile dispensatrice. Solatorobo: Red the Hunter è insomma una gran bella esperienza, che vale la pena di essere vissuta.

PRO

  • Artisticamente splendido
  • Storia appassionante e finanche sorprendente
  • Fase action robusta e ben implementata...

CONTRO

  • ...ma manca quasi del tutto la sfida
  • Dialoghi spesso prolissi, e non si può saltarli