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Archangel - First Look

RECENSIONE di La Redazione   —   08/10/2002

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L’Archangel Michael (ma non era Gabriele?)

Sì, ma quella è un’altra storia…
Da fervido oppositore del narrare le trame dei videogiochi, cercherò si sintetizzare questo ingrato compito al minimo. Per fortuna c’è l’ottima anteprima dove questo aspetto del gioco viene approfondito per bene.
Visto che a differenza della nostra anteprima, questa first look analizza il gioco nelle sue funzionalità, cercheremo di approfondire il discorso sull’analisi su strada che ho fatto per Archangel.
In ogni caso, si sappia che l’ossatura del titolo dei Metropolis vedrà il gioco ambientato in ere e ambientazioni differenti (ce ne sono tre), con tanto di scorribande nel mondo contemporaneo. Insomma qualcosa di simile visto con Vampire (a me ricorda più Shadowman NdWolvie), dove si passava da ambienti medievali ad altri contemporanei.
Anche la storia del gioco, introdotta con un filmato realizzato col motore del gioco (uff… ma dove sono i filmati in computer grafica??) parte proprio dall’era contemporanea, dove il protagonista, Michael, guida la sua macchina blu per impervie stradine di montagna. Il capelluto protagonista del gioco, nell’incaponirsi a cercare qualche stazione radio che trasmetta qualcosa di decente, si distrae proprio nel momento sbagliato, quando un gigantesco camion spunta improvvisamente da un tornante. L’impatto è notevole, tanto da non far presagire nulla di buono…
Ed infatti Michael, dopo una dissolvenza in nero, si ritrova in una celletta polverosa, con indosso i suoi vestiti, ma con la sensazione di ritrovarsi molto, ma molto lontano da casa…
A dire la verità, questa trovata del personaggio smemorato e catapultato in un mondo tutto nuovo e a lui sconosciuto è roba già vista (Planescape Torment), ma a differenza del gioco Black Isle, lo sviluppo della trama sarà decisamente più banale.
Il nostro eroe, che impersoneremo nel gioco, appena “sveglio” si ritroverà in un bellissimo monastero, nel quale verrà a conoscenza di avere l’ingrato compito di trovare uno sportello del Bancomat funzionante, ehm… volevo dire di aiutare la piccola comunità di monaci, che ritiene il nostro Michael un profeta venuto da un’altra dimensione. L’inizio è promettente, ma il nostro protagonista, anziché domandarsi cosa diavolo stia succedendo e mandare tutti a quel paese (un po’ come faceva il Nameless di Torment), imbraccia senza batter ciglio un gigantesco spadone fluorescente e si getta a capofitto nell’azione…
Andando avanti nel gioco, dopo qualche piccola parentesi tutoriale, Archangel prende finalmente piede, e usciti fuori dal monastero incontreremo un simpatico angioletto (un collega?) che ci svelerà, per davvero, il motivo per cui siamo finiti in questo mondo così pericoloso.
Senza svelarvi troppo, andremo a colloquio nientepopodimeno che con il Signore della Luce, il quale ci dirà di essere in contrapposizione con il Signore delle Tenebre (a volte la genialità degli sceneggiatori delle trame dei giochi mi lascia senza fiato). Ovviamente toccherà a noi (da soli) rimediare a tutto ciò.
Prima di imbarcarci nell’avventura, il Signore della Luce ci toglierà gli abiti moderni per addobbarci come un novello Conan il Barbaro e, per finire, ci consentirà anche di scegliere la nostra “abilità speciale”; vale a dire la facoltà di trasformarci temporaneamente in un superguerriero o in un supermago.
Il nostro aspetto fisico cambierà e per qualche istante potremo diventare alla stregua di guerrieri (o maghi) potentissimi, subendo la metà dei danni e facendo tanto, ma tanto male. Una cosa simile accadeva con la modalità “demone” di Devil May Cry, gioco che chi ha giocato o visto la Ps2 sicuramente conosce. Ovviamente scegliere il mago o il guerriero determinerà la nostra scelta di campo, sulla quale non potremo più tornare.

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Ebbene, e adesso?

Una volta appreso le nostre abilità e (sommariamente) la nostra ragione d’essere, comincerà l’avventura vera e propria. Michael si avventurerà in un mondo tetro, crepuscolare ed inquietante.
A rafforzare l’atmosfera del gioco ci pensa un’ottima e fluidissima grafica, abbinata ad un sonoro davvero all’altezza della situazione, sia sotto il profilo delle musiche (proprio belle) che degli effetti sonori, i quali fanno un buon uso dell’audio ambientale.
E’ giusto dire che Archangel è un gioco d’azione, infatti a farla da padrone saranno i combattimenti, uniti alla solita cernita dei migliori armamenti e delle magie. Man mano che l’avventura prosegue potremo accumulare dei “talenti” che potremo spendere per potenziare il nostro personaggio, acquisendo poteri permanenti o temporanei.
Potremo, infatti, avere una migliore visione notturna, oppure avere la possibilità di curarci e via dicendo. Importanti, poi, sono le rune che troveremo sui cadaveri dei nemici o al completamento delle missioni.
Queste possono servire per rimpinzare salute e mana, o anche accumulate per potenziare al meglio i nostri superpoteri (la trasformazione in mago o guerriero), che ovviamente, all’inizio saranno davvero miseri.
Il gioco, seppur abbastanza lineare, articola le varie missioni in quest, che potremo portare a termine indipendentemente dalla trama principale.
La libertà di scegliere è confortata da una discreta grandezza del mondo di gioco, che caricamenti a parte, può essere visitato senza limitazioni di sorta. I dialoghi sono abbastanza frequenti, ma si tratta di scene precostituite senza possibilità di scelta. Anche l’ambiente attorno a noi offre poca interazione, però può essere esplorato quasi a piacimento.
Per quel che ho potuto constatare, i nemici sono tanti, vari e stupendamente realizzati. Soprattutto le animazioni di questi lasciano il segno, mettendosi, come livello grafico, quasi ai livelli di Morrowind e Ghotic. Incontreremo un enorme numero di creature diverse, tutte con i loro attacchi caratteristici e soprattutto col loro grugnito e comportamento. La varietà è molta, e considerando le epoche diverse, il bestiario di Archangel si preannuncia succulento.

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Se Archangel è un rpg io sono Napoleone

Beh, battutacce a parte, Archangel, dell’rpg come lo intendiamo (Morrowind, Ghotic, Neverwinter Nights, Planescape Torment) ha davvero poco a che spartire.
Per andare subito al sodo, paragonerei Archangel a titoli come Castlevania, oppure, per i più novelli, a Severance, Blade of Darkness. A limare qualche differenza da questi generi di giochi (praticamente arcade) ci pensano alcune trovate che danno al gioco Metropolis alcune connotazioni da gioco di ruolo, ma tutto qui.
Insomma Archangel si pone a tre quarti di strada tra l’action puro ed il gioco di ruolo, un po’ come Warcraft III faceva con la contaminazione del genere RTS con sfumature rpg. Tutto ciò deve far riflettere i “puristi”, perché Archangel fa dell’azione e della frenesia il suo essere, il tutto abbinato da una bella libertà di esplorazione ed un bel panorama di armi e magie (o abilità) da usare. L’aspetto più interessante del gioco è proprio la ricerca delle combinazioni migliori di armi e magie, oltre allo sfruttamento delle abilità di guerriero o mago che andremo a scegliere.
Il tutto, però, è finalizzato essenzialmente al combattimento e alla devastazione fisica di nemici di ogni genere.
Certo, le quest ci sono, ma il gioco rimane un arcade quasi del tutto puro, se facciamo eccezione per gli spunti ruolistici di cui sopra. E’ ovvio che chi ha giocato all’impazzata a Ghotic, troverà Archangel una sorta di Super Mario, e questo è giusto chiarirlo. Naturalmente queste sono constatazioni, non critiche.
Il sistema di controllo è davvero ben realizzato, e muovere il nostro Michael è molto divertente. Il nostro protagonista picchia che è un piacere, e sarà sempre stimolante combinare tattiche evasive come lo strafe ad altre offensive, come la combinazione di colpi letali. Molto dipenderà dalla scelta di campo di cui parlavo all’inizio.
Se decideremo di far diventare Michael un mago, sarà importante collezionare le rune giuste e sfruttarle a dovere, per ottenere magie sempre più dolorose, mentre con la modalità guerriero, dovremo imparare ad usare con abilità mouse e tastiera per essere il più efficaci possibili.
Da tenere sempre sotto controllo c’è il mana, che sarà sempre troppo poco, soprattutto considerando che l’arma prediletta di Michael, lo spadone fiammeggiante donatogli dai monaci di inizio gioco, consuma tantissima energia della preziosa barra blu.
Interessante è anche l’intelligenza artificiale dei nemici, sempre pronti a procurarci maggiore danno possibile e combinando al meglio le loro forze. Non di rado, infatti, dovremo affrontare due, tre e anche più nemici assieme, col risultato che questi faranno di tutto per metterci al tappeto, combinando gli attacchi e disponendosi in modo tale da accerchiarci.
Nel caso optassimo per la classica fuga, i nemici, cattivi come non mai, ci inseguiranno fino allo sfinimento (o al prossimo turno di caricamento dell’area, contrassegnato da una sorta di nebbiolina a mezz’aria). Insomma, l’esperienza di Archangel è quella di un’avventura nella quale l’esplorazione la fa da padrone, senza contare i combattimenti con creature diverse e temibili.

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Cosa va e cosa non va…

Ovviamente la versione in mio possesso è una beta, e come tale va giudicata. Sotto il profilo tecnico, Archangel sfodera un asso, in quanto la bellezza estetica del gioco è indiscutibile. Considerando la versione non definitiva del gioco, ho riscontrato risultati eccellenti anche ad altissime risoluzioni e tutti i dettagli al massimo.
Una fluidità eccellente, e considerate che non ho una ATI 9700 o una GeForce 4 4600, ma una onesta GeForce 2 GTS. Le textures, soprattutto quelle degli interni, sono clamorosamente belle, così come la complessità di alcune strutture.
Mi ha impressionato molto anche la qualità delle animazioni, un po’ meno l’esiguo numero di poligoni di alcuni personaggi.
Graficamente il gioco fa la voce grossa, specialmente coniugando il fattore fluidità con quello estetico. La nebbia, l’ambientazione prevalentemente notturna, gli effetti dell’acqua (non come quella di Morrowind, però), le luci colorate e “vive”, la scelta dei colori, l’ambientazione, contribuisce a creare un’atmosfera molto personale e molto “tangibile”, per così dire. Come già accennato, sin dalle prime fasi del gioco, si tocca con mano quella sensazione di gotico e crepuscolare che caratterizza tutto il gioco. Gli ambienti sono spesso oppressivi, poco accoglienti. Tanto per dire, l’estetica del gioco è talmente riuscita che quando mi sono ritrovato in una palude, sentivo una forte sensazione di…umidità!!
Ebbene sì, l’atmosfera del gioco è talmente giusta, che di notte sentirete freddo, mentre tra le mura di un castello diroccato avrete intatta la sensazione di vecchio e di inquietudine, che solo una fortezza diroccata può dare. Un applauso va al sonoro: nonostante la mia beta non avesse tutti i suoni e le musiche, ho apprezzato la scelta delle musiche senza esitazione. Sono davvero perfette per il tipo di gioco, riuscite e mai noiose, anzi, alcune un po’ inquietanti, tanto che vi rimarranno nella testa anche dopo essere ritornati a Windows.
Anche i suoni sono spettacolari, bello anche il doppiaggio dei personaggi. Sarà stata la suggestione, ma visitando la prima locazione del gioco (il monastero) mi è venuto in mente il film “Il nome della Rosa”, penso che questo sia un indice di atmosfera riuscita, non trovate?
Pur non volendo dare giudizi definitivi, posso affermare senza indugio che Archangel va considerato un gioco d’azione ed esplorazione. Una sorta di Soul Reaver, più bello e più “cattivo”. Si vede che i Metropolis hanno fatto incetta di spunti da altri titoli. Sono stati presi da giochi come Morrowind, Castelvania, Unreal, Severance, Ghotic ed altri. Il tutto è un miscuglio di generi che fa di Archangel un sicuro titolo di interesse, caratterizzato dalla fortissima componente arcade e dalla minima controparte ruolistica.
Non ho trovato opzioni per il multiplayer, mentre il livello di difficoltà mi sembra calibrato verso l’alto, quindi attenzione a scegliere la modalità “hard”… pur avendo provato un 50% del gioco, l’esperienza con Archangel si preannuncia longeva, specialmente se si considera che la scelta di “mago” o “guerriero” cambia notevolmente l’approccio ai combattimenti, specialmente con i “boss” che incontreremo alla fine di determinati livelli.
Quando giocheremo la versione definitiva del gioco, sono pressoché sicuro che a piacerci sarà la dinamica dei combattimenti, la curiosità dell’esplorare, i fendenti di Michael e l’aspetto di quel mostro così difficile da affrontare. Ci divertiremo a controllare Michael e fargli compiere spettacolari manovre con il fido spadone tra le mani, eludendo le sbracciate delle arpie ed esaltandoci ad ogni strafe che il riuscito sistema di controllo ci saprà far compiere. Andremo avanti fino alla fine, per vedere quale altra lugubre locazione ci aspetta, ma ci chiederemo anche, “ma questo, è un gioco di ruolo?”
La risposta tra qualche settimana…nel frattempo, scaricate pure il demo del gioco.

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Cosa va e cosa non va…

Giovanni "Ezechiele 25,17" Scotto

Link utili

Sito ufficiale: Archangel
Sviluppatore: Metropolis
Publisher: JoWooD
Distributore: Leader
Demo di Archangel: https://multiplayer.it/files/scheda.php3? id=11382
Anteprima

Introduzione

Quando abbiamo ricevuto l’asettico dischetto contenente la versione beta di Archangel, consegnataci da Leader, distributore del gioco in Italia, un senso di gioia ha pervaso il mio essere. Essendo un grande ammiratore delle atmosfere gotiche, lugubri ed un tantino inquietanti, ho sempre seguito lo sviluppo di questo titolo con sommo interesse, in quanto l’atmosfera del gioco, chiaramente espressa anche dal sito ufficiale del gioco, era esattamente quella che speravo.
In effetti, una volta installata la beta, tutti i miei auspici (in parte consolidati dalla visione di molteplici shot) sono stati confermati. Sin dalle prime battute Archangel promette di essere un gioco dalla spiccata personalità e dalla notevole atmosfera.
Vediamo come e perché.