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Crash of the Titans - Recensione

Alzi la mano chi sa cos'è un peramele. Nessuno? Vergogna...

RECENSIONE di La Redazione   —   21/11/2007

Quando dieci anni fa il personaggio di Crash Bandicoot fece la sua prima comparsa sulla neonata Playstation, in molti furono pronti a nominarlo prima vera mascotte della console Sony. Purtoppo la storia ha dimostrato quanto il progetto Playstation sia davvero poco avvezzo alle mascotte ed il povero Crash, dopo tre platform di altalenante fortuna, è stato abbandonato dai creatori Naughty Dog, passati allo sviluppo di Jak&Daxter. Passando di mano in mano e perdendo sistematicamente sempre più verve, il franchise è passato dai Traveller's Tale, ai Vicarious Visions, ed infine agli Amaze Entertainment che -armati di tutta la loro buona volontà- hanno promesso di riportare ai vecchi fasti il peramele più famoso dell'industria videoludica. Impresa ardua, senza dubbio, tenendo conto del fatto che il punto di forza di Crash Bandicoot è sempre stato uno solo: l'assoluta semplicità di gioco mescolata ad un contesto ricco di personaggi tragicomici. Una miscela di esplosivo divertimento.

Crash of the Titans - Recensione

Alla ricerca del Mojo perduto

Crash of the Titans, oltre a parafrasare un famoso film fantasy degli anni '80 sul mito di Perseo ("Clash of the titans"), è il titolo di questa nuova avventura targata Crash Bandicoot che, sin dai suoi primi passi, vuole contemporaneamente porre le basi per un ponte tra i primi capitoli della saga ed una nuova possibile linea evolutiva. La storia che fa da sfondo a Crash of the Titans non è tanto dissimile dalle classiche situazioni che circondano il Bandicoot: il malvagio dottor Neo Cortex vuole dominare il mondo. E' questa la sostanza dei fatti, che -entrando nel particolare della sittuazione- narra del dottore che entra in possesso del 'Mojo', liquido magico in grado di assoggettare i pacifici abitanti delle Wumpa Island al suo volere. Sarà compito di Crash fermare l'ennesima volta l'avvento delle forze del male, grazie all'aiuto dei suoi soliti compagni e del sempre fedele Aku Aku, la maschera in grado di donargli immensi poteri. Come accennato poche righe più in alto, Crash of the Titans si dimostra essere un gioco capace di coniugare ciò che di buono ci fu nelle prime apparizioni della serie, con tutta una serie di nuove soluzioni in grado di svecchiare la struttura di gioco e riproporsi al meglio su Nintendo Ds. La struttura di gioco è la stessa di sempre (spin off esclusi, ovviamente), il protagonista si muove all'interno di limitate ambientazioni 3D, dove a farla da padrona non sono tanto le libertà di esplorazione concesse al giocatore, quanto le classicissime piattaforme che disegnano la topografia dei livelli da esplorare. Il 'platform' è ancora una volta l'impostazione scelta per dare una forma Crash of the Titans, ma al contrario delle precedenti apparizioni del Bandicoot, una gran parte del gameplay è dedicata al combattimento contro i nemici: non più relegato alla semplice pressione di un tasto per eseguire l'attacco a girandola (quello di Taz, per capirci) o all'eterno salto sulla testa degli avversari, ora il giocatore è tenuto a combattere utilizzando un -ben più noioso e monotono- sistema di combo basato su pugni e calci. La fisionomia di Crash è decisamente cambiata: nel tentativo di renderlo più maturo, aggressivo ed al passo dei tempi, gli sviluppatori hanno realizzato per lui un nuovo look con tatuaggi che sostituiscono i guanti ed una cresta di derivazione punk. In questo processo di svecchiamento anche il modo di esprimersi del protagonista ha subito un radicale cambiamento, passando a reagire alle situazioni ed ai dialoghi tramite una serie di suoni gutturali che rincarano l'atmosfera ironica che permea il gioco (spesso i volentieri ai dialoghi si sovrappongono delle vere e proprie risate registrate, come se il gioco fosse in realtà un film proiettato in una sala cinematografica ricolma di pubblico ben disposto al riso).

Sliding Aku Aku

L'intero gioco basa la sua struttura tra le isole che Crash visita per salvare gli abitanti dal loro triste destino e distruggere una dopo l'altra le certezze di Cortex (Cortex stesso, per via della sua inettitudine, in un certo punto del gioco verrà messo da parte dal vero cattivo. Non sveliamo altro per non rovinare la sorpresa...). Ogni livello può essere intrapreso in due modalità differenti: classica e time attack, mentre la prima modalità si limita a seguire la storia vera e propria, la seconda propone ai giocatori un diverso tipo di sfida al livello, mettendo Crash alla cavalcatura dell'animale di turno all'interno di un livello a scorrimento verticale (in realtà il livello non scorre, ma l'animale cavalcato non si può comandare se non verso destra e sinistra) alla ricerca di maschere, anime e preziosi punti. Le anime raccolte nel corso dei livelli servono sostanzialmente per le due prime vere novità del gioco: il pachinko ed il menù di potenziamento. Mentre il primo si tratta di un gioco totalmente indipendente dalla storia, il menù di potenziamento permette al giocatore di potenziare le abilità di Crash stesso, migliorandone le combo, l'attacco, la difesa o semplicemente la velocità. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, Crash of the Titans su Nintendo Ds non fa grande uso delle possibilità messe in gioco dal touch screen, limitandosi a poche -e non troppo rilevanti- features. Una di queste (sicuramente la più utilizzata ed importante) è quella che riguarda l'utilizzo di Aku Aku, la maschera voodoo che aiuta da sempre Crash nelle sue avventure, non più utilizzabile nel corso dei livelli come invulnerabilità (a patto di raccoglierne tre nel corso del livello), ma come strumento per prendere possesso per brevi periodi del corpo dei nemici. Il giocatore per compiere questa mossa deve, con il pennino, lanciare in direzione del nemico la maschera di Aku Aku che si trova sul touch screen: se la mossa avrà esito positivo, al giocatore verrà data la possibilità di utilizzare le mosse dell'avversario catturato contro ogni altro nemico sullo schermo.

Crash of the Titans - Recensione
Crash of the Titans - Recensione

Per quanto la voglia e lo sforzo di creare un nuovo mondo ideale per Crash ci sia e sia tangibile, il lavoro compiuto dagli Amaze Entertainment è purtroppo compiuto solo per metà: se l'inserimento di mosse basate su combo può essere una boccata d'aria fresca, d'altro canto è evidente che questo inserimento renda crash del tutto simile a decine e decine di altri platform basati sulla stessa struttura. Il touch screen purtroppo è stato poco considerato in fase di sviluppo (se si escludono un paio di exploit) e lo svecchiamento visivo del povero Crash è stato realizzato in una direzione che difficilmente appagherà gli appassionati della serie. Non tutto comunque è da buttare via, il sistema di crescita del personaggio da spazio ad una serie di nuove vie evolutive della serie, così come l'utilizzo della maschera di Aku Aku per 'possedere' le abilità nemiche e proseguire così il proprio cammino. Graficamente Crash of the Titans non delude particolarmente ma non verrà sicuramente come il massimo esponente del genere, discorso a parte per tutto il comparto sonoro, spesso e volentieri deludente e davvero poco adatto allo stile del gioco.

Bisogna dire una cosa: è difficile essere un platform quando il re del genere è un certo Mario. E' difficile perchè Mario si può permettere di combattere contro Bowser da ormai vent'anni senza di fatto aver ancora stancato i fan. Crash Bandicoot è invece ormai entrato in una fase dove personaggi principali e comprimari ormai hanno poco da dire e da dare, è quindi normale per gli sviluppatori ritrovarsi con una doppia responsabilità, dovendo svecchiare la serie e allo stesso tempo mantenerla per chi, con il peramele, ha cominciato a giocare 10 anni fa. Il lavoro compiuto dagli Amaze Entertainment è un buon primo passo, ma ancora non basta per risollevare una serie che sembra avere ancora qualche freccia dalla sua.

Pro:

  • Modalità di crescita del personaggio
  • Nuovo utilizzo di Aku Aku
  • E' Crash Bandicoot...
Contro:
  • ...è Crash Bandicoot
  • Nuovo look troppo estremo
  • Touch screen poco sfruttato
  • Sistema di combo banale e noioso alla lunga