Angolo Cultural-Videoludico
La teoria alla base di Matrix, e cioè l'esistenza di una realtà simulata, che noi pensiamo di vivere ma che in verità ci viene trasmessa direttamente nel cervello da un supercomputer, attraverso la stimolazione comandata dei nostri organi sensoriali, ha in realtà profonde radici filosofiche, essendo già stata sollevata dallo statunitense Hilary Putnam nel libro "Ragione, verità e storia" nel famoso saggio "Cervelli in una vasca", a sua volta una rivisitazione contemporanea delle "Meditazioni metafisiche" di Cartesio. A tutti gli interessati all'argomento consigliamo quindi di leggere queste opere, oltre ad una interessantissima discussione proprio sul sito di Matrix, seguendo questo link.
Welcome to the Real World
Innanzi tutto una doverosa premessa: Enter the Matrix non è un titolo che cerca di farci rivivere in prima persona le vicende dei 2 film, ma si pone anzi in maniera complementare rispetto alle pellicole cinematografiche, come ulteriore e necessario tassello per la comprensione del complesso universo di Matrix. La stessa scelta di non proporre come protagonisti Neo, Trinity o Morpheus, optando invece per i due “gregari” Ghost e Niobe, è sicuramente un chiaro indizio sulla volontà di proporre un punto di vista alternativo alle vicende. Passando alla descrizione del gioco vero e proprio, il buon David Perry ed i fratelli Wachowski hanno optato per una meccanica che ricorda molto da vicino i picchiaduro a scorrimento, ma con qualche piccola variazione sul tema: come non citare, ad esempio, l’inevitabile presenza della modalità Focus, una sorta di “bullet time” alla Max Payne (il ché è un po’ un controsenso, dato che tale modalità del gioco Interplay era palesemente ispirata al primo Matrix), in cui avremo la possibilità, per un breve periodo di tempo, di rallentare l’azione ed eseguire combinazioni ancora più leali e devastanti. Peccato però che l’implementazione di una intelligenza artificiale (ma sarebbe meglio dire stupidità artificiale) assolutamente ridicola, unita alla bizzarra idea di fare sì che la barra d’energia e quella del focus si ricarichino da sole col passare del tempo, mini pesantemente l’esperienza, riducendola ad un continuo susseguirsi di attacchi a testa bassa e di attese nascosti in qualche anfratto aspettando che l’energia si ricarichi, il tutto senza che i nemici controllati da CPU si adoperino in maniera convincente per impedircelo. Inoltre, nel tentativo di variegare un po’ una meccanica di gioco altrimenti eccessivamente ripetitiva, i programmatori hanno ben pensato di inserire qualche missione a bordo di un’automobile, e precisamente alla guida se avete deciso di giocare con Niobe e come passeggero addetto agli scontri a fuoco se avete scelto Ghost; purtroppo anche qua i risultati non sono evidentemente stati quelli sperati, ma anzi la pessima gestione della fisica della vettura (specialmente per quanto riguarda gli urti) rende queste missioni in assoluto le peggiori e le più frustranti.
What is the Matrix?
Se i primi due film (e non ci sono motivi per non pensare che lo sarà anche il terzo) sono un vero e proprio monumento alla computer grafica, lo stesso discorso purtroppo non si può allargare a questa escursione videoludica della saga. Premettendo che la versione Ps2 del gioco è probabilmente la meno curata da questo punto di vista, a far precipitare verso il basso il giudizio sono principalmente le ambientazioni, realizzate in maniera troppo anonima, ricoperte da texture dalla qualità altalenante (per lo più tendenti al mediocre però) e decisamente povere di dettagli. I modelli poligonali convincono un filo di più, soprattutto se andiamo a considerare quelli dei personaggi principali, tuttavia la pessima realizzazione di alcune animazioni condanna senza possibilità di appello il titolo.
Completamente diverso il discorso invece per quanto riguarda il comparto sonoro, sicuramente il punto di forza del gioco, impreziosito da una colonna sonora mutuata direttamente dal film (e che quindi rasenta la perfezione) e da effetti realizzati ottimamente, molto vari ed estremamente curati. Piccola menzione anche per lo splendido doppiaggio (completamente in inglese), sia per quanto riguarda la caratterizzazione delle voci che per l’interpretazione.
La longevità appare garantita dalla possibilità di intraprendere il gioco in maniera differente utilizzando o Niobe o Ghost, anche se, a conti fatti, l’estrema ripetitività del gameplay difficilmente vi convincerà ad iniziare nuovamente l’avventura con l’altro personaggio. Interessante l’abbondanza di extra sbloccabili, ma sinceramente avremmo preferito una maggiore cura nella realizzazione del gioco principale…
Commento
Ecco l’ennesimo titolo che non riesce a sfuggire alla terribile maledizione dei tie-in. Intendiamoci, questo Enter the Matrix non è un titolo terribile, anzi la sua complementarietà alla trama dei film lo rende un prodotto difficilmente trascurabile per tutti gli amanti della saga, tuttavia dal punto di vista meramente ludico il gioco non offre sufficienti spunti per diventare quel capolavoro che tutti speravamo fosse. Ripetitivo, poco curato tecnicamente, con evidenti problemi nell’intelligenza artificiale e nel gameplay in generale: il nostro consiglio è quindi di valutare attentamente l’acquisto, specialmente se non siete Matrix-fan sfegatati e riuscite tranquillamente a resistere fino a novembre (data di uscita del terzo, ed ultimo, film della serie nelle sale americane) per entrare nuovamente nel mondo di Neo & compagni.
- Pro:
- Complementare ai film della saga
- Ottimo accompagnamento sonoro
- Contro:
- IA sconfortante
- Graficamente traballante
- Ripetitivo e poco impegnativo
Il termine "tie-in" dovrebbe essere tristemente noto ad ogni videogiocatore con un minimo di esperienza: se la storia insegna qualcosa, è che quasi ogni titolo che faccia leva su di un background cinematografico finisce per rivelarsi un prodotto mediocre (per non dire di peggio), al punto che ormai ogni gioco appartenente a questa categoria viene visto con un filo di scetticismo dagli appassionati, memori di troppe delusioni passate per lasciarsi prendere da facili entusiasmi. Non si tratta però di un dogma assoluto, ma può anzi capitare che dall'incontro di un franchise che ben si presta ad una trasposizione videoludica, di un talentuoso game designer e di sufficienti motivazioni (sopratutto economiche) possa nascere qualche prodotto decisamente valido. Queste erano proprio le premesse per Enter the Matrix, primo titolo basato sul multimilionario universo di Matrix, sviluppato dagli Shiny di David Perry sotto la diretta supervisione dei fratelli Wachowski, registi delle 2 pellicole: potete quindi immaginare come d'innanzi a cotanto carisma le attese si erano fatte febbricitanti, in barba a quanto detto solo poche righe più sopra. Ora il titolo è finalmente nelle nostre mani, ed è giunto il momento di scoprire se le nostre aspettative saranno, una volta tanto, accontentate....