Crisi
Appena avviato il gioco abbiamo selezionato il nostro sciatore e abbiamo subito scelto di impegnarci in una corsa singola, prima di dedicarci alla carriera vera e propria. Le modalità affrontabili sono quattro: Missione, Discesa Libera, Corsa alle Ossa e Stile in Discesa.
La modalità Missione consiste in una gara in cui occorre svolgere varie missioni distribuite sulla pista. Dovremo quindi compiere salti acrobatici cercando di accumulare più punti possibili, raccogliere delle stelle in sequenza, scivolare lungo tronchi e pendii, compiere lunghi salti cercando di atterrare in aree specifiche e raccogliere dei cani dispersi per la pista. Alla fine di ogni gara appare una scheda riepilogativa in cui vengono riassunti gli obiettivi superati e quelli falliti. Lo scopo è ovviamente quello di centrarne il più possibile.
La modalità Discesa Libera consiste in una corsa contro il tempo in cui bisogna compiere acrobazie per mantenere alto il livello di rischio (il cui misuratore appare in basso a sinistra). Qui conta molto la velocità e la conoscenza accurata della pista.
La modalità Corsa alle Ossa è invece molto più tecnica. Sulla pista vengono distribuite varie ossa che vanno raccolte in sequenza. Mancarne anche soltanto una significa fallire miserabilmente.
La modalità Stile in Discesa, invece, consiste nel compiere varie acrobazie in sequenza per accumulare più punti possibili. Farcela è un’impresa epica visto che il minimo errore comporterà il fallimento della prova.
Dopo varie partite veloci, svolte con vari sciatori, abbiamo potuto constatare che le caratteristiche specifiche dei personaggi influenzano poco le gare e le differenze si notano soltanto dopo aver acquisito molti punti nelle diverse abilità… purtroppo non abbiamo notato soltanto questo.
ben presto arriva alla mente la domanda che affossa definitivamente questa produzione: tutto qui?
Crisi
Freak Out: Extreme Freeride ha una tale quantità di difetti che offuscano nettamente i suoi pregi. Sin da subito infatti, è chiaro che si tratta di un titolo “duro”… nel senso che due modalità su quattro sono di una difficoltà avvilente. La modalità Missione, ad esempio, potrebbe essere veramente appassionante, non fosse per le piste corte e per alcuni obiettivi proibitivi che richiedono una dedizione religiosa per essere superati. Stesso discorso per la modalità Stile in Discesa in cui, oltretutto, emergono i grossi problemi del sistema di controllo grazie alla necessità di eseguire acrobazie da campioni del mondo. Dover premere tre o quattro tasti in sequenza rapida non è il massimo della vita, soprattutto se non si possiede un joypad con molti tasti. Anche in questo caso, però, potreste trovare dei problemi dovuti alla difficoltà del gioco di riconoscere i vari tasti; ad esempio su entrambi i joypad utilizzati per la recensione, non è stato possibile mappare il pulsante assegnato alla funzione “indietro” dei menù... insomma, il gioco sfrutta la bellezza di sette tasti (uno per saltare, uno per scivolare, tre per le acrobazie e due per i movimenti laterali) di cui almeno un paio sono inutili e rendono soltanto più pesante il gameplay, che non riesce mai ad essere completamente fluido. Ad aumentare ulteriormente la difficoltà ci pensa un sistema di collisioni piuttosto impreciso. In moltissime occasioni i salti e le acrobazie richiedono una precisione millimetrica per essere eseguiti, senza andare a sbattere contro i vari elementi che arredano le piste (rocce, alberi, pali e altre cosette piuttosto dure). Lo stesso discorso è fattibile per l’esecuzione delle scivolate. Insomma, unendo tutti questi fattori, riuscire a controllare il nostro sciatore e, soprattutto, riuscire a superare le varie prove, è un’impresa degna del Nirvana. In alcuni casi la frustrazione raggiunge livelli inauditi e causa l’emissione dalla bocca di bava e imprecazioni irripetibili, oltre all’invocazione delle divinità protettrici dei videogiocatori. Ovviamente le difficoltà aumentano la soddisfazione per la vittoria…
Rimpasto
…almeno fino a quando questa non diventa talmente alta, nelle gare avanzate, da rendere necessarie delle flebo di camomilla per poter continuare a giocare senza rischiare di finire in strada ad urlare contro i passanti. Fortunatamente le altre due modalità sono più equilibrate e vanno a compensare la frustrazione permettendo un divertimento più spensierato… ma anche questo dura poco. Ben presto arriva alla mente la domanda che affossa definitivamente questa produzione: tutto qui?
La modalità carriera è composta da una serie di gare da affrontare per sbloccare l’equipaggiamente avanzato e poter andare avanti nel gioco. Peccato che sia strutturata in modo limitato e non abbia un vero e proprio senso di esistere: non ci sono campionati, non ci sono classifiche generali, non ci sono competizioni personalizzate, non c’è una modalità allenamento… insomma, andare avanti nella carriera, o svolgere le stesse gare in sequenza nella modalità veloce non cambia nulla. Noi giocatori siamo ormai abituati a ben altro e una tale povertà non è giustificabile.
Ma almeno ci sono dei succosissimi extra? Vi starete chiedendo… no. Ho detto no. Non c’è praticamente nulla. Sbloccati tutti i circuiti e tutte le attrezzature Freak Out Extreme Freeride è codice morto ravvivabile soltanto dalla modalità multiplayer… sempre che troviate qualcuno online con cui giocare. Fortunatamente c’è la possibilità di confrontarsi contro una avversario umano sullo stesso computer (la famigerata modalità hotseat), quindi se avete comprato il gioco e avete un amico con cui volete litigare, fatelo giocare con voi.
Manca soltanto di parlare della parte tecnica. Come definirla? Gli SSX usciti per le console di vecchia generazione gli sono nettamente superiori, tranne per la maggiore risoluzione e per la presenza del Pixel Shader 2.0. La neve è morbida e ben fatta così come le tracce lasciate dagli sci, peccato per la povertà dei modelli tridimensionali dei personaggi e dei vari elementi e per la mancanza di un maggiore senso di velocità. In compenso la fluidità si è dimostrata eccezionale in tutte le occasioni senza mai mostrare incertezze. Una nota a parte merita la colonna sonora che offre piacevoli brani dei DRUNK WIZARD, Point Leonard, Jelly Beat, 3 Feet Smaller, Alone and Acoustic e Alien 101.
Requisiti di sistema
Requisiti Minimi:
- Processore: Pentium 4 1.8 Ghz o AMD equivalente
- RAM: 256 MB
- Scheda Video: Compatibile Direct 3D con 64 Mb, supportante i Pixel Shader 1.1
- Processore: Pentium 4 2,4 Ghz o AMD equivalente
- RAM: 512 MB
- Scheda Video: Compatibile Direct 3D con 128 MB, supportante i Pixel Shader 2.0
- Processore: Intel Pentium 4 3,4 Ghz
- RAM: 2 Gb
- Scheda Video: NVIDIA 7800GT
Conclusioni
Telegrafico: lasciatelo sugli scaffali. Freak Out Extreme Freeride è finito inesorabilmente fuori pista schiantandosi sulle rocce.
Pro
- Non ricordo giochi che simulino lo sci fuori pista degni di questo nome
- Fare acrobazie è divertente, così come schiantarsi
- La colonna sonora è composta da tracce molto belle
- Alcune modalità sono molto frustranti, soprattutto a causa del sistema di controllo
- Poche modalità di gioco
- Pochissimi extra degni di questo nome
Freak Out: Extreme Freeride è disponibile per PC e PlayStation 2.
La versione testata è quella PC.
Latitanze
Visto che quest’anno la neve latita sulle montagne italiane, cosa c’è di meglio di un bel simulatore di sci fuori pista? In effetti l’idea è piuttosto intrigante e di giochi del genere non credo ne esistano. Di folleggianti simulatori di snowboard ce ne sono a bizzeffe (su console… su PC molti di meno) e serie come SSX dettano legge. Lo sci è meno battuto ma anch’esso ha più di qualche titolo dedicato; soprattutto il mercato tedesco è molto attivo nello sfornare simulatori delle varie discipline sciistiche che, a differenza dello snowboard, sono disponibili soprattutto per PC. Volendo esiste anche un gioco dedicato al curling, lo sport che tanto ha incuriosito il pubblico italiano durante le olimpiadi invernali del 2006; si chiama Curling 2006 ed è stato distribuito solo nei paesi di lingua tedesca… perché ve ne ho parlato? Semplice: la Ludovica e il Melani non dedicheranno mai una news a tale incompreso capolavoro e quindi ho deciso di citarlo in questo articolo per mettervi al corrente della sua comparsa su questo pianeta (che gradazione aveva la vodka che ho bevuto a cena? Boh… sto delirando). Brrr, viene da dire rimanendo in tema neve. Tornando a noi, Freak Out: Extreme Freeride arriva a colmare una lacuna, permettendo anche agli estimatori dello sci estremo di impegnarsi in un videogioco a loro dedicato. Ma ne varrà la pena?