Il gioco
Il primo impatto con Haven: Call of The King purtroppo non è positivo, l'introduzione infatti è abbastanza scialba graficamente ed il doppiaggio in italiano si rivela decisamente poco azzeccato, i doppiatori selezionati sono stranieri e suscitano inizialmente un'ilarità non comune seguita purtroppo da un profondo senso di fastidio.
Dopo questa prima parte sconfortante si passa al gioco vero e proprio che si rivela essere principalmente un platform 3d votato all'azione intramezzato da alcune sezioni "prese in prestito" da altri generi. Non stupitevi qundi se Vi troverete infatti alla guida di svariati mezzi che spaziano dai motoscafi alle astronavi o se talvolta dovrete risolvere degli enigmi o affrontare alcuni nemici in semplici sezioni in prima persona. Queste varianti, sulla carta interessanti, purtroppo si rivelano noiose, ripetitive e prive di originalità dopo pochissimo tempo. La sezione platform principale si basa prevalentemente sulla ricerca degli ingranaggi sparsi per i livelli, il nostro protagonista, armato di uno yoyo metallico e di uno scudo elettrico, è infatti anche un meccanico e il suo robottino volante di nome Talon, lo affiancherà durante lo svolgimento della storia.
Gli ingranaggi servono ad azionare delle strutture che ci permetteranno di passare alle zone successive (la prima missione che dovrete completare, ad esempio, è la ricerca delle rotelle per il motore di un ascensore che vi condurrà in una miniera) ed andranno raccolti risolvendo dei semplici enigmi, distruggendo dei vasi o esplorando delle specifichi parti dei livelli. Le armi a nostra disposizione, a parte lo yoyo di base, variano nel corso dell'avventura ma la loro caratteristica peculiare è di poterle utilizzare soltanto durante un ristretto spazio di tempo, raccogliendo infatti dei classici ed intramontabili power up si potrà utilizzare ad esempio una pistola laser ma solo fin quando la carica temporale non sarà esaurita. Una piccola curiosità: tra i vari gadget non manca un jet pack ad acqua, elemento che sembra andare molto di moda negli ultimi tempi in questo particolare genere...
Le zone da affrontare in totale sono una quarantina caratterizzate da una certà linearità che è purtroppo il difetto maggiore del titolo Midway. Una volta affrontata una parte del gioco non avrà alcun senso tornare indietro, lo schema di avanzamento è infatti fisso e la semplice pressione del tasto start vi elencherà gli obiettivi da conseguire per l'avanzamento alla fase successiva. Come se non bastasse le missioni da completare sono ripetitive, il tutto supportato da una trama che presenta davvero pochi risvolti interessanti; Haven ed il resto del cast non sono affatto carismatici e il doppiaggio non aiuta a risolvere questa situazione ma la aggrava. Il livello di sfida è ottimale, mai alto ma comunque ben calibrato.
La tecnica
Se fino ad ora i commenti relativi all'ultima fatica dei Traveller's Tale non son stati lusinghieri, sul discorso tecnico Haven si fa apprezzare grazie a diversi pregi.
Dal punto di vista dell'impatto grafico, a parte i modelli 3d dei personaggi (tutto sommato ben definiti ma animati in maniera tutt'altro che eccelsa) siamo di fronte ad un ottimo risultato. Le ambientazioni sono fantastiche e rese vive da effetti pregevoli, come ad esempio il fumo. Le texture anche grazie ad un effetto simil bump-mapping sono di buona fattura rispetto agli standard a cui ci ha abituato il monolito Sony, le scelte cromatiche sono discrete, orientate su delle tonalità accese. L'aliasing è presente ma non in modo invasivo, la pulizia dell'immagine è complessivamente buona.
Il motore del gioco, ancorato ai 50 fps, gestisce perfettamente i cambiamenti del tempo sia atmosferico che meteorologico con tutti i conseguenti effetti sull’illuminazione ed i colori che questo comporta. Ottimo il sistema di controllo, semplice ed essenziale: lo stick sinistro controlla il movimento, quello destro sistema la visuale, i tasti quadrato, croce e cerchio permettono rispettivamente di utilizzare lo yoyo metallico, saltare ed utilizzare le già citate armi a tempo.
La gestione dello spazio tridimensionale invece appare approssimativa, per fare un semplice e chiarificante esempio potrete fare infiniti salti di fila senza che il personaggio tocchi effettivamente il suolo. Una nota positiva anche per il comparto audio, musiche "epiche" di ottima fattura ci accompagneranno per tutta la durata del gioco. Il doppiaggio in Italiano, che ho descritto sopra, è da dimenticare: sarebbero stati più opportuni dei sottotitoli in Italiano col parlato in lingua originale.
Commento
Haven non è un gioco di cui sentiremo parlare a lungo. Una buona realizzazione tecnica non è sufficiente a mascherare un titolo che alla lunga si rivela ripetitivo, oltre a non avere nulla di realmente nuovo da offrire. Questa nuova scuola dei platform che somigliano sempre di più ad action game ha offerto recentemente un titolo decisamente migliore sia per trama che per struttura di gioco, tale Ratchet & Clank. Haven dunque non ecciterà le masse pur non essendo un titolo completamente da buttare. Consigliato solo a chi vive di pane e platform.
Pro
+Buon impianto tecnico: grafica e accompagnamento sonoro di tutto rispetto
+Cura nel design e nella realizzazione delle varie zone di gioco
Contro
-Ripetitivo
-Trama non interessante e personaggi poco carismatici
-Doppiaggio "curioso"
Il protagonista del gioco è Haven, un giovane schiavo così come tutti gli abitanti del regno di Lord Vetch, classico cattivone di turno. Il risuonare della "Voce" sognata da Haven potrebbe porre fine al malefico regime schiavista detronizzando Lord Vetch che dunque deciderà di indagare su Haven e gli renderà difficile la vita. Il giocatore in questa avventura, interpreterà ovviamente i panni del protagonista. Riuscirà Haven a liberare il suo popolo?