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La lunga strada per la vittoria

Decine di mezzi, condizioni meteo estreme e 14000 chilometri quadrati di terreno a disposizione. Basterà tutto ciò a fare un buon gioco?

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   15/06/2009

Fuel, racing game off road sviluppato da Asobo Studios per Codemasters, era certamente un titolo molto atteso; più della grafica, delle decine di vetture disponibili e di una solida componente online, il gioco ha attirato molta attenzione per un'interessante commistione tra un impianto sand box, simile per molti versi a quello visto in Test Drive Unlimited, con meccaniche classiche dei giochi di questo genere.

La lunga strada per la  vittoria

In pratica i giocatori possono percorrere liberamente circa 14000 chilometri quadrati di terreno, tra strade, sabbia, laghi, montagne e scorci innevati, impegnandosi in diverse decine di gare e sfide aiutandosi con un prezioso gps che ci segnala la strada da seguire. Sembrerebbe quindi che il piatto imbandito da Asobo sia ricco e succulento, in altre parole ottimo e abbondante, purtroppo la prova su strada non è così positiva come tutti si aspettavano che fosse.

Scorciatoia o allungatoia?

Se la mappa è enorme e molto varia, è possibile dire lo stesso per il parco mezzi: come MotorStorm ci insegna, qualunque mezzo al quale è possibile montare ruote tassellate può essere utilizzato. Ecco quindi, moto, quad, dune buggy, scivolose muscle car, camion e suv. La personalizzazione è semplicemente estetica, ma col progredire del gioco molti altri mezzi si renderanno disponibili sia come ricompensa per i propri successi, sia impiegando il Fuel, la moneta corrente del gioco. Arcade a tutti gli effetti, il modello di guida è semplicemente basilare, i mezzi si differenziano tra loro solo per le caratteristiche base come velocità, aderenza, accelerazione e per la loro maggiore o minore attitudine alla guida su sterrato e strada asfaltata. L'impressione è che ci sia poca differenza una volta preso in mano il volante o il manubrio, non tanto per un poco raffinato sistema di guida, quanto per alcune problematiche piuttosto gravi a livello di gameplay, sulle quali torneremo però più avanti.

La lunga strada per la  vittoria

L'enorme mappa è strutturata in diversi campi, sorta di hub dai quali si può partire per gironzolare in giro alla ricerca delle gare, sfide e di tutta una serie di oggetti bonus disseminati a decine in giro. Le gare sono il cuore della proposta Asobo, con tre livelli di difficoltà ci permettono una volta vinte (e solo vinte visto che il secondo posto non è contemplato) di sbloccare nuovi campi, e di converso nuove sfide e nuovi contenuti segreti per personalizzare il proprio alter ego e il proprio mezzo. Se le gare si organizzano in eventi piuttosto standard, come circuiti e gare a checkpoint, le sfide invece ci mettono alla prova con diverse variazioni sul tema, come la corsa a tempo, una variante del classico Chase H.Q. in cui bisogna raggiungere uno o più avversari e urtarli (ma non buttarli fuori strada) e una sfida verso il campo base contro l'elicottero.

Dritto o a destra?

Giocando però vengono alla luce problemi di fondo piuttosto importanti, primo fra tutti quello riguardante la mappa, cosa questa che mina alle fondamenta la prima ragion d'essere del gioco. Se infatti è possibile scorazzare in giro alla ricerca di punti belvedere per un appuntamento romantico, o per scovare nuove vetture e livree da applicare, il metodo privilegiato per iniziare una gara è quello di selezionarla dal menù del proprio campo base. Per fortuna questa decisione ci evita lunghe e noiosissime peregrinazioni in giro, ma ci si chiede perchè puntare tutto sull'aspetto sand box quando l'esplorazione viene di fatto scoraggiata visto che solo in pochi si metteranno alla guida per lunghi minuti solo per ottenere una colorazione diversa e qualche macchina in più. C'e veramente poco da fare oltre alle gare, l'estensione gargantuesca della mappa è veramente mal sfruttata, le gare lunghe anche diversi minuti non invitano poi nemmeno troppo a cercare scorciatoie e vie diverse da quella mostrata dal gps, visto che provare qualche deviazione vuol dire novantanove volte su cento perdere la posizione, vuoi per ostacoli improvvisi, vuoi perchè perdersi, magari finendo a valle mentre si è sulla cima della montagna in piena bagarre, equivale ad un diretto "ricomincia la gara" e dopo cinque minuti in mezzo al nulla desertico o cercando di evitare fossi e alberi carbonizzati fa decisamente saltare la mosca al naso. Ostacoli e perdersi non sono i soli motivi per rimanere sulla "diritta via" del gps: l'intelligenza artificiale non premia uno stile di guida particolarmente aggressivo, ne tantomeno un guidare in modo perfetto pennellando le curve limando i decimi. Di fatto complice una a.i. mal congegnata si passa tutto il tempo dietro al trenino degli altri concorrenti in attesa di superarli, cosa che avviene quasi subito giocando a livello facile o prima o poi, a medio e difficile. Basta insomma cercare sempre di stargli dietro cercando meno deviazioni possibili, e se disgraziatamente si perde la prima posizione (per i motivi sopra elencati) nelle vicinanze dell'arrivo bisogna necessariamente rifare tutto da capo, visto che si avrà poco tempo per riaccodarsi e tentare di superarli. La tensione non nasce quindi dall'ebbrezza di un sorpasso o di una staccata al limite (cosa questa che avviene solo nelle fasi di bagarre iniziale) ma solo dal cercare di non sbagliare strada, visto che alla fine se non si è preda di pulsioni sterrate estreme si vince sempre. In definitiva, free roaming o no, Fuel manca di mordente nella sua componente di base, quella di racing game adrenalico e "caciarone", limitandosi purtroppo ad una corsa su e giu per montagne e lunghe praterie, belle da vedere, ma alla lunga piuttosto noiose e in alcuni casi frustranti. Ovviamente la componente online supplisce a queste mancanze, sperando che gli avversari umani siano meno preda della mania "ferroviaria" rispetto a quelli della cpu, ma anche qui l'esplorazione non è certamente il massimo, è preferibile concentrarsi sulle molte gare disponibili e su quelle che si possono creare ad hoc.

Trofei PlayStation 3

Fuel premia il giocatore con 46 trofei. La maggior parte sono legati ai risultati di gara, al numero di campi base sbloccati o agli oggetti segreti trovati. I più impegnativi però sono i trofei d'argento, che ci costringono a terminare il gioco vincendo le competizioni ad ogni livello di difficoltà e raccogliando tutti bonus, livree, auto e belvedere che siano. Il trofeo di platino è la summa di tutti questi, lo si ottiene quando non c'è più niente da vincere o da scovare in giro.

Lampi, saette e microscatti

Graficamente il lavoro svolto da Asobo Studios è lungi dall'essere perfetto, ma nonostante grossi problemi di pop in/up e un frame rate talvolta ballerino il look generale è molto piacevole e il più delle volte si rimane basiti di fronte ai panorami che si aprono all'improvviso scalando una montagna. Il level design è sicuramente curatissimo, e grazie alla vastità della mappa molto vario, si passa in pochi minuti da paesaggi montagnosi a desertici, passando per sterminate campagne e grandi dune sabbiose che terminano in riva al mare. Purtroppo come scritto precedentemente tutto questo ha un prezzo, il motore semplicemente non riesce a disegnare il tutto senza evitare un continuo apparire di texture ed elementi dello scenario al nostro passaggio. Se può essere "scusabile" una montagna che si riempie di alberi diversi chilometri più in là, non lo sono le ombre che vengono proiettate sulla strada in tempo reale e che si costruiscono man mano al nostro passaggio, così come oggetti, cespugli e altra flora locale che appaiono magicamente a non più di tre metri dal nostro mezzo.

La lunga strada per la  vittoria

Se a questo si mettono in conto anche micro scatti e rallentamenti generalizzati il quadro è decisamente sconfortante. A risollevare il tutto ci sono dei notevoli effetti atmosferici come ad esempio tornado e lampi, una sorta di sporcatura "puntinata" della telecamera sul tipo di quello che si riscontra sui vecchi film a sottolineare fango e polvere che gravano sul nostro punto di vista e un ottimo uso della fotografia "di scena", con la notte rischiarata dalle luci degli incendi, o delle meravigliose corse al tramonto con un accecante sole negli occhi e così via. Più in generale è possibile dire che il gioco non lesina hdr e altre pregevolezze grafiche, anche se ad onor del vero la qualità delle texture passa con disinvoltura da pregevole (vetture) a piatta, come nel caso di molti elementi dell'ambiente. Buona invece la distruttibilità dello scenario, molti degli oggetti a bordo "pista" vanno in pezzi, e tutto ciò che si trova in strada per ostacolarci può essere travolto e sparato diversi metri più in là.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.4
Lettori (36)
7.6
Il tuo voto

Fuel non mantiene le promesse fatte in sede di sviluppo e si lascia giocare come un qualsiasi gioco di corse, limitando di fatto la componente esplorativa. Se graficamente il gioco è di grande impatto, è impossibile non notare però con uno sguardo più attento diverse magagne, su tutte un frame rate decisamente altalenante. Ma la cosa più importante è che le gare manchino di mordente, nonostante il gioco contempli solo la prima posizione. Una intelligenza artificiale mal bilanciata ci costringe quindi al compitino e nulla di più. Un peccato perchè la mappa è veramente enorme, varia e con un level design accurato.

PRO

  • Molti mezzi e competizioni
  • Mappa enorme e varia
  • Effetti speciali a profusione

CONTRO

  • Frame rate ballerino e pop in/up persistente
  • Intelligenza artificiale deficitaria
  • Poco mordente nelle competizioni
  • Mappa mal sfruttata