Dalle carte al pad
Magic the Gathering: Battlegrounds, questo è il titolo per esteso, si propone nell’insolita veste di strategico dinamico, in cui alla cura per le proprie scelte si sovrappone una componente action piuttosto significativa. Di primo acchito sembrerebbe quasi un picchiaduro, con i due contendenti uno di fronte all’altro pronti a scontrarsi all’ultimo sangue su di un campo di battaglia dai confini prestabiliti. Il battlefield ben presto si rivelerà piuttosto atipico, spezzato in due da una linea divisoria ben visibile che influenzerà non poco i movimenti dei contendenti. Infatti, se nella propria metà il giocatore potrà usare a piacimento tutte le componenti di combattimento, in quella avversaria potrà solamente fare sporadiche capatine, poiché decurtato di tutto il suo arsenale da battaglia e quindi indifeso. Spesso però bisognerà visitare la metà nemica per sottrargli i cristalli impregnati della linfa magica su cui fa perno l’intero sistema di combattimento. Tutto ruota intorno al potere magico denominato mana, che sarà visualizzabile su schermo sotto forma di pietre e frammenti intrise di tale forza. La differenza specifica che distingue le pietre dai frammenti sta innanzitutto nella loro forma, dove i primi saranno visivamente ben più grossi, ma anche nella sostanza: se raccogliere le pietre sarà necessario per incrementare i propri slot di mana, recuperare i frammenti servirà per riempirli. Per compiere una delle tre azioni disponibili (attacco fisico, barriera ed invocazione di una spell) bisognerà avere i punti sufficienti di mana e, di conseguenza, saperli spendere nella giusta maniera. Se per la barriera poco c’è da dire e per l’attacco fisico si possono spendere due parole, in quanto la reazione ai comandi risulta tempisticamente poco precisa, un discorso a parte va fatto per il sistema di spell. Le invocazioni magiche si dividono in tre categorie: l’attacco magico, l’evocazione di una creatura e la magia di supporto. Le creature saranno caratterizzate dal valore attribuito alla resistenza e quello assegnato alla forza, così come le spell offensive avranno raggi d'azione e peculiarità ben definite. Al fine di mettere insieme uno spellbook il più equilibrato possibile, bisognerà tenere a mente un’infinità di elementi. Per non disorientare troppo il giocatore, Atari ha implementato un corposo ed esaustivo tutorial nella modalità storia che, oltre ad addentrare gradualmente il giocatore in ogni singola carta con sfide mirate, narrerà anche le epiche vicende dell’invocatore. La componente multiplayer avrà un rilievo molto importante, sia per gli scontri offline che per quelli via Live. Andare online col proprio spellbook e sfidare giocatori provenienti da ogni dove è sicuramente eccitante, ed il servizio offerto risulta sempre all’altezza.
Magie arcane...
Anche dal punto di vista tecnico Magic the Gathering: Battlegrounds si difende piuttosto bene, offrendo un colpo d’occhio di sicuro interesse nonostante gli alti e bassi. Modelli poligonali ben animati e sufficientemente dettagliati si alterneranno su battlefield vari e caratteristici. Quest’ultimi soffrono purtroppo di texture al di sotto delle potenzialità dell’hardware Xbox, risultando in più di un’occasione dilavate. Anche il framerate non è di certo un inno alla stabilità, soprattutto in situazioni in cui il carico per il motore poligonale diventa oneroso. Per ciò che concerne effetti di luce e particellari il titolo Atari si comporta davvero bene, dando del suo meglio nelle magie ed evocazioni avanzate. Nota di demerito tocca invece al comparto sonoro: troppo anonimi e monotoni i brani d’accompagnamento, che non riescono mai nell’intento d’immergere ulteriormente il giocatore nell’esperienza data da questo corposo titolo.
Commento
Atari ha fatto centro, riuscendo, nonostante non fosse assolutamente facile, nell’impresa di ricreare il mondo di Magic the Gathering accessibile anche ai meno esperti. Il tutorial, assistito da una traduzione testuale in italiano pressochè impeccabile, riesce ad addentrare qualsiasi giocatore nel complesso universo di questo famoso brand, purchè stimolato nell’apprendere meccaniche e geometrie. In questo senso le modalità multiplayer offerte sia off che online incentivano di certo nell’apprendimento, che verrà infine ripagato da esaltanti sfide ed accattivanti preparativi alla battaglia.
- Pro:
- Servizio online all’altezza.
- Tutorial completo ed efficace.
- Strategia a non finire.
- Contro:
- Sistema di controlli non sempre preciso.
- Assimilare tutti i meccanismi potrebbe scoraggiare i meno avvezzi al genere.
- Sonoro non troppo ispirato.
Prendere parte ad un gioco fantasy ed esserne inghiottito è una sensazione più unica che rara. Sollecitare il neurone della fantasia, un po’ come una piuma che solletica il naso, provoca una reazione ben delineata, a tratti sbalorditiva. I confini fra realtà ed immaginazione a volte perdono di definizione, aggrovigliandosi a vicenda fino a destare, in chi finisce in questa spirale, una sensazione di smarrimento. Wizards of the Coast si dedica a questi particolari dal lontano 1990, anno in cui fu fondata da Peter D. Adkison, e da allora i successi ottenuti dai vari giochi prodotti da questa immensa casa statunitense hanno avuto un riscontro mondiale. Ultimamente Atari s’è molto interessata ai brand di Wizards, prima riproducendo in poligoni il più famoso gioco di ruolo da tavolo Dungeons & Dragons, per arrivare successivamente ad uno dei giochi di carte collezionabili più blasonati di sempre: Magic the Gathering. Riuscire nell’ardua impresa di coinvolgere in questo nuovo titolo Xbox sia l’utenza di appassionati, sia quella che scopre solo ora il vasto mondo di Magic, non è sicuramente cosa da poco. Ma Atari sembra aver trovato la strada giusta…