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MechAssault: Phantom War - Recensione

Il simulatore di mech secondo Microsoft raggiunge anche il Nintendo DS, in una conversione che ricrea il feeling originale tra i due schermi della piccola console...

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   27/08/2007
MechAssault: Phantom War - Recensione
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La guerra tra le dita

Mechassault: Phantom War è semplicemente il gioco visto su Xbox, miniaturizzato per Nintendo DS. Ci troveremo dunque a guidare l’ultimo ritrovato della tecnologia bellica futuristica: il BattleMech, un gigantesco esoscheletro da guerra, armato pesantemente ed estremamente versatile. L’anno è il 3134, e dopo 60 anni di pace e prosperità la Republic of the Spere sta attraversando un periodo oscuro, attaccato da una minaccia non identificata. In particolare, un virus ha manomesso tutti gli Hyperpulse Generators, torri di trasmissione indispensabili, per mantenere attive le comunicazioni tra tutti i pianeti del sistema. Con tali fondamentali strumenti fuori uso, la Repubblica è incapace di sapere esattamente quello che accade sui vari pianeti, e praticamente cieca nei confronti dei continui attacchi da parte dei nemici.
L’unica speranza è inviare qualcuno che di persona possa agire sugli Hyperpulse Generators e trasformarli in strumenti di guerra.

MechAssault: Phantom War - Recensione
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Come pilotare un mech tascabile

In sostanza, il gioco è un action game in terza persona, nel quale potremo guidare un totale di circa 20 mech diversi, dalle caratteristiche differenti, all’interno di 24 livelli, per quanto riguarda la campagna in single player. Lo schermo superiore della console inquadra l’azione di gioco: il mech (o il personaggio) visto da dietro, all’interno delle varie ambientazioni, tutto realizzato in 3D. Lo schermo inferiore è invece dedicato all’interfaccia e al radar. Sono presenti diverse configurazioni per quanto riguarda i comandi: di default il gioco consente di guidare il mech utilizzando la croce direzionale, mentre la mira viene spostata attraverso i quattro tasti. Tuttavia, si consiglia vivamente di utilizzare la configurazione che comprende l’uso del touch screen per spostare il mirino: in questo caso, ci troveremo ad utilizzare i controlli in maniera analoga a quanto visto in Metroid Prime Hunters, con la croce direzionale dedicata ancora allo spostamento del mezzo e il touch screen utilizzabile come un controller analogico. Il resto dello schermo inferiore è dedicato a vari tasti: uno che consente di scendere e salire dal mech, uno per cambiare arma, uno per visualizzare le informazioni sui vari mech e uno per accedere ai consigli su come affrontare il livello, più alcuni specifici per le particolari abilità dei vari tipi di mezzo. L’interfaccia rappresenta un punto piuttosto debole nella realizzazione del gioco: scartando a priori l’impostazione di default, veramente poco pratica, anche quella che utilizza il touch screen, seppure più intuitiva, non è esente da problemi.

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Come pilotare un mech tascabile


Invece di avere un rapporto diretto con il movimento del pennino, come accade ad esempio in Metroid Prime, l’inquadratura si muove come controllata da una sorta di analogico tattile, come simile al tipo di controllo touch screen utilizzato in Super Mario 64 DS. Questa cosa, unita ad una certa latenza che affligge i comandi, determina un movimento ondeggiante della telecamera che necessita di continue correzione e in generale non consente mai un controllo veloce e preciso del mirino. Certo, avendo a che fare con dei pesanti mech da combattimento, la cosa può anche avere una spiegazione logica, ma ai fini del gameplay risulta comunque una carenza. Altra scelta poco condivisibile è la disposizione e la scelta dei tasti fissi sul touch screen: due di questi (quello che richiama i consigli in game e quello che mostra le caratteristiche dei mech), che occupano una vasta parte dello schermo, sono assolutamente inutili, o almeno non così importanti da giustificare il loro posizionamento così in vista e a portata di mano. Al contrario, un’azione fondamentale come il cambio dell’arma è affidata ad un solo tasto, da premere più volte per selezionare l’oggetto giusto: sarebbe stato decisamente preferibile avere un tasto per ogni arma, eliminando i due descritti sopra, o comunque organizzando l’interfaccia in maniera più pratica.

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Scontri furiosi

I combattimenti sono l’elemento portante del gioco, che assume per la maggior parte del tempo l’aspetto di uno sparatutto in piena regola, ma le varie missioni comprendono anche azioni diversive che spezzano bene il ritmo, fornendo variazioni interessanti al gameplay. Le missioni hanno vari obiettivi, che spesso si incentrano sul raggiungimento di un dato punto della mappa, sul recupero di alcuni mezzi o sulla protezione di certe zone. Spesso, si renderà necessario scendere dal mech e muovere il pilota a piedi per raggiungere nuovi mezzi da guidare oppure per collegarsi a dei terminali su cui attuare delle vere e proprie azioni da hacker. In questi casi, dovremo intraprendere dei veri e propri mini-games, che consistono per lo più nella ricostruzione di una determinata sequenza di simboli, attuabile tramite la selezione di questi da una rapida cascata in stile Matrix, e trascinandoli nei punti indicati sullo schermo superiore. I combattimenti, come è logico attendersi da un gioco basato sui mech, non sono propriamente frenetici e velocissimi, ma si basano piuttosto sul giusto utilizzo delle armi e sul tempismo degli attacchi (evitando dannosi surriscaldamenti), dando un certo tono strategico al semplice “punta e spara” di uno sparatutto canonico. Ogni mech è, in linea di massima, dotato di tre tipi differenti di arma: una “a raggio” (laser, o cose del genere), una a proiettili (mitragliatori di vario tipo) e una pesante (mortaio, missili a ricerca), e sarà necessario scegliere accuratamente e velocemente tra una e l’altra per abbattere i vari tipi ci nemici. Oltre a queste, i circa 20 mech presenti si differenziano nell’aspetto e nelle caratteristiche di base: alcuni sono più veloci e meno resistenti, altri sono dei mezzi corazzati d’assalto, altri ancora sono leggeri e hanno dei razzi potenti che consentono di restare in volo per più tempo, o di aggrapparsi alle pareti con l’utilizzo di un gancio (tutti i mech, in generale, possono spiccare balzi notevoli con la pressione del tasto L, che attiva i retro-razzi).

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Scontri furiosi


All’epoca della sua prima apparizione su Xbox, Mechassault era uno di quei giochi che portavano il bollino “Live Enabled” come una bandiera, e in effetti si trattava di un titolo fortemente basato sul gioco in multiplayer, finalmente possibile anche online. Trattandosi praticamente della medesima struttura, anche questo Mechassault: Phantom War è un gioco che esprime appieno il suo potenziale negli scontri a fuoco in multiplayer, e dunque è con un certo disappunto che notiamo come Backbone/Majesco non solo non abbiano inserito una modalità online via Nintendo Wi-Fi Connection, ma anche come non sia presente nemmeno una modalità multiplayer in game sharing. L’unica modalità possibile per più giocatori è quella in LAN con più cartucce, che nel panorama attuale dell’offerta videoludica su Nintendo DS appare alquanto arretrata e castrante, viste le possibilità che un gioco del genere avrebbe comportato con la possibilità di collegarsi ad altri giocatori online. E in multiplayer il gioco guadagna molto in termini di divertimento, anche perché la campagna in single player, pur bella e interessante dal punto di vista narrativo, non dura più di tanto: un giocatore medio può concludere le 24 missioni che compongono la storia in circa 5 ore.

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Metallo opaco

La grafica del gioco è interamente in 3D, con il mech inquadrato da dietro e il mondo di gioco modellato con un discreto numero di poligoni di fronte ad esso. Una scelta coraggiosa e realizzata dignitosamente, sebbene non si tratti proprio di una delle punte massime raggiunte da Nintendo DS, per quanto riguarda la qualità grafica. Canyon e pianure pressoché monocromatiche sono punteggiate da semplici strutture poligonali e alberi in bitmap, sotto un cielo dai colori decisamente alieni, formano i vasti campi di battaglia nei quali ci troveremo a muovere il mech durante le varie missioni: rappresentazione funzionale, ma non propriamente una gioia per gli occhi. I mech hanno aspetti altalenanti: alcuni sono ben realizzati e rendono bene l’idea dei possenti mezzi da combattimento che dovrebbero essere, altri sono invece più abbozzati e meno piacevoli da vedere. In generale, i modelli poligonali sono convincenti, sebbene soffrano in generale di animazioni non eccelse. Il comparto audio è invece ottimamente realizzato: la storia viene narrata da una grande quantità di dialoghi e parlato digitalizzato di pregevole fattura, le musiche rockeggianti accompagnano bene l’azione e gli effetti rendono l’idea di esplosioni dirompenti e armi futuristiche in azione. Presenti anche vari filmati in full motion video che, sebbene facciano sempre piacere su Nintendo DS e risultino funzionali alla narrazione, risultano un po’ grezzi per quanto riguarda i modelli renderizzati.

MechAssault: Phantom War - Recensione
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Commento

I mech esercitano sempre un certo fascino sull’utenza videoludica, c’è poco da fare. Mechassault: Phantom War ha dalla sua il fatto di essere uno dei pochi giochi che consente di guidare tali possenti mezzi su Nintendo DS, sebbene non si tratti di un titolo di per sé eccelso. Il gameplay in stile sparatutto tattico/simulatore di mech funziona bene nelle prime ore di gioco, ma purtroppo non contiene incentivi tali da rendere il titolo duraturo e appetibile a tutti, al di là degli appassionati del genere e della serie in questione. La campagna in single player, pur interessante come storia, è decisamente corta, e l’assenza di una qualsiasi modalità multiplayer, se non in LAN con più cartucce, è a tutti gli effetti un grosso limite, considerando che ormai la Wi-Fi Connection è sempre più supportata dai giochi third party. La giocabilità è comunque il punto di forza di questo Mechassault, titolo per il resto inficiato dai controlli imperfetti e da una realizzazione tecnica appena più che mediocre.

Pro:

  • Gameplay divertente come quello della versione Xbox
  • Buona varietà di mezzi da guidare e situazioni
  • In Multiplayer, quando possibile, guadagna punti
Contro:
  • Realizzazione tecnica non pienamente soddisfaciente
  • Multiplayer possibile solo in LAN con più cartucce
  • Controlli un po' macchinosi
  • Campagna in single player breve

Un franchise Microsoft, finora legato al mondo PC e a Xbox, arriva su Nintendo DS: già questo potrebbe bastare a far comparire sulla testa un grosso punto interrogativo in stile guardia-di-Metal-Gear-Solid (con tanto di “huh!?”). Vedere poi che tale franchise è basato su mech grossi e potenti, che fa della spettacolarità d’azione il suo fulcro, pare ancora più strano, pensando ad una sua conversione per il piccolo portatile Nintendo, e per concludere il fatto che sia Majesco ad occuparsi della conversione, completa il mistero dietro a questo titolo. A ben vedere, però, non si tratta del primo brand Microsoft a passare dalle parti di Nintendo DS, che già annovera la buona conversione di Age of Empires all’interno della categoria. Per l’appunto, a mitigare i dubbi su questo gioco arriva proprio il nome del team di sviluppo che si è occupato di Mechassault, autore anche dello stesso Age of Empires: Backbone Entertainment, a cui Majesco ha affidato l’onere di questo adattamento non proprio banale.