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NBA 2k6 - Recensione

Dopo varie peripezie e ritardi che ne hanno costellato la fase di sviluppo, anche quest'anno il team 2K Sports si ripresenta finalmente sugli scaffali dei negozi con il suo famoso simulatore di basket.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   28/06/2006
NBA 2k6 - Recensione
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NBA 2K6 offre, com’è logico attendersi da un buon titolo sportivo, una discreta varietà di modalità di gioco. Quelle a nostro modo di vedere più interessanti sono quelle denominate “Stagione” e “L'Associazione”. La prima, come dice la parola stessa, è quella canonica che vi consentirà di giocare l’intero campionato NBA fino alla fase finale per la conquista del titolo. L’altra, invece, appare forse la più completa. Essa consiste nell’interpretare il General Manager della squadra preferita, gestendola sia dal punto di vista amministrativo che tecnico. Un po’ come avviene in Pro Evolution Soccer 5 per la Master League, ma un tantino più curato. Nei panni di questo “personaggio” l’utente potrà organizzare il proprio staff tecnico scegliendo allenatore, players e i talent scout da sguinzagliare per gli USA alla ricerca di giovani campioni in erba, o ancora stabilire il ritmo settimanale della squadra pianificando giorno dopo giorno le fasi di allenamento o riposo, e magari occuparci noi stessi di insegnare la tattica ai nostri uomini se proprio non vogliamo affidarci “in toto” al nostro tecnico. Ovviamente bisognerà curare anche il mercato con le altre squadre NBA tenendo conto delle regole vere della federazione, come ad esempio il tetto salariale imposto ai vari team sull’ingaggio dei giocatori. Il tutto può essere gestito tramite una comoda interfaccia grafica con menù “a scomparsa laterale”.

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Un’altra modalità valida anche dal punto di vista della longevità e del livello di sfida offerto è la “24/7 la via per l'EBC”, che altri non è che la modalità carriera. Dopo aver creato un giocatore attraverso l’apposito editor, lo si deve allenare facendogli guadagnare punti per la sua crescita in determinate abilità tecnico-fisiche fino a farlo diventare un atleta completo, e portarlo così a giocare dai campetti in cemento del suo quartiere ai parquet dei palcoscenici NBA. Completano il quadro le modalità “Situazione”, che consente di scendere in campo come e quando si vuole, scegliendo, fra le altre cose, il tempo dal quale iniziare a giocare un match o il punteggio, “Street Ball”, dove sfidare gli avversari in entusiasmanti sfide sull’asfalto di campetti improvvisati, e “The Club”, un locale in 3D sul modello di quello visto in WWE Vs RAW in cui, oltre a poter arredare l’ambiente con vari gadget guadagnati giocando ci si può misurare in alcuni minigiochi quali le freccette. Ma è sul parquet che NBA 2K6 da il meglio di se. Una volta scesi in campo, infatti, è possibile finalmente gustarsi tutte le novità più consistenti del titolo, lanciandosi in una sfida fino all’ultimo canestro contro l’agguerrita Cpu o un amico. Diciamo subito che il primo impatto con la partita vera e propria può risultare “drammatico”. I controlli sono aumentati di numero e cambiati quasi completamente rispetto agli episodi precedenti, e questo potrebbe causare qualche problemino sia ai fans della serie che ai neofiti.

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Queste modifiche, che riguardano principalmente la gestione della corsa, delle finte, e il tiro a canestro, una volta apprese dall’utente, tuttavia, consentono un controllo quasi totale sugli uomini e sulle azioni da essi sviluppate. In tal senso segnaliamo la presenza di un nuovo sistema di esecuzione denominato "Shot Stick", che consiste nell'utilizzo della levetta analogica destra per operare un tiro più controllato. Anche se inizialmente ostico da padroneggiare, tale metodo permetterà all’utente di effettuare tiri a canestro più morbidi tramite lo spostamento all'indietro della levetta, oppure schiacciate di diverso tipo a seconda del movimento del player o della direzione assunta dallo stick analogico stesso mentre si salta. La levetta viene utilizzata anche in fase difensiva, visto che con un piccolo tocco si potrà cercare di rubare palla all'avversario. Il gameplay è poco immediato ma coinvolgente, quindi, mediamente difficile visto il realismo estremo che caratterizza il titolo. Interessante inoltre evidenziare come l’aspetto tattico abbia assunto un ruolo ancora maggiore in questo NBA 2K6 rispetto al recente passato. Le strategie adottabili dai vari team sono parecchie e possono essere utilizzate semplicemente selezionandoli in game in tempo reale col movimento della Croce Direzionale (ogni direzione indica uno schema). Grazie alla buona IA dei compagni queste strategie consentono al videogamer di sviluppare azioni sofisticate e credibili sia in fase difensiva che offensiva.

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Nonostante l’engine sia rimasto lo stesso dell’edizione precedente, ripresentando quindi modelli poligonali un tantino spigolosi per gli atleti, se visti da vicino, e texture di buona fattura anche se non eccezionali, non possiamo non evidenziare ugualmente il buon restyling operato dai grafici 2K Sports, i quali hanno comunque apportato quelle giuste migliorie tali da attribuire una maggiore accuratezza estetica ai giocatori, alle arene di gioco e agli ambienti circostanti, specie negli esterni, ora molto curati. Per una visione d’insieme valida. Il tutto è condito con tocchi di classe quali il pubblico che riempie piano piano le strutture, e che talvolta vediamo fare la fila alla biglietteria, o le cheerleaders a fine tempo. Peccato solo che questi “personaggi” siano realizzati in maniera approssimativa, con pochi poligoni, ma questo è un “problema” che affligge tutti i titoli sportivi odierni a causa dei limiti tecnici delle console attuali. A dare maggiore forza all’impatto visivo del gioco ci pensano le animazioni, vero e proprio piatto forte di NBA 2K6. Curatissime, precise, l’elenco di movimenti praticabili dagli atleti virtuali in campo è numerosissimo e permettono agli atleti di compiere azioni praticamente uguali a quelle delle loro controparti reali. Buono il comparto audio, con una colonna sonora caratterizzata da motivetti Rap e Hip Hop e da effetti sonori in game e telecronaca, in inglese, di buona fattura.

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NBA 2k6 - Recensione
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Nonostante qualche piccola mancanza e la perdita della licenza ESPN, NBA 2K6 è nell’insieme un titolo di tutto rispetto. Uno di quelli che riesce senza fronzoli a riprodurre egregiamente il basket americano sia dal lato gestionale grazie alla più approfondita modalità Associazione, sia da quello giocato. Difetti ce ne sono, per carità, specie nell’eccessiva difficoltà di alcune partite o, almeno per alcuni, nei controlli, che, pur semplificati dal sistema Shot Stick, sono un po' troppo numerosi e potrebbero confondere i neofiti, ma tutto ciò non inficia minimamente sulla qualità generale del titolo 2KSports e sul nostro giudizio finale che resta positivo.

Pro

  • Modalità Multiplayer fino a 10 giocatori
  • Ottima IA artificiale
  • Testi in italiano
Contro
  • Assenza del selettore 60 Hz
  • Un po’ difficile per i neofiti
  • Roster non aggiornati alla nuova stagione

Multipiattaforma

Nba 2K6 è disponibile anche per Xbox, in una versione praticamente indistinguibile da quella PS2, se non fosse per una maggiore pulizia grafica e texture leggermente più definite.

Negli Stati Uniti il basket è diventato da qualche tempo lo sport nazionale per eccellenza, come e più del Football Americano, almeno così sembra essere in base ai dati di ascolto e gradimento fatti registrare da questo sort in tv e negli stadi. Per i giovani yankees la pallacanestro rappresenta quello che da noi è il calcio: quasi un’ossessione. Magari vissuta in maniera più sportiva, senza le eccessive polemiche o i fanatismi che quotidianamente affliggono lo sport più amato da noi italiani, ma sempre con una certa attenzione. Appare quindi inevitabile che molte software house concentrino i propri interessi sullo sviluppo di titoli che ripropongono in chiave videoludica tutto il divertimento che questo sport riesce a dare agli appassionati. Dopo i buoni risultati del capitolo precedente, il team 2K Sports ha deciso di realizzare una nuova simulazione dedicata al basket d'oltreoceano, la famosissima NBA. Non senza qualche problema. Primo fra tutti la perdita dei diritti sulle licenze legate al marchio ESPN, che in soldini si traduce nell’assenza dei marchi e loghi tv che hanno caratterizzato la serie fino a poco tempo fa. Tuttavia squadre e leghe hanno mantenuto i loghi originali e quindi divise e Roster sono quelli reali (anche se quest’ultimo è “aggiornato” ancora ad Agosto 2005).