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Prince of Persia: The Sands of Time

Dopo tanti anni ecco tornare alla ribalta il Principe di Persia che in questa nuova incarnazione completamente tridimensionale promette davvero di stupire. Venite a scoprire come le Sabbie del Tempo possono cambiarvi la vita.

RECENSIONE di Pietro Quattrone   —   20/02/2004
Prince of Persia: The Sands of Time
Prince of Persia: The Sands of Time

Xbox Vs. GC

Like a rolling stone - Abbinare Prince of Persia al titolo di questa mitica canzone dell’immenso Dylan è cosa facile facile. Dallo scorso Novembre il titolo di casa Ubisoft c’è stato propinato un po’ in tutte le salse; e se in quest’assortito party nessuno s’è dato per malato, è anche vero che ritardatari come Xbox e GameCube si sono fatti parecchio desiderare sulle lande europee. Ebbene, le differenze grafiche fra queste due conversioni risultano alquanto minime, per non dire altamente trascurabili. In effetti, la versione di casa Microsoft si differenzia per un dettaglio lievemente maggiore delle texture ed una qualità complessiva dell’immagine di poco più pulita. Fermo restando che in entrambe le versioni, il vero fulcro del comparto grafico siano le splendide animazioni del principino ginnasta. In definitiva per scegliere quale delle due versioni acquistare bisognerà vagliare ben altri criteri che non la realizzazione tecnica, pressoché identica.

Matteo Trinelli

Dal 2d al 3d in un unico grande balzo da 128 bit

La storia è abbastanza semplice, ma intrigante allo stesso tempo: nei panni del giovane Principe di Persia, dopo che le nostre armate hanno sconfitto il Maharaja, entreremo in possesso di due antichi artefatti magici, un pugnale e una clessidra. Spinti dalla brama di potere del Visir, per errore, scateniamo, utilizzando i due oggetti magici, le sabbie del tempo e quasi tutti intorno a noi si trasformano in orribili creature, compreso nostro padre, e qui ci fermiamo. Ma ci fermiamo noi nel raccontarla, in realtà è solo l’inizio della grande avventura che vivremo insieme all’erede di Persia.
Tutto il gioco si presenta come un platform spettacolare e mai frustrante, vagheremo per i numerosi livelli cercando la giusta via, la leva da attivare, il puzzle da risolvere. Detto così non sembrerebbe nulla di speciale, ma si deve cercare di immaginare il nostro personaggio immerso in un’atmosfera incantata, all’interno di un’architettura magnifica e spettacolare, ricreata con sapiente uso di poligoni ed effetti. Smarriti nelle magnificenti stanze del palazzo del Maharaja e l’effetto di tale smarrimento è ricreato benissimo dall’inquadratura panoramica attivabile col tasto bianco del joypad, che ci relegherà ad essere solo una piccola, piccolissima parte dello scenario. Soli e smarriti quindi? Beh non del tutto, visto che saremo accompagnati per buona parte della nostra avventura dalla principessa Farah, che si rivelerà utile alleata, non solo nei combattimenti con il suo arco a lunga gittata, ma anche nella risoluzione dei diversi enigmi che incontreremo. Per scelta degli sviluppatori non potremo mai impersonare la pin- up persiana che resterà relegata a mero personaggio non giocante, peraltro giovandosi di un’intelligenza artificiale discreta e funzionale, salvo rari black out che renderanno più difficile coordinare l’azione contemporanea dei due. Il Principe si troverà ad affrontare innumerevoli pericoli, spesso trovare la giusta via non sarà difficile, anche perché guidati dalle inquadrature cinematografiche che aprono ogni nuovo livello, ma lo sarà di più procedere in tale direzione: seghe rotanti, precipizi infiniti e tutti i tranelli più comuni e mortali allo stesso tempo. Riusciremo a sopravvivere solo grazie ai nostri riflessi e alle innate abilità fuori dal comune del protagonista. Agile il principino? Felino! Corse lungo i muri in perfetto Matrix style, capriole acrobatiche, volteggi alla sbarra e perfetta padronanza d’ogni movimento. Inoltre, saremo aiutati dal pugnale magico che, oltre ad essere utilissimo in combattimento, ci permetterà di ripetere più volte, ritornando indietro nel tempo, le azioni sbagliate. L’effetto è visivamente bellissimo, grazie all’uso del blur, e anche integrato alla perfezione in quel magico mondo nel quale lotta il nostro personaggio, rivelandosi utilissimo nelle situazioni più difficili. Inoltre, sempre grazie alle sabbie del tempo, quando raggiungeremo i checkpoint, dove salvare, saremo presi da alcune visioni in bianco e nero che ci mostreranno il nostro prossimo futuro e le principali avversità che andremo ad affrontare (decisamente cinematografica come idea e veramente ben riuscita).
Tutto quanto appena descritto è solo una parte, rilevante certo, all’interno del gioco, ma non è tutto. Infatti, il titolo Ubi Soft è anche zeppo di nemici da affrontare, terrificanti come zombie e cattivi come non mai. Dovremo utilizzare tutte le nostre capacità, unite a quelle del pugnale, che, se perfezionate, ci permetteranno di rallentare i movimenti avversari o di agire ad una velocità incredibile. Gli scontri, riusciti e dannatamente divertenti, seppur verso la fine del gioco un po’ frustranti, rendono l’esperienza del tutto appagante.

Prince of Persia: The Sands of Time
Prince of Persia: The Sands of Time

La prossima volta ricomincerò da qui!

Se il gameplay risulta davvero riuscito e in grado di coinvolgere per una quindicina di ore, la parte grafica di Prince of Persia: The Sands of Time non è da meno. Come detto prima, l’architettura del palazzo e degli esterni è ottima, scenari interamente poligonali e ricchi di dettagli con texture che risultano brillanti e mai spigolose perfettamente integrate in un’aura “granulo-sabbiosa” che avvolge magicamente tutto lo schermo. L’inquadratura tramite tasto bianco, che sopra abbiamo ricordato, ci regala immagini da brivido, non molto utili ai fini del gioco, ma in grado di ricreare un’atmosfera irreale e di portarci indietro nel tempo fino nell’antica Persia. La telecamera, oltre ad offrire immagini panoramiche, può essere usata anche in prima persona, tramite pressione del tasto nero, ottima per guardarsi intorno e cogliere ciò che a un primo sguardo ci era sfuggito. In generale comunque l’inquadratura dal taglio molto hollywoodiano funziona bene, a volte purtroppo non offre la miglior prospettiva, ma è un compromesso voluto dagli sviluppatori per rendere l’esperienza quanto più cinematografica possibile. Il principe, armonioso nei suoi movimenti, conta circa 750 animazioni diverse e la perfetta calibratura dei comandi ci permette di sfruttare, appieno e senza la benché minima fatica, tutte le sue capacità. I modelli poligonali dei personaggi non sono forse costituiti molto complessi, ma appaiono ben definiti e, rispetto alla controparte uscita per PlayStation 2, si notano alcune migliorie, come, solo per fare un esempio, le mani del principe che su Xbox hanno le cinque dita ricreate ognuna per sé e non in un unico blocco poligonale. Buona e coinvolgente la colonna sonora, come del resto gli effetti in genere, e ottima l’idea di far parlare il principe in prima persona, come se stesse raccontando la sua avventura. Da non dimenticare poi che il principe, anche se di Persia, si esprimerà con buona enfasi e interpretazione nell’idioma a noi tanto caro, l’italiano.

Prince of Persia: The Sands of Time
Prince of Persia: The Sands of Time

Commento

Prince of Persia: The Sands of Time è uno degli action platform migliori dell'ultimo anno e, giustamente, ha fatto incetta di premi allo scorso E3. Nelle versioni GameCube e Xbox si conferma come un ottimo titolo in grado di ricreare perfettamente, innovandolo, lo spirito dell'originario Prince of Persia bidimensionale con il solo problema della scelta tra quale delle due versioni giocare. Data la sostanziale equivalenza dal punto di vista grafico e tecnico, il prezzo di commercializzazione gioca un ruolo determinante a favore della versione per la console Nintendo, dato che viene venduta a 29,90 € contro i 45,90 € della versione Xbox, pur sempre molto appetibile. A prescindere, comunque, da ogni decisione in merito, il gioco Ubi Soft è un acquisto pressochè obbligato, dato che le nuove avventure del Principe non possono mancare nella softeca di qualsiasi videogiocatore che si rispetti.

    Pro:
  • Atmosfera fantastica
  • Coinvolgimento completo
  • Realizzazione tecnica impeccabile
    Contro:
  • Telecamera a volte non perfetta
  • Combattimenti spettacolari, ma alla lunga frustranti

Febbraio 2004, gli appassionati di videogiochi, anche i più giovani, ormai sanno tutto di Jordan Mechner, game designer decisamente ispirato che alla fine degli anni ’80 creò Prince of Persia, e delle lunghe ore di “arcaica-motion capture” alle quali sottoponeva il fratello che furono le basi per le animazioni, a quei tempi incredibilmente fluide del titolo. Ma perché abbiamo dato per scontato queste informazioni storiche nella nostra prefazione? Beh solo perché non più tardi di due mesi fa è uscito nei negozi la versione PlayStation 2 di Prince of Persia: The Sands of Time e i tanti caratteri usati per parlare del gioco Ubi Soft hanno già approfondito tali argomenti. Noi preferiamo invece buttarci a capofitto nell’analisi delle versioni Xbox e GameCube del titolo, seguiteci, quindi, alla scoperta delle vicende del nostro Principe.