Non mollare mai
Riuscire a descrivere le meccaniche di gioco adottate in Richard Burns Rally rappresenta un intento più difficile di quanto si possa pensare, semplicemente per un motivo: la produzione SCi va a toccare punte di realismo del tutto sconosciute nel genere dei rally game su console, tanto da poter spiazzare anche il più acceso amante della disciplina: WRC e il già citato Colin Mc Rae sono, a confronto, giochi per signorine. Fin dalle prime battute appare chiaro l’intento del team Warthog: offrire l’esperienza rallistica più fedele alla realtà mai realizzata. Proprio per questo è stata realizzata un’intera sezione denominata “scuola di rally”, composta di circa 20 prove destinate a instillare nel giocatore i rudimenti del mestiere ma, soprattutto, a presentare nella maniera più progressiva possibile il modello di guida e il sistema di gioco adottato. Skippare tale esercitazione per gettarsi subito in pista è probabilmente quanto di più sbagliato si possa fare: molto semplicemente, si finirebbe per gettare il pad a terra ed il Dvd fuori dalla finestra dopo non più di 2 minuti, garantito. Le vetture disponibili, inizialmente solo tre ma destinate a raggiungere la decina una volta sbloccate le restanti, sono tutte ufficiali con tanto di livree fedeli repliche di quelle usate nelle competizioni. La fase di customizzazione è soverchiante, soprattutto tenendo presente la manciata scarsa di settaggi presenti nella maggior parte dei titoli del genere, come per esempio WRC. Stiamo parlando della possibilità di toccare praticamente ogni variabile su cui sia possibile intervenire, con reali e tangibili ripercussioni sul comportamento della vettura. Ma è una volta preso in mano il volante che Richard Burns Rally rivela la sua natura nel migliore modo (o peggiore a seconda dei punti di vista). Dubitiamo sinceramente che chiunque, durante le prime sessioni di giochi, sia in grado di concludere anche una sola tappa con buoni risultati e la macchina ancora intera; sì, la fatica di Warthog è davvero COSI’ difficile. Giocare a Richard Burns Rally significa essere disposti ad affrontare un titolo intransigente, che non perdona il minimo errore e che impone al giocatore una dedizione, una attenzione e una pazienza che, siamo certi, solo in pochi saranno disposti a concedergli. La fisica delle auto è eccellente, e il loro comportamento risponde in ogni momento esattamente nella maniera in cui risponderebbe nella realtà: affrontare una curva con solo qualche kmh di troppo significa un bel fuoripista nel migliore dei casi, così come esagerare col freno non può far altro che portare alla perdita di controllo con tutto ciò che ne consegue. Meritano un discorso a parte i danni, veri protagonisti all’interno dell’economia delle gare e perfettamente in grado di porre fine alle proprie velleità di alta classifica in ogni momento; andare addosso ad un albero o a un muretto o ad un masso significa, semplicemente, gara finita. Ma allo stesso modo i vetri si possono rompere, la carrozzeria ammaccare, le sospensioni rovinarsi, le ruote abbandonare la loro sede e via dicendo, tutto perfettamente in relazione all’entità e alla zona di impatto.
Guidate con prudenza
Accanto alla iper-realistica gestione della fisica dell’auto e dei danni, Richard Burns Rally presenta anche un eccellente livello di interazione con le ambientazioni: per esempio andare addosso ad una staccionata non genera l’insopportabile arresto dell’auto, come in gran parte dei titoli del genere, ma al contrario produce il crollo della staccionata stessa nella zona in cui la vettura è andata ad impattare. Interessante anche il comportamento degli spettatori, a cui si può chiedere aiuto in occasione di ribaltamenti o in generale trovandosi nell’impossibilità di tornare in pista: al prezzo di alcuni secondi infatti, un gruppo di robusti appassionati provvederà a rimettere in pista la vettura. Ma non è tutto: passando nel mezzo della vegetazione, è da tener conto addirittura l’eventualità di entrare in collisione con animali o uccelli. In tutto sono disponibili 36 tracciati, ambientati nelle locazioni visitate dal campionato mondiale, con tappe di lunghezza variabile ma in media attorno ai 4-5 minuti. Molto interessante allo stesso modo l’implementazione delle condizioni meteo variabili: prima di iniziare una tappa infatti, si verrà informati dello stato del tempo atmosferico con tanto di previsioni sulla sua evoluzione espresse in percentuale. Come dire: partire con le gomme da asciutto e trovarsi a metà strada sotto un acquazzone non è certo l’ideale per ambire all’alta classifica… Anche dal punto di vista grafico, Richard Burns Rally è un prodotto di difficile valutazione: la volontà di realizzare ambientazioni quanto più possibile vicine alla realtà ha senza dubbio avuto successo. L’utilizzo dei colori, la modellazione e più in generale il “feeling” delle piste è estremamente credibile, così come gli effetti relativi al sollevamento della polvere o degli schizzi d’acqua. Ma al tempo stesso la pulizia complessiva non è certo impeccabile così come il frame rate, ballerino specialmente utilizzando la visuale esterna –comunque sconsigliata data la natura realistica del prodotto-. In compenso, i fenomeni di bad-clipping risultano estremamente limitati e mai fastidiosi, con una distanza di disegno certamente molto valida. Ottimo il sonoro, soprattutto per quanto riguarda i diversi rumori del motore, che variano in base alla marcia inserita ma anche agli eventuali danni dello stesso.
Commento
Richard Burns Rally è, in assoluto, il più elitario dei rally games. Questa affermazione potrebbe bastare per descrivere la fatica di Warthog, basata su un modello di gioco realistico al punto da poter essere affrontato e digerito solo da una cerchia ristrettissima di amanti della disciplina. Il confine tra divertimento, appagamento e frustrazione è infatti fin troppo sensibile, ed il rischio di crollare miseramente in quest’ultima è estremamente tangibile per chiunque non abbia voglia di spendere intere ore per imparare solo ad impostare le curve. Ma ciò che resta per i coraggiosi disposti a tali sacrifici è un titolo sicuramente unico, che setta nuovi standard nel campo delle simulazioni di rally e che si rivela un prodotto curato e di ottimo valore sotto praticamente ogni aspetto. Un gioco da amare alla follia o da odiare ciecamente, senza vie di mezzo.
- Pro:
- Modello di guida dal realismo assoluto
- Unico nel suo genere, e davvero curato sotto ogni punto di vista
- Appagante come pochi altri
- Contro:
- Inavvicinabile per molti
- Grafica valida ma non esente da difetti
- Caricamenti molto lunghi
Malgrado con un interesse praticamente confinato al solo suolo europeo, il filone dei giochi rallistici ha continuato a sfornare titoli con buona regolarità fin dai tempi di Sega Rally e del primo Colin Mc Rae, veri e propri punti d’inizio e fonte di ispirazione. Nel corso degli anni il genere in questione ha sempre marcatamente proposto titoli basati su due approcci estremamente diversi, ovvero puntando più sull’aspetto realistico e simulativo o al contrario mettendo in secondo piano tali caratteristiche preferendo meccaniche arcade estremamente immediate. A poche settimane dall’uscita di Rallisport Challenge 2, ultimo caposaldo dell’ approccio più “sbarazzino”, ecco apparire senza troppo clamore questo Richard Burns Rally, dichiaratamente all’estremo opposto rispetto al titolo di Digital Illusions. Una gioia per i rallisti duri e puri?