Lavoro di squadra
L’unità speciale che controllate in Socom 3 viene inviata laddove è in atto un’azione terroristica. Nel gioco, questo si traduce in tre ambientazioni (Nord Africa, Asia meridionale e Polonia, nell’ordine) divise in un totale di quindici livelli, in ognuno dei quali bisognerà portare a compimento missioni primarie e secondarie, diverse a seconda del contesto ma che in genere riguardano la ricerca di un particolare oggetto e/o di una persona, oppure l’eliminazione di qualsiasi minaccia nella zona. La struttura di gioco è terribilmente simile a quella di Rainbow Six, dunque voi impersonate il leader della squadra e potete impartire ordini ai vostri tre compagni senza controllarli direttamente (come succedeva in Ghost Recon, cioè). Le similitudini sono marcate anche in alcuni ordini impartibili (“entra e ripulisci” anyone?), ma in realtà il ricorso alle azioni di squadra in Socom 3 è fortemente limitato: da un lato le situazioni di gioco, anche in fase avanzata, non si rivelano mai tanto complesse da richiedere una particolare strategia per essere risolte; dall’altro, la modesta IA di compagni e avversari (soprattutto quest’ultima) spesso e volentieri ci suggerisce di sbrigarcela da soli. Questo non significa che la squadra sia un’inutile zavorra (dal momento che ordini come “copri l’obiettivo” vengono eseguiti in modo efficace e che solitamente i compagni scorgono prima di noi un nemico in lontananza), solo che gli sviluppatori non sono riusciti a farla funzionare bene come in Rainbow Six o Ghost Recon. Tutto ciò portando a termine il gioco con livello di difficoltà normale, però: magari al livello “hard” le cose cambiano un po’.
Meccanica e dettagli
Cutscene, briefing e svolgimento della missione vera e propria: è così che si procede in Socom 3. Naturalmente, a seconda della situazione (descritta testualmente, ma anche con un buon parlato in Italiano) è possibile equipaggiare il proprio team in modo diverso, con l’unica limitazione di restare all’interno di una certa soglia di “carico”. In questo senso il sistema è prodigo di consigli: i personaggi partono di default con la dotazione “consigliata”, alla quale si accompagna quella “obbligata” per non incorrere in situazioni imbarazzanti (in una missione è necessario far saltare dei carri con un lanciamissili? Allora DEVI portarlo con te). È però possibile svariare, quindi i maniaci dell’azione stealth potranno dotarsi di fucile a lunga gittata e mirino 12X se non hanno alcuna intenzione di avvicinarsi al nemico; diversamente, in contesti urbani è buona norma dotarsi di un mitragliatore leggero. In ogni caso sono sconsigliate le armi con un basso grado di precisione, perché c’è il rischio di sparare a un avversario a bruciapelo tre volte e… mancarlo. Il discorso fatto in precedenza, e relativo all’inutilità delle azioni di squadra, si pone anche nei riguardi delle granate, siano esse standard, fumogene o luminose: difficilmente le userete, quindi meglio lasciare spazio per delle munizioni extra, quando possibile.
Detto questo, Socom 3 si rivela piuttosto bravo nel suo lavoro: le missioni sono molto lineari e non riservano alcuna sorpresa, ma il sistema di combattimento è preciso e non sembra viziato da alcuna anomalia. Il nostro personaggio può stare dritto, accovacciato o disteso, rovistare nel proprio arsenale a piacimento e raccogliere, all’occorrenza, le armi e le munizioni lasciate dai nemici uccisi. Questa pratica si rivela essenziale quando l’arma principale è scarica e non si vuole passare il resto della missione a far fuoco con una semplice pistola. In diversi casi è anche possibile mettersi alla guida di veicoli (jeep, furgoni, camion, mezzi corazzati e persino barche a motore): un piacevole extra, capace di aggiungere sostanza a un gameplay che già partiva ricco.
Fronte tecnico
Socom 3 vanta un sonoro di grande, grande qualità: le musiche sono degne di una produzione cinematografica, gli effetti si distinguono per il realismo e il tutto è condito da un ottimo parlato in Italiano. È un peccato che il comparto grafico soffra dei mali tipici di alcune produzioni Sony (Syphon Filter, ad esempio), ovvero un motore che non riesce a gestire in modo efficiente le ambientazioni, con drastici e ripetuti cali nel frame rate. E dire che gli scenari, per loro stessa natura, quasi mai risultano ricchi di elementi o di dettagli. Dunque abbiamo animazioni nella norma, un buon realismo nella reazione ai colpi (i nemici si feriscono laddove li colpiamo, comportandosi di conseguenza), delle texture di medio livello e delle cutscene che non reggono il confronto con quanto già visto su PS2. Il sistema di controllo è pratico, anche se in alcuni casi si rivela un po’ macchinoso e alcune scelte sono quantomeno opinabili. È comunque possibile personalizzare tutti i controlli. La modalità online, per quanto provato, funziona a dovere e non si rivelano problemi di lag o quant’altro.
Commento
Pur non brillando sotto il profilo prettamente estetico, Socom 3 rappresenta un buon passo avanti per la serie Sony: ricco di sostanza non tanto per i quindici livelli (che si portano a termine in breve tempo, complice la scarsa difficoltà) quanto per il ricco multiplayer online, coinvolgente nella colonna sonora e solido nel gameplay. È un peccato che gli sviluppatori non siano ancora riusciti ad implementare in modo efficace le azioni di gruppo e a realizzare dei nemici più abili e furbi, ma si tratta pur sempre di quelle mancanze che distinguono i buoni videogame dai capolavori, no?
- Pro:
- Struttura di gioco solida e ricca di spessore
- Sonoro di grande qualità
- Ottima modalità online
- Contro:
- Motore grafico spesso in difficoltà
- Molte buone idee sfruttate poco o male
- Intelligenza artificiale mediocre
Rainbow Six prima, Ghost Recon poi e infine Socom ci hanno fatto apprezzare il filone che miscela azione e strategia all’interno di scenari credibili, ispirati alle crisi internazionali reali o inventati di sana pianta. Si tratta di giochi in cui non si controlla un solo personaggio bensì una squadra, ritrovandosi su di una mappa alla ricerca di obiettivi da portare a termine. Socom, in particolare, ha subito goduto di una certa popolarità per le sue modalità online e per l’uso dell’headset di PS2. Questo terzo episodio si pone come una conferma per quanto di buono è stato fatto finora, sicuramente un ottimo punto di partenza allorquando la serie continuerà su PS3.