Si sa che i giochi da tavolo spesso hanno origini antiche, e nel caso di The Game of Life parliamo addirittura della fine dell'800. 1861, per la precisione: il leggendario Milton Bradley, pioniere dei moderni game designer, inventò questo passatempo ispirandosi a un gioco di importazione che gli era stato donato da un amico. Il successo del prodotto fu straordinario e fulmineo, tanto da rendere The Game of Life in grado di sopravvivere per un secolo e mezzo, grazie a continue rivisitazioni che lo hanno reso ogni volta più moderno e adatto ai tempi. In questo caso specifico, infatti, è molto importante la corrispondenza del gioco con l'attuale realtà storica: i giocatori, infatti, dopo aver tirato una pallina nella roulette posta al centro del tabellone, si troveranno a muovere la propria pedina attraverso quelli che sono gli eventi propri della vita di ognuno. Dovranno scegliere tra carriere differenti, gli capiterà di sposarsi e avere figli, dovranno comprare una casa e, in generale, cercare di raggiungere il successo sotto tutti i punti di vista.
Dalla schermata di avvio possiamo iniziare una partita da soli o in multiplayer, quest'ultimo tramite il sistema "passa e gioca" che usa un solo telefono per più giocatori. Nella modalità in singolo, dovremo scegliere il nostro personaggio fra i quattro disponibili, quindi decidere quanti avversari avremo e pescare la prima carta, che useremo alla prima occasione utile. Fatto ciò, passeremo al tiro della pallina nella roulette, agendo sul tasto 5 in base a un indicatore sullo schermo: il numero risultante corrisponderà alle caselle che potremo percorrere. Come accade anche nel famoso Monopoli, ogni casella può nascondere insidie o eventi lieti: a seconda della nostra fortuna, ci troveremo a guadagnare o spendere denaro, andando a modificare il nostro capitale disponibile, che poi rappresenta in qualche modo la misura del nostro successo rispetto agli altri giocatori. Ci capiterà di scegliere tra studio o lavoro, tra carriere diametralmente opposte, oppure di sposarci e avere dei figli, con le spese che tutto ciò comporta. Al termine del tabellone, potremo ritirarci a vita privata e stare a guardare cosa riescono a combinare i nostri avversari prima di raggiungerci...
La realizzazione tecnica del gioco è discreta, e del resto sarebbe stato difficile aspettarsi molto di più. Il tabellone è disegnato in modo essenziale ma leggibile, e la stessa cosa si può dire delle pedine. La gestione della grafica, in generale, appare abbastanza agile, senza particolari problemi. Le varie carte sono ben realizzate, mentre il comparto sonoro è come al solito privo di qualità e risulta ampiamente disattivabile. Sul sistema di controllo c'è poco da dire: dovremo semplicemente premere qualche pulsante, visto che il livello di interattività è quello che è.
Conclusioni
The Game of Life è sicuramente un ottimo gioco da tavolo, non ci sono dubbi: un prodotto non dura un secolo e mezzo se non ha tutte le carte in regola. Il problema è quando si prende un passatempo del genere e lo si trasforma in qualcos'altro, come nel caso di questa riduzione mobile targata Electronic Arts: senza il feeling del tabellone, delle pedine e senza, soprattutto, un gruppo di amici con cui confrontarsi l'esperienza è fondamentalmente diversa. E non funziona. Non funziona perché è troppo poco interattiva per diventare un videogame divertente: bisogna premere dei tasti solo quando dobbiamo "tirare", peraltro senza controllare l'esito del lancio. Il nostro coinvolgimento con quello che succede sullo schermo è davvero limitato, dunque questo The Game of Life si pone come un prodotto di nicchia, per appassionati del genere, che non mancheranno di apprezzarlo ma devono sapere a che cosa vanno incontro.
PRO
CONTRO
PRO
- Fedele al gioco da tavolo
- Un gran numero di eventi possibili
- Molto semplice...
CONTRO
- ...ma altrettanto limitato
- Scarsamente interattivo
- Tecnicamente solo sufficiente