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Viewtiful Joe

Debutta anche in Italia il secondo dei cosiddetti Fabulous Five di Capcom per GameCube. Un action game eccessivamente stiloso, eccessivamente divertente, eccessivamente difficile. Eccessivamente Viewtiful. Henshin-a-go-go baby!

RECENSIONE di La Redazione   —   24/10/2003
Viewtiful Joe
Viewtiful Joe

Alla fine è tutta una questione di ritmo. E di imparare a utilizzare al meglio i tre superpoteri del nostro eroe, Slow, Mach Speed e Zoom, relazionati strettamente al mondo del cinema: con Slow si rallenta l’azione, con Mach Speed la velocità di Joe aumenta esponenzialmente e con Zoom si focalizza l’attenzione sul personaggio principale, che può così eseguire tutta una serie di mosse devastanti ai danni dei nemici. L’utilizzo di ogni superpotere, sottolineato da effetti visivi di prim’ordine, consuma l’energia della barra VFX, che può essere incrementata raccogliendo le pellicole cinematografiche sparse per i livelli: se la barra raggiunge lo zero il nostro eroe torna ad essere un Joe qualunque in braghette e cappellino. E sono guai, almeno finchè la barra, il cui livello si ripristina automaticamente o, più velocemente, raccogliendo appositi bonus, non raggiunge la soglia minima per ritrasformarsi in Viewtiful Joe. E lo spettacolo ricomincia.
L’uso dei superpoteri non solo è fondamentale per affrontare gli innumerevoli nemici e boss di fine livello, ma anche per superare tutta una serie di puzzle tanto intelligenti quanto ottimamente integrati nel gioco. Modificando la velocità dell’azione tramite i superpoteri di Joe si alterano gli equilibri del mondo cinematografico in cui vive: lo slow motion ad esempio rallenta il movimento dell’elica che, girando, sostiene in aria una piattaforma, facendola di conseguenza abbassare e consentendo a Joe di raggiungere locazioni altrimenti inaccessibili. Oppure rallenta il moto delle pale di un elicottero trascinandolo a terra, o ancora l’esplosione di un missile o una bomba concentrandone la potenza. Allo stesso modo l’utilizzo di Mach Speed può essere usato per accelerare lo scorrere dell’acqua ampliando il flusso di una cascata, con risultati facilmente prevedibili. E’ giusto qualche esempio: le innumerevoli trovate, geniali, introdotte nel gioco vale la pena scoprirle da sé.

Viewtiful Joe
Viewtiful Joe

E’ chiaro che Viewtiful Joe è un gioco hardcore. Non fottutamente hardcore come un Ikaruga, ma siamo lì. Ed eccessivo, sotto tutti gli aspetti. Visivamente eccessivo ed esuberante, mirabile sunto tra uno stile unico da fumettone e un motore grafico d’eccezione, che sposa alla perfezione le esigenze del gameplay 2D allla spettacolarità delle tre dimensioni, senza mai schiodarsi dai sessanta frame per secondo. Ed eccessivamente difficile. Da ignorare la modalità Kids, troppo semplice, i veri uomini giocando ad Adults, tosta come non mai. Ma ogni progresso è appagante e si fa sempre un passettino più avanti ad ogni partita, complice l’ottimo sistema di power up. I boss fanno sputare sangue, ma più grossi sono e più rumore fanno quando cadono. Va tutto a vantaggio della longevità, già di per sé eccezionale per un action game, dato che i livelli sono tanti, e lunghi, e gli extra da sbloccare finendo il gioco non mancano. La frustrazione subentra solo negli ultimissimi stage, davvero inumani: uno scoglio per molti insormontabile. Ma non per tutti.

Commento
Non sappiamo chi in Capcom abbia avuto il coraggio di mandare avanti un progetto folle e fuori dal tempo come questo. Ma a nome di tutti i giocatori di una volta, lo ringraziamo sentitamente. Perché il risultato finale è il miglior action game per GameCube. Nonché uno dei migliori action game di tutti i tempi.

    Pro:
  • Stilisticamente e tecnicamente ineccepibile
  • Divertimento allo stato puro
  • Longevità eccezionale per un action game
    Contro:
  • Difficoltà eccessiva negli ultimi stage

Viewtiful Joe
Viewtiful Joe
Viewtiful Joe
Viewtiful Joe
Viewtiful Joe
Viewtiful Joe

I titoli come Viewtiful Joe un tempo erano quelli che mandavano avanti l’industria dei videogiochi. Adesso non li compra più nessuno, e di conseguenza nessuno più li fa, a parte un manipolo di irriducibili capeggiati da Treasure. Eppure il gioco d’azione è una delle forme più pure e genuine d’intrattenimento videoludico, è l’essenza stessa del gameplay, il brodo primordiale in cui il giocatore, quello vero, ogni tanto deve tornare a sguazzare. Per sentirsi in pace con se stesso e rassicurarsi che sì, i giochi di oggi son quel che sono, ma in fondo non tutto è perduto.

La trama com’è giusto che sia è poco più che un pretesto all’azione, e immerge il giocatore, letteralmente, in un’atmosfera da B- movie. Un Joe qualunque, il nome non è scelto a caso, è al cinema con la sua fidanzata Silvia a godersi un film del suo eroe preferito, Captain Blue, quando succede l’inspiegabile. Il cattivo di turno, di pura celluloide, esce dallo schermo e rapisce la ragazza, portandola nel film: Joe ovviamente non esita un istante e si tuffa a sua volta nella pellicola per salvare l’amata. Ad aiutarlo interviene Captain Blue in carne, ossa e costumino attillato da cui fuoriesce prominente la pancetta (gli anni passano anche per i super eroi…), che trasmette a Joe i suoi poteri, donandogli una graziosa mise rossa con sciarpa svolazzante d’ordinanza e il prefisso Viewtiful. Il gioco è azione pura, un riuscito mix di elementi classici: picchiaduro a scorrimento, platform e un pizzico di sparatutto, con enigmi estremamente ben congegniati da risolvere usando i peculiari poteri di Joe. Farsi un’idea del gioco è semplice, basta ripensare a tanti classici dell’era a 16bit, difficile descriverne a parole le meccaniche che regolano il gameplay, e che pongono l’ultima fatica Capcom una spanna sopra tutto il resto. Bisogna assolutamente prendere il pad in mano per capire Viewtiful Joe, ma non basta una partita veloce. Ci vuole tempo. E pratica. All’inizio si prosegue a tentoni, la comprensione di ciò che accade su schermo è scarsa, e in linea di massima si prendono botte da tutti. Poi, di colpo, l’Illuminazione. Si possiede il gameplay e i suoi segreti, e tutto il gioco si sposta a un livello superiore: ci si sente come Neo in Matrix quando capisce di essere l’Eletto. Non si fermano i proiettili con le mani, ma li si rispedisce al mittente con eleganza, o li si evita volteggiando a mezz’aria. Si schivano con noncuranza colpi prima letali e si risponde a tono, con coreografiche sequenze di mosse che mettono fuori gioco intere schiere di nemici. Più l’azione su schermo è spettacolare, più si guadagnano punti, che possono essere proficuamente impiegati tra uno stage e l’altro per acquistare nuove abilità e potenziare Viewtiful Joe.