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Xiaolin Showdown - Recensione

I monaci shaolin di Cartoon Network sbarcano sulla PSP.

RECENSIONE di Massimo Reina   —   19/11/2007
Xiaolin Showdown - Recensione
Xiaolin Showdown - Recensione

Shaolin poco svegli

Se poi ci si mettono anche un paio di errori di programmazione la frittata e’ fatta. Innanzitutto i controlli: questi non sarebbero malaccio, anche se c’è da dire che il Pg non sempre risponde prontamente ai comandi impartitigli, peccato però che alcune delle azioni eseguibili con essi siano inutili e dannose. Ad esempio il gioco prevede che il nostro monaco raccolga in automatico gli oggetti che si trova tra i piedi o vicino ad essi. “Bene”, direte voi, “così almeno non corriamo il rischio di distrarci mentre combattiamo”. E invece no. Questa azione viene compiuta sistematicamente in ogni frangente o situazione, anche la più disparata e presto si rivela dannosa: supponiamo che lo shaolin stia per scaraventare un nemico da un ripiano in alto verso il basso, tenendolo sospeso sulla testa a braccia in su. Se in quel preciso istante dovesse trovarsi malauguratamente vicino ad un item, egli mollerà la presa sull’avversario, liberandolo, per raccoglierlo, nemmeno fosse abbagliato dall’oggetto come una gazza ladra… Anche la IA dei nostri compagni non brilla certo per logica, e anzi, appare piuttosto limitata, annullando di fatto ogni eventuale velleità collaborativa (come vedremo più avanti essi ci seguiranno in vari scenari formando una sorta di team). Quando si è circondati dai nemici la loro presenza torna utile visto che menano come fabbri, ma quando la mischia si dirada e gli avversari diminuiscono nell’arena, sovente si ritrovano nella traiettoria dei vostri colpi, beccandoseli loro. Come se non bastasse al colpo ricevuto non porgeranno l’altra guancia, ma anzi, irritati, reagiranno mollandovi un gancio. Senza contare il fatto che in altri momenti correranno ad accaparrarsi come matti tutti gli special item e i power-up presenti sullo schermo, lasciandovi spesso a mani vuote, magari in un frangente in cui ne avreste più bisogno.

Xiaolin Showdown - Recensione
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Modalità

Il gioco offre principalmente due modalità, quella “Adventure” e quella “Showdown”. La prima altri non è che la classica modalità storia già vista in altri titoli, e consiste nell’affrontare, alla guida degli altri tre compagni di avventura, una serie di missioni con svariati obiettivi da portare a termine, mentre la seconda è praticamente una “battle mode”, dove ogni giocatore o personaggio lotta contro tutti gli altri per il controllo di una determinata area, molte delle quali sbloccabili nell’altra sessione di gioco. Xiaolin Showdown ha anche una modalità Multiplayer, che però consiste solo in sessioni in cui si può combattere contro 4 amici in Wi-Fi. Dal punto di vista grafico il gioco non delude, e globalmente piace: l’utilizzo del cel-shading si sposa perfettamente con questo genere di produzioni ispirate a dei cartoni animati. Specie se questi ultimi presentano già di base una colorazione computerizzata abbastanza piatta e non dettagliata come invece alcuni anime giapponesi. Ne consegue quindi una componente estetica molto valida, colorata, condita da animazioni di discreta fattura, personalizzate addirittura nel caso dei protagonisti, con scenari in linea, visivamente, con la controparte televisiva. Stesso discorso per il sonoro, che pur non eccelso si adatta bene, per musiche e effetti vari, al contesto videoludico in cui ci si trova.

Xiaolin Showdown - Recensione
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Conclusioni

Xiaolin Showdown è un titolo difficilmente giudicabile. Non tanto per la qualità in se del prodotto, tutto sommato carino, considerando che riesce appieno a catturare e ricreare l’atmosfera tipica dell’omonimo cartone animato, quanto piuttosto per il target a cui esso sembra indirizzato. Se lo si valuta infatti con gli “occhi” di un ragazzino, o meglio, di un fan, allora il titolo in questione è discreto, al punto da consentire di sorvolare bellamente sui difetti. Viceversa, guardandolo sotto un’ottica diversa, esso appare forse un po’ troppo semplicistico e ripetitivo in alcuni punti, poco giocabile in altri, e quindi non adatto ad un pubblico “normale”. Pertanto se rientrate nella prima fascia di utenza aggiungete tranquillamente mezzo punto in più al voto finale. In caso contrario, dategli un'occhiata prima di un eventuale acquisto o guardate altrove.

    Pro:
  • Ambientazione fedele al cartone animato.
  • Grafica adatta al contesto.
    Contro:
  • A tratti ripetitivo.
  • IA da rivedere.
  • Controlli non precisissimi.

La serie animata di Xiaolin Showdown è una delle più amate dai ragazzini americani. Creata da Christy Hui e prodotta dalla Warner Bros nel 2003, questo “cartone”, in Italia trasmesso da Cartoon Network, è ambientato in un mondo magico e fantastico, in cui quattro giovani monaci shaolin lottano contro le forze del male, proteggendo nel contempo degli antichi artefatti magici conosciuti col nome di Shen Gong Wu dagli artigli famelici di streghe, maghi e delinquenti di ogni risma. Elementi, questi, che ritroviamo pari pari in questo videogioco per PSP prodotto da Konami. In esso, infatti, il giocatore interpreta uno dei quattro eroi della serie animata selezionando il preferito fra i vari Omi, Kimiko, Raimundo, e Clay, e guidandolo nel corso dell’avventura. Quest’ultima consiste principalmente nel proteggere le reliquie di cui parlavamo poc’anzi dalle mire di Jack Spicer, un giovane genio del male, e Chase Young, un mago cattivo dai poteri mistici, combattendo “uno contro tutti” robot e altri avversari, in aree simili alle arene di Super Smash Bros. Ed è proprio a quest’ultimo titolo che Xiaolin Showdown sembra ispirato tecnicamente. Il suo gameplay tende ad emulare infatti il concept delle battle royales del gioco Nintendo, e pertanto si rivela divertente subito nelle prime battute. O forse sarebbe più giusto dire “solo nelle prime battute”. Il titolo, infatti, dopo l’entusiasmo iniziale suscitato nell’utente dalle dinamiche degli scontri, mostra alcune lacune tali da far ripiegare quasi su se stesso il gioco, rendendolo via via sempre più monotono. Già di per se il concetto stesso di questa tipologia di prodotti tende ad una certa ripetitività, a meno che non vengano integrati in esso altri fattori esterni di complemento, come livelli extra magari in stile platform o di guida, per ravvivarne la giocabilità.