Uscito su Nintendo Wii nel 2009, Muramasa: The Demon Blade acquista il sottotitolo Rebirth per la sua conversione su PlayStation Vita che abbiamo visto e giocato nell'affollato stand Sony qui all'E3 2013. Muramasa Rebirth è un hack'n'n'slash bidimensionale particolarmente "stiloso", ambientato nel giappone feudale, dove i nemici più letali non sono solo samurai e ronin, ma anche e soprattutto demoni e fantasmi provenienti dal folklore del paese del Sol Levante. Il titolo è, usando termini che fanno tanto anni 80, un picchiaduro a scorrimento laterale strutturato però a schermate fisse di combattimento alternate ad altre in cui è possibile esplorare l'ambiente in altezza (salendo ad esempio su alberi e rocce) alla ricerca di bonus che ci donano nuove abilità e bonus.
Volteggiare tra le fronde
Il raffinato art design fa il paio con un sistema di combattimento complesso, ma di facile apprendimento che ci permette di muovere la agile protagonista in tutte le direzioni, schivando, parando e menando fendenti come se ci trovassimo in un vero e proprio picchiaduro ad in incontri. Le mosse a disposizione sono davvero molte: oltre a quelle basilari possiamo effettuare una sorta di shoryuken che manda in aria gli avversari, e da qui continuare a colpirli, magari infilzandoli verso il basso con la katana.
Se poi questo non bastasse possiamo anche uccidere i ninja nemici con una lunga stoccata bassa, dalla quale prenderli poi alle spalle con una sorta di salto mortale che termina con un potente fendente. Insomma non si tratta semplicemente di spingere come ossessi il tasto di attacco, i nemici su schermo sono molti, bisogna giocare con molta attenzione visto che, oltre alla parata possiamo deflettere i colpi avversari, stelline ninja comprese. Nello stesso tempo però una tattica attendista (o al contrario sin troppo caciarona) non paga visto che le spade si "rompono", azzerando la loro anima, anche se possiamo cambiarle semplicemente spingendo il tasto triangolo in attesa che possano tornare ad essere equipaggiate.
Le spade sono quindi una parte importante del gameplay. Sono di diverso tipo, quelle leggere e agili, migliori per un gameplay tutto salti e schivate e quelle lente e pesanti, che apportano però più danno. Bisogna quindi capire quale utilizzare al momento giusto a seconda dei nemici che ci si parano davanti, senza dimenticare che ognuna di esse è dotata di un attacco speciale, particolarmente utile contro i giganteschi boss di fine livello. Ne abbiamo affrontato uno a fine livello, una versione orientale di Polifemo dotato di pesante attacco ravvicinato e di una serie di "botti" esplosive (non possiamo chiamarle granate visto il periodo storico) che ci hanno fatto correre come trottole per cercare di evitarle.
Insomma sensazioni da vecchia scuola bidimensionale, incorniciate inoltre in una veste grafica di grande livello, con il modello della protagonista e dei nemici realizzati, anzi disegnati alla perfezione e animati ancora meglio. Davvero un bel vedere, ricco di dettagli fini nonostante le ridotte dimensioni dello schermo PlayStation Vita. Muramasa Rebirth non sembra sentire affatto il peso del tempo visti i tre anni passati rispetto all'uscita originale su Nintendo Wii, e si presenta in grande forma al test dello schermo portatile della console Sony. Il suo gameplay frenetico e molto veloce si presta alla perfezione ad una fruizione in mobilità, ma non è un titolo "facile". Lo stratificato sistema di combattimento è facile da imparare ma difficile da padroneggiare e soprattutto è da subito gratificante anche per tutti coloro che si affacciano per la prima volta ai lavori di Marvelous AQL.
Molto bello tecnicamente Nuovi contenuti, sotto forma di DLC, per questa versione Complesso ma immediato sistema di combattimento Non è certamente il titolo che farà schizzare in alto le vendite di Vita