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Voglio una stella che sia tutta mia

C'è vita nell'universo

PROVATO di Andrea Rubbini   —   17/12/2013

Ci consola e diverte pensare che in tempi di next gen, di grandi paragoni grafici, di risoluzioni da capogiro, c'è un gioco in pixel art (e che pixel art: schermate da appendere al muro) di cui sempre più giocatori parlano, e che l'anno prossimo esploderà come una bomba. Starbound ci ha lasciati a bocca aperta, dipendenti dal monitor come non ci succedeva da una vita, ed è solo una prima beta del gioco.

Voglio una stella che sia tutta mia

Quando sarà finito e si aprirà la strada ai modder, l'unico limite sarà lo spazio. La beta comincia di corsa: prima scegliamo una delle sei razze, tutte carinissime e con un generatore di personaggi così diversi tra loro da rendere impossibile o quasi incontrare un giocatore uguale a noi. Poi, dopo il battesimo, ci troviamo dentro la nostra astronave, soli nell'universo e con il serbatoio a secco. L'unica cosa che possiamo fare è teletrasportarci nel pianeta sotto di noi. È stupefacente come in poche righe contenute nel diario del personaggio gli sviluppatori siano riusciti a dare uno scopo a ogni razza, e per di più con un tocco di ironia. Eh sì, in Starbound ci saranno anche missioni da portare a termine e boss che separano un settore della galassia dall'altro - semplicemente per il fatto che quando muoiono lasciano dietro di loro componenti necessarie per il nostro salto evolutivo. Nell'immensa libertà concessa al giocatore non c'è da escludere quindi che ognuno possa arrivare a una specie di finale narrativo: il piumato ateo riuscirà a dimostrare che il dio della sua razza è un'illusione, il robot glitch supererà la sua solitudine e così via. Poco importa, comunque: come dice anche il diario di bordo, questo è un gioco sulla conoscenza di sé attraverso l'esperienza e ognuno deve seguire il proprio cammino.

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Ma basta con la filosofia, abbiamo un problema da risolvere: costruire i primi strumenti, come una piccozza e un'accetta, un tavolo da lavoro, un'incudine e una fornace. Con questi possiamo tirare a campare per tutto il settore alfa. Uno striminzito tutorial ci aiuta nei primi passi, circa quattro compiti in tutto, l'ultimo dei quali è quasi una beffa, ma ne parleremo dopo. L'impatto con la natura selvaggia del pianeta è traumatico. Il nostro spadino può ben poco contro le creature selvagge, che si dividono in due gruppi: quelle mansuete (fintanto che non le molestiamo) e quelle aggressive. Purtroppo finché non ci avviciniamo è difficile distinguere le une dalle altre perché l'aspetto non aiuta. Ci sono simpaticissime scimmiette gialle che non vedono l'ora di farci a pezzi e orride amebe del tutto innocue. La quantità di razze diverse è pazzesca. Dopo dieci ore di gioco non abbiamo ancora visto tutte le varianti del primo settore. Morire è una faccenda seria perché, se è vero che si resuscita nell'astronave, si perdono però parecchi soldi, e nell'universo di Starbound la moneta è tutto, come scopriremo presto. Oltretutto riapparire in orbita quando con grande fatica ci siamo scavati una galleria sotto terra è una seccatura immane.

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Meglio quindi mettere nello zaino un bel po' di bende - che si fabbricano a partire da fibre vegetali, a loro volta ricavate da piante o tentacoli naturali. Attenzione poi al freddo: di notte la temperatura scende e se non abbiamo un'armatura termica i pianeti innevati o lunari sono impossibili da esplorare. Perfino a certe profondità non si può stare senza una fonte di calore. Ma l'esperienza insegna e, dopo essere morti diverse volte, ci siamo fabbricati un letto per recuperare energia e un fuoco presso il quale riscaldarci. La fornace andava bene, ma non ci potevamo cuocere le bistecche, e dopo il freddo ci pensa la fame a sterminare gli avventurieri sprovveduti. Fiuuu: fino a lì tutto bene. Avevamo perfino una bella scorta di minerali raccolti nel corso dei nostri scavi, perciò, prima di lasciare il pianeta, che ancora non avevamo capito come si faceva, abbiamo provato a costruire il segnalatore richiesto dalla missione. La descrizione dell'oggetto suggeriva che sarebbe arrivato qualcuno, e infatti: è atterrato sul pianeta un UFO guidato da un pinguino che sganciava soldati pinguino armati di mitragliatori. Tempo dieci secondi e siamo morti. Il tutorial ci aveva abbandonati, eravamo soli e senza idee. Non ci restava altro da fare che consultare la Wiki del gioco.

Cosa fareste se aveste tutto lo spazio dell'universo a disposizione? Scopritelo in Starbound

Taccuino di viaggio

Può darsi che nel gioco finale ci siano molti più suggerimenti, almeno all'inizio, ma per ora dobbiamo sfruttare l'ingegno o l'enciclopedia del gioco. Per esempio, chi l'avrebbe detto che l'astronave funzionava a carbone? Se l'avessimo saputo subito non saremmo rimasti tre ore sullo stesso pianeta infame. E l'UFO? Be', quello è il boss del settore alfa. Una volta fatto fuori si può volare finalmente nel settore beta, creare un nostro simile ed evolverci nel cammino tecnologico.

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Si può consultare la Wiki del gioco a ogni passo o lasciarsi sedurre dal mistero e fare tutto da sé, a ognuno la sua scelta. Per ogni problema esiste più di una soluzione. Noi per esempio abbiamo sconfitto l'UFO costruendo una stramba roccaforte sopraelevata dalla quale potevamo entrare e uscire velocemente senza essere colpiti dai suoi raggi, con un passaggio sufficiente per un pinguino solo alla volta, ma abbiamo visto anche la foto di un utente con un arco potente che si è chiuso sottoterra lasciandosi solo un sottilissimo pertugio per scoccare le sue frecce. Infine c'è chi ha risolto la questione con quattro o cinque bombe. Ancora una volta le possibilità sono infinite. Con il primo personaggio, il glitch Benedetto, per esempio, abbiamo trovato subito una spada leggendaria, e con quella ammazzare i mostri del settore alfa è stato uno spasso, mentre con il secondo personaggio, il pennuto Sparrow, arrivare anche solo al settore beta è stata una faticaccia. E quella volta che su un pianeta abbiamo scoperto una base di robot eretici che nascondevano un generatore di materia oscura? Pensando che non servisse a niente ne abbiamo raccolto una manciata appena. Poi, quando siamo tornati al tavolo di lavoro, ecco che sono apparsi nuovi progetti: potentissime armature da costruire proprio con quel materiale. Purtroppo la galassia è sconfinata e il pianeta non siamo più riusciti a trovarlo, perciò siete avvisati, segnatevi il nome di quelli su cui volete tornare. Ma i ricordi sono ancora tanti: c'è quella volta che ci siamo fatti strada a colpi di mitra in un castello medioevale per poi rubare la corona al re, o quella in cui siamo incappati in una colonia penale, o ancora quella volta in cui eravamo senza quasi più energia e ci siamo fermati vicino al fuoco di un venditore ambulante, per poi scoprire che si poteva dormire nel suo carretto e guarire dalle ferite. Ogni pixel è un'opportunità, nel mondo di Starbound.

Nessuna vita è uguale a un'altra

Dieci giocatori vi racconteranno dieci esperienze diverse. Ognuno Starbound lo vive a modo suo, è nella natura intrinseca del gioco lasciarsi guidare dalle proprie ambizioni. C'è chi vuole fondare una civiltà e chi carica tutto sull'astronave per spostarsi da un settore della galassia all'altro, avventuriero solitario senza legami. Qualcuno sarà spietato e ostile, altri rispetteranno i confini di chi era già su un pianeta prima di loro. Le storie di ogni giocatore sono collezioni di avventure, frammenti di esplorazione e di incontri avvenuti ad anni luce di distanza gli uni dagli altri.

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Il gioco vero e proprio comincia quando siamo in grado di volare via per la prima volta a bordo del nostro vascello, scegliendo la destinazione sulla mappa della galassia nella plancia di comando. Possiamo solo immaginare che emozione debba essere partire con i propri amici a bordo o giocare in rete con tutti gli altri giocatori, visitare le loro case, incontrarsi per caso e partire insieme per un viaggio nelle viscere del pianeta, o darsi alla pirateria finché ognuno non decide di prendere la propria strada. Chi conosce già Minecraft e Terraria si troverà subito a casa nel mondo si Starbound, mentre tutti gli altri potrebbero sentirsi spaesati. Per loro partecipare alla beta potrebbe essere un po' più impegnativo, ma perché limitarsi? Scoprire le regole del gioco e le sue possibilità sono proprio il cuore dell'esperienza. Basta sapere che tutto ruota intorno all'accumulo di risorse e alla loro manipolazione. Quello che si può fare con i pixel di Starbound riempirebbe venti cartelle e oltre a volerlo elencare tutto e il bello è che neppure lo sappiamo! Ci sono innumerevoli settori da esplorare e su Youtube si trovano sempre nuovi video che mostrano scene impensabili, che fanno venire una voglia pazzesca di mettere carbone nel serbatoio e non fermarsi più. Insomma, se cercate critiche a questa beta non le troverete qui, perché ci siamo goduti ogni pixel coltivato e ogni valanga di sabbia che ci ha travolti quando abbiamo scavato al buio senza vedere dove battevamo il piccone. C'è bisogno di bilanciare ancora la difficoltà di gioco, questo è certo, e mettere in ordine gli oggetti nell'inventario è un po' snervante quando se ne hanno tanti, ma considerando che mancano ancora tonnellate di elementi, siamo certi che queste piccolezze saranno corrette in corso d'opera. Per come stanno le cose ora potete già salire a bordo, meglio ancora se in compagnia di qualche amico.

CERTEZZE

  • Infinito, sempre nuovo: un generatore di meraviglia
  • Sarà tra gli imperdibili del 2014 (e oltre)

DUBBI

  • Bilanciamento da ottimizzare
  • I combattimenti potrebbero avere bisogno di un altro po' di amore