Annunciato ufficialmente appena dieci giorni fa, Mortal Kombat X ci ha messo poco a far parlare di sé, grazie anche al trailer mostrato nel corso della conferenza Sony, capace di solleticare l'interesse dei fan per merito di una componente grafica di notevole impatto e di un gameplay apparentemente in equilibrio tra innovazione e tradizione. Noi abbiamo partecipato ad una dimostrazione a porte chiuse che, se da una parte non ci ha consentito di provare direttamente il gioco, dall'altra ci ha dato più di qualche motivo per essere molto fiduciosi sulla buona riuscita di questo ultimo capitolo.
Stile e sostanza
La presentazione di Mortal Kombat X è cominciata con la schermata di selezione dei personaggi, che per il momento poteva contare su solo sei combattenti, ovvero le vecchie glorie Scorpion e Sub Zero più quattro new entry tra le quali spiccava senza dubbio Cassie Cage, ovvero la figlia di Sonya Blade e Johnny Cage. Al di là di questa nota di colore, c'è un altro motivo per cui rallegrarsi, ovvero la grande quantità di caselle ancora vuote che realisticamente lascia presagire un carnet di lottatori davvero imponente previsto per il prodotto finale.
Altro aspetto che indubbiamente colpisce di Mortal Kombat X è una cura per il design che raramente si è vista nei precedenti capitoli della serie: i personaggi sono definiti fin nei più microscopici dettagli, l'interfaccia su schermo appare funzionale ed elegante e non mancano tocchi di classe come i brevi dialoghi tra gli sfidanti prima di darsele di santa ragione. Quando la demo si è portata sul campo di battaglia vero e proprio, la raffinatezza dell'impianto visivo non si è esaurita, anzi: pur sviluppandosi su un piano rigorosamente bidimensionale, i combattimenti di Mortal Kombat X vengono impreziositi da frequenti e dinamici cambi di inquadratura, che sembrano riuscire con grande efficacia a rendere molto più spettacolari i match senza tuttavia risultare disorientanti per chi gioca. Il tutto nel contesto di un comparto grafico che per il momento sembra convincere anche sotto un profilo più squisitamente tecnico: i modelli poligonali sono di generose dimensioni e godono di animazioni molto varie, mentre le due ambientazioni che ci sono state mostrate risultavano particolarmente ispirate, riuscendo a conferire quel tono di drammaticità che spesso è mancato nei più recenti capitoli della serie. Gli sviluppatori non si sono però evidentemente limitati a lavorare sull'impianto estetico, ma hanno concentrato i propri sforzi anche su una soluzione di gameplay che potrebbe dare al prodotto finale una grandissima iniezione di varietà.
Mortal Kombat X sembra avere tutte le carte in regola per riportare la serie ai fasti di un tempo
Pioggia di sangue
Ogni personaggio selezionabile dall'apposita schermata potrà infatti contare su tre diversi stili di combattimento tra cui scegliere, ognuno dotato delle proprie mosse speciali: non si tratterà di meri dettagli, ma di tre impostazioni di combattimento radicalmente diverse che offriranno all'utente la possibilità di adottare l'approccio più adatto alle proprie esigenze o alle caratteristiche dell'avversario che andranno ad affrontare. La presentazione ha dato sfoggio di diversi esempi per mettere in chiaro quello che è evidentemente uno degli aspetti che più stanno a cuore agli sviluppatori di Mortal Kombat X: prendendo in esame il personaggio di Scorpion, lo abbiamo visto adottare prima uno stile che prevedeva un massiccio utilizzo della spada, poi un altro che conferiva danni da fuoco a tutti i suoi attacchi e infine un ultimo grazie al quale si dimostrava capace di evocare un demone che lo aiutava con mosse sia offensive sia difensive.
Si tratta di uno degli elementi indubbiamente più interessanti di Mortal Kombat X, ma non è di certo l'unico, dato che la presentazione ha posto parecchia enfasi anche sull'interattività con gli scenari: è possibile dunque utilizzare determinati oggetti come piattaforme per sfuggire agli attacchi dell'avversario, ma anche raccoglierne altri per scagliarli verso il nemico e provocare danni. Il gioco vedrà poi il ritorno della visuale a raggi x che scandisce con dolorosa precisione anatomica gli effetti dei colpi più potenti: in questi frangenti, la telecamera si stringe sulla parte ferita mettendo in mostra lo scheletro e gli organi interni del malcapitato protagonista, evidenziando fratture ossee, emorragie interne e lesioni agli apparati con un effetto tanto macabro quanto divertente. Parlare di Mortal Kombat senza menzionare le Fatality sarebbe stata una bestemmia, e ben consci di questo fatto gli sviluppatori si sono tenuti per il finale un video di anteprima di quelle che saranno alcune delle esecuzioni, provocando ovazioni e scrosci di applausi dal pubblico presente alla dimostrazione: un entusiasmo pienamente motivato da quelle che sono sembrate sequenze ben girate, tecnicamente ineccepibili, dotate di grande inventiva e caratterizzate da tassi di sangue e gore davvero fuori parametro...
CERTEZZE
- Stilisticamente molto curato
- I tre stili per personaggio sono molto interessanti
- Le Fatality sembrano davvero fuori di testa
DUBBI
- Manca la prova pad alla mano